Futuro

Usa contro TikTok

Il governo americano ha deciso di agire contro la piattaforma social cinese. O viene venduta dai suoi attuali proprietari oppure verrà chiusa ai cittadini degli Stati Uniti. Decisione rischiosa. Conseguenze da valutare
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25 aprile 2024 Aggiornato alle 06:30

Nella stessa legge che ha accordato nuovi aiuti all’Ucraina e a Israele è entrato l’intervento voluto dal governo americano su TikTok.

La decisione è presa: o ByteDance vende TikTok, oppure la piattaforma sarà chiusa negli Stati Uniti.

Per realizzare questa chiusura, tutti i provider di accesso alla piattaforma sarebbero costretti a impedirne l’utilizzo.

Per esempio i negozi di app di Apple e Google non potrebbero distribuire TikTok. E le telco che offrono servizi internet dovrebbero bloccare l’uso di quella piattaforma.

Circa 170 milioni di americani sono interessati alla decisione perché usano TikTok: quelli che sanno come fare, potrebbero continuare a usarla con una Vpn. Un terzo degli adulti americani che hanno meno di 30 anni, dice Pew Research, prendono le notizie da TikTok. Le conseguenze di questa decisione, insomma, saranno importanti.

TikTok, come tutte le altre grandi piattaforme sociali, raccoglie dati sugli utenti: la localizzazione, i contatti, la voce e il viso, sono tutti dati personali che finiscono nei server della piattaforma cinese, come del resto delle piattaforme sociali americane, ricorda il Financial Times.

Questo fatto, sommato al sospetto che la piattaforma possa fare avere al governo cinese le informazioni sugli americani, è alla base della decisione di contrastare TikTok o di tagliare i ponti che la legano alla Cina. Nessuno ha mai provato che il governo cinese usi TikTok per spiare gli americani, ma il sospetto non scompare.

A quanto pare il governo americano è preoccupato per la sicurezza nazionale, mentre non lo è per gli effetti diseducativi che alcuni osservatori associano all’utilizzo di TikTok.

Sono casomai i cinesi a essere preoccupati di questo, tanto che hanno approvato leggi che obbligano Douyin, la piattaforma analoga a TikTok che si usa in Cina, a pubblicare contenuti educativi, a censurare i contenuti politicamente pericolosi, soprattutto a limitare l’accesso dei giovani. In generale, una legge vieta l’uso dello smartphone per più di due ore al giorno ai minori di 18 anni.

Collegando l’intervento su TikTok alla geopolitica più che alla privacy o alle esigenze del sistema educativo, gli Stati Uniti hanno aggirato preoccupazioni e norme che proteggono la libertà di espressione. E per realizzare l’intervento contano di poter obbligare le aziende private americane a rinunciare a una parte dei loro redditi, quella che TikTok produce.

Ogni volta che si interviene nel sistema complesso dell’ecologia dei media si producono conseguenze dirette e indirette. Sono queste ultime le più pericolose, perché sono le meno prevedibili.

Anche per questo è particolarmente difficile valutare le conseguenze della decisione americana. Chiaramente, la soluzione più semplice sembra la vendita. Anche perché per ByteDance la chiusura sarebbe una perdita secca.

Ma il prezzo rispecchierà il valore? Solo se ci sarà una gara all’acquisto.

Escludendo che Elon Musk voglia immergersi in quest’altra complicata avventura, escludendo che l’antitrust possa consentire a Meta un acquisto del genere, escludendo che un’azienda attenta alla privacy come Apple possa volersi immischiare in un business fondamentalmente basato sulla sorveglianza, gli interessati potrebbero essere degli outsider del settore. Che però dovrebbero disporre di qualche decina di miliardi da investire in questa piattaforma: se Twitter è costata 44 miliardi, con il doppio degli utenti ma probabilmente minore ingaggio, TikTok non potrebbe costare molto meno, sebbene la vendita forzata non favorisca il venditore.

Si vedrà come va a finire. Ma un fatto è certo: il Paese che fa della libertà di transazione, espressione e mercato il suo carattere identitario ha posto ancora una volta un limite a queste libertà sulla base della sicurezza nazionale. Non invece sulla base dei diritti umani, come avviene in Europa. E le conseguenze di questa osservazione, invece, sono piuttosto leggibili: alla luce dell’esperienza storica, quando gli Stati Uniti si trovano in una sorta di guerra fredda, tendono ad acquisire alcuni comportamenti del loro avversario.

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