Futuro

NFT sostenibili. Si può fare!

I Non-Fungible Tokens sono pezzi unici digitali, opere d’arte o oggetti da collezione. Per produrli si consuma però molta energia. Ma ora un team italiano della School of Management di Londra ha risolto il problema
L'opera dell'artista Refik Anadol "Machine Hallucination Space: Metaverse Lot 1" alla Digital Art Fair Asia di Hong Kong,
L'opera dell'artista Refik Anadol "Machine Hallucination Space: Metaverse Lot 1" alla Digital Art Fair Asia di Hong Kong,
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
1 aprile 2022 Aggiornato alle 17:00

Partiamo dalle basi, ovvero da cos’è un Non-Fungible Tokens (NFT), la cui traduzione letterale è “Gettoni non fungibili”. Quando parliamo di NFT, infatti, facciamo riferimento a un’entità non scambiabile in virtù del proprio valore unico: può essere un’opera d’arte, un oggetto da collezione, una qualsiasi entità acquistabile con Ethereum.

Ethereum è una piattaforma open access al denaro digitale, la cui criptovaluta è l’Eth (seconda solo al Bitcoin). Per avere un’idea, un Eth può valere dai 3.000 ai 3.400 dollari.

Tornando agli NFT, questi permettono di creare un certificato di proprietà legato al file digitale di un prodotto, assicurandone l’autenticità e l’unicità. Non si compra l’oggetto in sé ma solo la sua titolarità, diventandone così l’unico proprietario.

Come ha ben spiegato Artribune, «se anche comprassimo un NFT in edizione singola, chiunque potrebbe salvare sul proprio desktop lo stesso jpeg che noi stiamo pagando milioni». Ciò non toglie che l’unico vero proprietario rimarrebbe comunque colui che ha pagato l’NFT.

Fatte queste precisazioni, non sorprende che questi tokens abbiano spopolato proprio nel mondo dell’arte, anche se ne esistono tanti altri esempi. Come Sorare, una realtà virtuale dove è possibile comprare figurine di calciatori digitali per creare le proprie squadre, che vengono poi valutate in base alle prestazioni dei calciatori nel mondo reale. Vince chi raggiunge più punti: come il fantacalcio reale, ma con gli NFT.

Per funzionare questi tokens risucchiano enormi quantità di energia, ricavata solitamente da fonti fossili: secondo Mashable Italia, una singola transazione in Ethereum produce circa 27,7 kg di CO2. Ecco come qualcosa di digitale e assolutamente immateriale può alimentare la crisi eco-climatica.

Al fine di sensibilizzare sui danni ambientali degli NFT, il professor Paolo Taticchi della UCL School of Management di Londra (nonché l’italiano under 40 più influente nel 2021 secondo Il Sole 24 ore), ha realizzato l’NFT sustainability manifesto, accessibile attraverso un NFT sostenibile e non in vendita.

Il suo team si è affidato alla piattaforma ad alta efficienza energetica Stratisphere alimentata dalla blockchain Stratis, che è basata su un algoritmo che convalida le transazioni con una minore intensità energetica rispetto a Bitcoin e Ethereum. «Supportiamo gli sforzi della UCL per aumentare la consapevolezza riguardo la sostenibilità relativa agli NFT e alla tecnologia blockchain nel suo insieme», ha spiegato Chris Trew, fondatore e CEO di Stratis. E in più, per compensare le (seppur basse) emissioni di carbonio associate al token, l’azienda Treedom ha piantato un albero per il progetto.

«Questo manifesto è una sorta di avvertimento per le organizzazioni responsabili e sostenibili che utilizzano gli NFT, per avvisare di farlo con cura e comprendendone i vantaggi, i rischi e le opportunità associati», ha scritto Paolo Taticchi. Una volta aperto il manifesto NFT, gli utenti si troveranno davanti nientemeno che la regina Elisabetta: “NFT. Usa e consuma responsabilmente”, recita la sua maglia.

Oltre al professor Taticchi, nel team (tutto italiano) troviamo il designer Michele Fabbro e l’artista Massimiliano Donnari (aka MAMO). «Ho deciso di adattare una delle mie famose “regine” a questo progetto - ha dichiarato Donnari - Il risultato è una regina alla moda che ci ricorda una influencer e che rappresenta il pianeta, diventando ambasciatrice del manifesto».

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