Costruiamo più attraversamenti per gli animali. Funzionano!

Ovunque nel mondo miliardi di creature muoiono ogni anno investite dalle automobili che sfrecciano sulle carreggiate.
In Italia è comune vedere i poveri resti di gatti, cani, volpi, ricci, tassi e altri animali senza vita sul ciglio della strada: se questo tipo di incidenti si verificano quotidianamente è anche perché l’uomo nella sua costante visione antropocentrica si è scordato che gli altri esseri viventi, per cacciare, abbeverarsi o migrare, con gli habitat sempre più ridotti sono costretti ad attraversare.
Per fortuna, da qualche tempo, dalle superstrade di Los Angeles sino alle megalopoli cinesi, si stanno promuovendo corridoi e attraversamenti verdi tutti dedicati al passaggio degli animali. Già, ma funzionano?
Se lo sono chiesti alcuni ricercatori della Southern Cross University in Australia.
Volevano capire se i sottopassaggi stradali realizzati per la fauna selvatica fossero o meno efficaci.
Così hanno condotto uno studio a lungo termine durato più di due anni: in questo lasso di tempo, come racconta la loro ricerca pubblicata su Ecology Evolution, grazie a fototrappole, osservazioni e segnalazioni hanno raccolto i dati di quanto accadeva nei sottopassaggi situati sulla costa nord-orientale del New South Wales.
Gli esperti hanno rilevato quasi 5000 mammiferi di varie specie e dimensioni che hanno utilizzato i corridoi a loro dedicati.
A volte, alcuni animali passavano dai corridoi anche più di due volte a settimana.
Koala, wallaby, varie specie di mammiferi, fauna selvatica di ogni tipo: di notte e di giorno, nei 12 sottopassaggi monitorati, c’è sempre stato movimento.
Per il professor Ross Goldingay della Scu sono segnali incoraggianti sulla funzionalità di questi corridoi. “Da quanto osservato abbiamo avuto un bel po’ di traffico di animali che passavano attraverso quei sottopassaggi, tra cui anche alcuni esemplari di specie minacciate o in pericolo estinzione”, spiegano gli esperti.
Fra l’ipotesi al vaglio degli esperti c’era anche quella che i sottopassaggi potessero trasformarsi in trappole a favore di alcuni predatori, pronti a colpire in quei punti le prede.
Eppure, dall’esame di quanto visto, i casi sono stati pochi: i gatti selvatici, che insieme alle volpi sono un serio problema per il mantenimento della fauna autoctona in Australia, raramente sono stati osservati negli attraversamenti.
“Ci sono state però volpi - spiegano i ricercatori - ma l’attività della volpe ha coinciso meno del previsto con l’attività dei mammiferi più a rischio e sembrava che le potenziali prede stessero forse evitando di usare i sottopassi quando c’erano le volpi”.
Nonostante i risultati positivi dello studio gli esperti ricordano però che qualsiasi espansione delle reti stradali, in Australia come altrove, deve essere eseguita con cautela: ogni nuova strada significa infatti frammentazione dell’habitat e rischio morte per centinaia di specie.