Elezioni politiche: cosa dobbiamo aspettarci?
Un centrodestra in vantaggio, ma a rischio terremoti interni.
Un Pd che resta stabile e un Movimento 5 Stelle che guadagna punti. È questa la fotografia che arriva dall’analisi esclusiva sulle intenzioni di voto in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, a cura del Centro italiano per gli studi elettorali (Cise) della Luiss Guido Carli.
Secondo i dati rilevati, la vittoria del centrodestra appare più che credibile: la coalizione Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia-Noi Moderati totalizza infatti circa il 42% delle intenzioni di voto, contro il 31% del centrosinistra. FdI si conferma primo partito al 23% e il Pd secondo con il 21,4%. Ma la vera notizia è la Lega per la prima volta sotto le due cifre.
Il Carroccio si attesta infatti al 9,6%. In calo anche Forza Italia, data all’8%, e Noi Moderati sotto l’1%. Una situazione che, se confermata alle urne, potrebbe avere risvolti significativi per la stabilità di un’ipotetica coalizione di governo.
All’interno del centrosinistra, invece, il rilevamento mostra una stima particolarmente positiva per l’alleanza Verdi-Sinistra data al 5,9% , mentre Più Europa (2,3%) e Impegno Civico (1,4%) non superano la soglia di sbarramento del 3%.
L’altra “sorpresa” arriva dalle quotazioni in forte salita del Movimento 5 Stelle: il partito guidato da Giuseppe Conte è dato fino al 16,6%. Prova che il rinnovato isolamento, inizialmente più subìto che voluto, sta ridando slancio a un partito dato per politicamente morto fino a due mesi fa.
Il polo centrista di Azione-Italia Viva si ferma invece al 5,3%. L’ultima novità rilevante è invece ItalExit. Il partito antieuropeista e novax guidato dal giornalista Gianluigi Paragone è infatti al 3,6% ed è quindi sopra la soglia di sbarramento.
A questi dati, il Luiss Cise affianca, inoltre, un’ulteriore analisi approfondita che mostra le diverse domande politiche espresse dagli elettorati dai vari partiti, e di come l’offerta politica si dimostri (più o meno) capace di soddisfarle.
Un risultato importante è che la maggior parte degli elettori tenda a focalizzarsi su temi culturali (Ue, diritti civili, ambiente) mentre solo l’elettorato del M5S appare ben centrato sui temi economici.
Un dato molto interessante, perché fotografa ancora una volta quella “lotta a sinistra” tra Movimento 5 Stelle e Pd, dove il Pd è spesso visto come il partito simbolo dei diritti civili, ma meno attento al lato dei diritti sociali che sono invece al centro dell’offerta politica dei pentastellati (come nel caso del reddito di cittadinanza, superbonus o salario minimo).
L’analisi dei temi più cari agli elettori dei partiti vede inoltre gli elettori di destra sempre compatti su temi storici come l’immigrazione, dove la Lega è ancora percepita come la più credibile, ma si trova paradossalmente a pagare in termini di consenso elettorale complessivo. Un dato forse legato alla sua permanenza al governo Draghi a differenza di Fratelli d’Italia.
Sullo sfondo resta un 33,7% di astenuti. Un dato preoccupante ma che, allo stesso tempo, potrebbe spronare i partiti a uno sprint finale per convincere i cittadini ad appassionarsi a una campagna elettorale che, complice anche il periodo estivo, fa fatica a coinvolgere.