Futuro

Trapianti: il mini-fegato che rivoluziona la medicina

La società americana LyGenesis sperimenterà sull’uomo la procedura per iniettare cellule epatiche nei malati terminali che non possono ricevere un nuovo organo
Cellule epatiche con carcinoma epatocellulare
Cellule epatiche con carcinoma epatocellulare
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
31 agosto 2022 Aggiornato alle 21:00

Sarà un volontario di Boston a sottoporsi per primo al trattamento che potrebbe rivoluzionare la medicina, dando una speranza alle persone con malattie terminali al fegato e non candidabili al trapianto.

Lo riporta la rivista scientifica Mit Techonology Review, di proprietà del Massachusetts Institute of Technology, una delle più celebri università di ricerca del mondo. Il team di LyGenesis, un’azienda di terapia cellulare che si concentra su malattie potenzialmente letali, proverà il nuovo trattamento in 12 pazienti. L’approccio consiste nell’iniettare cellule epatiche provenienti da un donatore sano nei linfonodi di pazienti malati. Il trattamento può dare origine a organi in miniatura completamente nuovi, che dovrebbero aiutare a compensare il fegato malato esistente.

Eric Lagasse, un biologo delle cellule staminali dell’Università di Pittsburgh, ha trascorso anni alla ricerca di trattamenti basati sulle cellule per le malattie del fegato. Circa 10 anni fa stava sperimentando l’idea di iniettare cellule di fegati sani in topi malati. Il suo trattamento ha dato risultati promettenti non solo nei topi, ma anche in maiali e cani, e ora il team vuole testarlo sugli esseri umani: circa cinque anni fa Lagasse, insieme all’imprenditore e sviluppatore di farmaci Michael Hufford e al chirurgo dei trapianti Paulo Fontes, ha fondato LyGenesis per portare la tecnologia oltre.

Se funzionasse, il trattamento potrebbe essere rivoluzionario: come spiega la rivista americana, gli organi dei donatori scarseggiano e molti di quelli donati non possono essere utilizzati perché spesso il tessuto è troppo danneggiato. Circa il 10% delle persone in attesa di un trapianto di fegato negli Stati Uniti morirà prima di ricevere un organo e, secondo Fontes, molte persone con malattie gravi stanno troppo male per sottoporsi a un’operazione così delicata.

Ricevere un organo può essere un’operazione invasiva per una persona già debole e malata, con una scarsa coagulazione del sangue, mentre il procedimento del team di LyGenesis consiste nell’inserire un tubo nella gola del paziente. Questo tubo sarà guidato dagli ultrasuoni e, una volta raggiunto il linfonodo bersaglio, un chirurgo sarà in grado di iniettare direttamente le cellule epatiche sane. Quante? Circa 50 milioni per il primo paziente, ma nei mesi a seguire altri volontari testeranno dosi che potrebbero creare un massimo di sei fegati nei loro corpi, con 150 milioni di cellule epatiche per il secondo gruppo e 250 milioni per il terzo.

Nelle persone che hanno malattie epatiche terminali le cellule del fegato muoiono e il tessuto sano viene sostituito con tessuto cicatriziale. Le sostanze nocive che solitamente verrebbero filtrate dall’organo si accumulano nel sangue e quando il fegato smette di produrre sostanze che aiutano il sangue a coagulare, le persone possono sanguinare e avere lividi facilmente. Chi è affetto da questa malattia è anche a rischio di diabete, infezioni e cancro al fegato.

Il nuovo approccio targato LyGenesis potrebbe utilizzare organi che altrimenti verrebbero scartati, come quelli dei pazienti dichiarati cerebralmente morti, e i ricercatori ritengono di poter ottenere cure per circa 75 persone da un singolo organo donato. Il mini-fegato che dovrebbe crescere dopo l’iniezione di cellule epatiche dovrebbe essere in grado di supportare il fegato danneggiato. Nei topi, spiegano i ricercatori, come nei cani e nei maiali, i nuovi organi hanno raggiunto dimensioni di circa il 2% degli originali, senza però crescere senza limiti: il corpo ha un regolatore interno che blocca la crescita del fegato.

Nel giro di un paio di mesi, tutti gli animali sembravano mostrare la guarigione dal danno epatico: i test hanno suggerito che questa funzionalità era migliorata e, una volta analizzati i nuovi organi nei linfonodi, questi sembravano molto simili a fegati sani in miniatura. Occorrono circa tre mesi prima che il trattamento abbia benefici significativi. Se dovesse funzionare, LyGenesis prevede di testare altre cellule e far crescere altri organi.

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