Futuro

Il latte materno che “cresce” in provetta

Una startup statunitense ha creato BioMilq, un’alternativa al latte materno ottenuta dalle cellule del tessuto mammario. Il basso impatto ecologico ha attirato gli investimenti di Bill Gates
Tempo di lettura 4 min lettura
8 maggio 2022 Aggiornato alle 09:00

Dopo la carne in laboratorio, anche il latte materno. “Abbiamo smesso di cercare compromessi tra tra la salute del nostro bambino, il nostro benessere e l’ambiente”, spiegano sul sito di BioMilq, la startup nata in North Carolina che mira a “sbloccare il potenziale umano attraverso una biotecnologia mammaria rivoluzionaria”.

La loro creazione vuole essere “una nuova opzione per l’alimentazione supplementare, una che sia il più vicino possibile al latte materno e coltivata in condizioni sicure utilizzando la nostra tecnologia unica nel suo genere”.

Come ha spiegato la co-fondatrice e chief science officer Leila Strickland al Mit Technology Review, l’idea le è venuta proprio quando Mark Post, ricercatore dell’Università di Maastricht e co-fondatore dell’azienda olandese Mosa Meat, ha svelato il primo hamburger creato in laboratorio. Post aveva creato fibre di tessuto muscolare molto fini a partire da decine di miliardi di cellule muscolari provenienti dal collo di un bovino.

Strickland si è chiesta: “Perché non fare una cosa simile con le cellule che producono il latte materno?”. Lei, biologa cellulare, ricercatrice a Stanford e madre di due figli, si era trovata in difficoltà nell’allattarli. Sapeva che, secondo i medici, quella era la soluzione migliore perché riduceva la probabilità di problemi digestivi, eruzioni cutanee e, soprattutto, enterocolite necrotizzante, una malattia intestinale rara ma potenzialmente fatale nei neonati prematuri.

Se avesse trovato un’alternativa simile, creata in laboratorio, non ci sarebbe stato alcun rischio né per lei né per i suoi bambini.

Da qui il progetto BioMilq, finanziato nel 2020 da 3,5 milioni di dollari provenienti da un gruppo di investitori guidato da Bill Gates, il miliardario e fondatore di Microsoft. L’industria del latte artificiale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, valeva ben 52 miliardi di dollari nel 2021.

Ma, a differenza del latte vaccino in polvere, che è l’alternativa artificiale più utilizzata e soddisfa molte delle esigenze nutrizionali, «il prodotto di BioMilq corrisponde di più al profilo nutrizionale del latte materno», ha spiegato alla Cnn Strickland.

Come viene creato questo latte? A partire dalle cellule prelevate dal tessuto mammario umano e dal latte donati delle donne della comunità locale, che ricevono in cambio una gift card da spendere in una catena di negozi statunitensi che vendono anche prodotti per bambini.

I ricercatori fanno crescere le cellule in flaconi, dando loro sostanze nutritive, e poi le incubano in un bioreattore che imita l’ambiente di un seno. Ed è qui che le cellule secernono componenti del latte.

Ora è necessario che questo procedimento avvenga su scala più ampia e a un costo inferiore, e per Strickland ci vorranno dai 3 ai 5 anni per immettere il suo prodotto sul mercato. «Non esiste un quadro normativo», ha spiegato la biologa che dovrà convincere le autorità di regolamentazione della sicurezza di BioMilq per i bambini. Compito non facile per un prodotto alimentare coltivato in laboratorio.

Il prodotto di Strickland, comunque, non vuole essere un sostituto del latte materno, ma una possibile alternativa nei casi in cui questo manchi. Inoltre, si tratta di una soluzione che potrebbe rendere l’alimentazione dei bambini più sostenibile dal punto di vista ambientale, dato che non prevede l’allevamento degli animali “da latte”.

È stata questa promessa ecologica ad attirare gli investimenti della Breakthrough Energy Ventures di Bill Gates: insieme ad altri fondi, BioMilq ha raccolto ben 21 milioni di dollari nell’ottobre 2021.

Leggi anche
maternità
di Caterina Tarquini 3 min lettura
Sostenibilità
di Riccardo Liguori 3 min lettura