Diritti

Palestina: torna l’alta tensione

La violenza torna nei territori mediorientali, che hanno conosciuto un nuovo drammatico capitolo nello scontro in corso fra Israele e una delle fazioni islamiche che operano nella Striscia di Gaza
Credit: Yousef Mohammed/IMAGESLIVE via ZUMA Press Wire
Tempo di lettura 3 min lettura
11 agosto 2022 Aggiornato alle 07:00

Settimana scorsa le autorità israeliane avevano effettuato l’arresto di Bassam al-Saadi, giovane comandante del gruppo militante palestinese chiamato “Movimento per il Jihad Islamico in Palestina” durante un raid in un campo profughi della città di Jenin, in Cisgiordania. A seguito dell’arresto, dove era rimasto ucciso un giovane di diciassette anni, nei giorni successivi si sono alzate notevolmente le tensioni nei territori occupati con un lancio di razzi verso Israele.

Questi attacchi ha spinto immediatamente Israele a usare la forza nella Striscia di Gaza, attaccando e uccidendo Taysir al-Jabari, leader prominente del gruppo islamico: «Abbiamo preso l’iniziativa e non abbiamo ancora finito. Supponiamo che ci saranno probabilmente degli attacchi missilistici verso il centro della nazione», aveva dichiarato all’inizio delle operazioni il tenente colonnello israeliano Richard Hecht.

Con l’uccisione del leader islamico, a partire da venerdì 5 agosto è iniziato un violento scontro militare con ripetuti raid da parte dell’aviazione israeliana e il lancio di oltre 400 razzi da parte dei militanti islamici, di cui il 95% intercettato dal sistema protettivo antimissile Iron Dome.

Gli attacchi delle forze israeliane hanno comportato la morte di 44 persone, con più di 350 feriti, attraverso continui bombardamenti nella città di Gaza, facendo diverse vittime fra i civili: «Improvvisamente, senza alcun avviso di allarme, la casa a fianco alla nostra è stata bombardata e tutto è diventato nero e impolverato di fumo in un batter d’occhio», ha testimoniato la cittadina palestinese Wissam Jouda.

Dopo intensi giorni di battaglia, con anche alcuni morti fra bambini e ragazzi palestinesi, le due forze in campo hanno concordato una tregua, spinte anche dalle azioni diplomatiche di Egitto e Turchia. Un tentativo di frenare l’escalation in corso, temendo il replicarsi del conflitto durato 11 giorni fra Hamas e Israele che comportò la tragica morte di 250 palestinesi e 13 israeliani nel 2021. Ma la tregua siglata risulta ancora molto fragile, tanto che successivamente Israele ha lanciato nuovi raid in Cisgiordania, nella città di Nablus, uccidendo altri militanti e ferendo dozzine di civili.

Un tragico conflitto che si trascina purtroppo da decenni senza alcuna soluzione duratura in vista, specialmente dopo i fallimenti dei vari piani di pace. Questa situazione si sta riflettendo drammaticamente sulla popolazione palestinese, dove più di 2,1 milioni di persone residenti nella Striscia di Gaza sono sempre più vulnerabili, senza servizi sanitari e sociali accessibili.

Leggi anche
Un bambino camina all'interno di un edificio pesantemente danneggiato nella città di Gaza, in seguito al cessate il fuoco tra Israele e Palestinesi. La tregua ha posto fine a tre giorni di intense violenze transfrontaliere iniziate venerdì
Guerra
di Chiara Manetti 4 min lettura