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Guida ai 5 Referendum del 12 giugno

Dalla Legge Severino alle misure cautelari, dalla separazione delle carriere alle modalità di elezioni del CSM. Ecco che cosa prevedono i quesiti sulla giustizia
Credit: EPA/CLAUS BECH DENMARK

Domenica 12 giugno si va alle urne per votare sui 5 referendum della giustizia: dalla Legge Severino alle misure cautelari, dalla separazione delle carriere alle elezioni per il Csm.

I 51,5 milioni di elettori dovranno pronunciarsi su vari quesiti referendari: si tratta di referendum abrogativi, che se approvati, comporterebbero l’eliminazione totale o parziale di una legge.

Inoltre, l’art. 75 della Costituzione stabilisce che la proposta soggetta a referendum solo in caso di approvazione con un quorum ben preciso: deve aver votato almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto e deve essere raggiunta “la maggioranza dei voti validamente espressi”.

Non solo: in circa 1000 comuni si voterà per eleggere il nuovo sindaco e il consiglio comunale.

La consultazione popolare è stata indetta tramite decreto del Presidente della Repubblica il 6 aprile scorso su iniziativa della Lega e del Partito dei Radicali: la Corte Costituzionale, infatti, aveva dichiarato la legittimità di 5 dei 6 referendum, bocciando i quesiti relativi all’eutanasia e alla cannabis legale.

1) Il Referendum sulla legge Severino

Sulla scheda di colore rosso troveremo il quesito inerente al divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo a seguito di una sentenza definitiva di condanna per delitti non colposi.

In sostanza, si chiede di cancellare la Legge Severino attualmente in vigore. Per ora, infatti, è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali, in caso di condanna.

Votando sì, quindi, si vuole restituire ai giudici la facoltà di decidere quando sia necessaria, in caso di condanna, l’interdizione dai pubblici uffici.

2) Il Referendum sulle misure cautelari

Il referendum sulla scheda arancione vorrebbe introdurre alcune limitazioni nel ricorso alle misure cautelari: chiede l’abrogazione di un inciso dell’art. 274, comma 1, in materia di misure cautelari.

In pratica, si intende eliminare la norma sulla reiterazione del reato dall’insieme delle motivazioni per cui i giudici possono decidere la custodia in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini.

Cioè si vuole mantenere il carcere cautelativo solo per chi commette i reati più gravi.

3) Il Referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati

Sulla scheda di colore giallo, invece, troveremo il quesito che riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. Punta all’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.

Se vince il sì, si introduce nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere: i magistrati dovranno scegliere sin dall’inizio se esercitare la funzione giudicante, cioè assumere il ruolo di giudice nel processo, oppure quella requirente, ossia del pubblico ministero che coordina le indagini e porta avanti l’accusa.

Al momento, infatti, si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di PM e viceversa.

4) Il Referendum sulla valutazione dei magistrati

Il referendum sulla scheda di colore grigio concerne la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari.

L’intento è quello di eliminare alcune norme in materia di composizione di questi organi. La richiesta è che a valutare l’operato dei magistrati siano anche altre figure professionali, come gli avvocati, i professori universitari i Consigli giudiziari. A oggi, l’esame dell’attività dei magistrati è demandato al CSM, che elabora le proprie valutazioni in base a quelle compiute dai consigli giudiziari e dagli organismi territoriali nei quali decidono solo componenti appartenenti alla magistratura.

5) Il Referendum sulle elezioni del CSM

L’ultimo referendum, sulla scheda di colore verde, chiede l’abrogazione di alcune disposizioni normative in tema di elezione dei componenti togati del Consiglio Superiore della Magistratura.

Sino a ora, in base alla normativa vigente, la candidatura può essere avanzata solo previa raccolta di 25-50 firme. Con il sì si vuole limitare l’influenza delle cosiddette correnti politiche, al centro delle polemiche dopo lo scandalo Palamara relativo alle nomine ai vertici delle procure.

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