Diritti

Per cosa lotteremo nel 2022?

Di lotte da fare ce ne sono tante: per l’ambiente, per i diritti dei lavoratori, per la piena parità di tutti i cittadini
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29 dicembre 2021 Aggiornato alle 08:06

È inutile dire che l’anno che vorrei è un anno senza Covid, ma farei prima a chiedere la pace nel mondo, grandi parchi abitati da unicorni selvaggi e la fine immediata del patriarcato. Non succederà. Piuttosto che guardarmi indietro, però, preferisco provare a gettare lo sguardo in avanti. Quindi: cosa vorrei dal 2022?

Di lotte da fare ce ne sono tante: per l’ambiente, per i diritti dei lavoratori, per la piena parità di tutti i cittadini. È facile dimenticarsi che il nostro è fra i pochi paesi dell’Europa occidentale a non avere ancora esteso il diritto al matrimonio e alla genitorialità alle coppie dello stesso sesso. Un paese in cui l’assenza di una legge che punisca i crimini d’odio va di pari passo con la necessità impellente – e mai nemmeno lontanamente contemplata – di inserire l’educazione sessuale, affettiva e relazionale nei programmi scolastici. Non è tutta colpa del cattolicesimo, anche se avere il Vaticano in casa certo non aiuta a rimuovere gli ostacoli all’autodeterminazione delle persone: dall’aborto all’eutanasia, non c’è tema su cui la CEI e il Papa rinuncino a esprimersi, cosa che da un lato è del tutto legittima e dall’altro costituisce abuso di posizione dominante. La legge sul fine vita rischia di fare la stessa fine del DDL Zan, arenandosi in un Parlamento che non ne vuole o non ne sa riconoscere l’importanza.

Il mio augurio per il 2022 è che questa legge venga approvata, insieme a una riforma dei diritti connessi alla cittadinanza: belli i voti degli italiani all’estero, ma preferirei che a votare fossero gli italiani in Italia, perché sono un po’ troppe le persone maggiorenni che non possono farlo, pur essendo nate e cresciute qui. Ho abortito e sto benissimo e Libera di abortire portano avanti da tempo una campagna per una riforma della 194 che renda più semplice e non punitivo l’accesso all’interruzione di gravidanza.

Di solito non chiudo i pezzi con una domanda, ma questa volta sì: e tu, cosa vorresti dall’anno che verrà? Che forma avrà la tua lotta?