Ambiente

Arizona: l’acqua è un bene sempre più prezioso (e raro)

Alle prese con una siccità pluridecennale, e con temperature medie che aumentano di anno in anno, lo Stato americano deve ora fronteggiare anche un altro problema: le speculazioni sulla scarsità dell’oro blu
Credit: NASA Earth/ZUMA Press Wire/ZUMAPRESS.com  

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23 aprile 2024 Aggiornato alle 19:00

Lo scorso 22 maggio il governo federale Usa ha raggiunto un accordo per la riduzione dei prelievi di acqua dal bacino del fiume Colorado con California, Arizona e Nevada, che hanno accettato di ridurre del 13% fino al 2026 la quantità d’acqua prelevata dal fiume in cambio di sovvenzioni per 1,2 miliardi di dollari da Washington.

Lo scopo è mettere una pezza a una situazione di scarsità idrica che nel Sud-Ovest degli Stati Uniti va avanti dall’inizio del secolo, con rischi sempre maggiori per l’approvvigionamento di città, coltivazioni e industrie.

Tra gli Stati più toccati dalla crisi del fiume, che fornisce acqua a 40 milioni di persone e negli ultimi vent’anni ha perso il 20% della propria portata, c’è l’Arizona, 7 milioni di abitanti e una superficie di quasi 300.000 chilometri quadrati, nota in tutto il mondo per il Grand Canyon, scavato da quello stesso Colorado oggi stremato.

Ad aggravare la penuria d’acqua dello Stato, oltre alla siccità e ai prelievi per usi agricoli e industriali, ci si è messo anche il clima, in una regione in gran parte desertica: secondo il National Weather Service, con 55 giorni oltre i 43 °C, il 2023 è stato il quarto più caldo registrato nella capitale Phoenix.

Il Colorado evapora, le piogge latitano, le coltivazioni soffrono e avrebbero bisogno di più acqua, che però non si può prelevare: e il circolo vizioso è completo. In molte zone, nei periodi più caldi, l’acqua è razionata o distribuita con le autobotti, e anche le riserve di acque sotterranee sono in crisi, tanto che lo scorso giugno la governatrice democratica Katie Hobbs ha imposto lo stop alla costruzione di nuove case a Phoenix, sulla scorta di una proiezione dell’Arizona Department of Water Resources secondo cui, senza azioni di contrasto, la disponibilità d’acqua nell’area non sarebbe bastata per i prossimi 100 anni.

E come in una corsa all’oro al contrario, dove non è l’abbondanza ma la scarsità ad allettare con prospettive di guadagno, c’è chi approfitta della siccità. «Con le continue carenze sul fiume dovute ai cambiamenti climatici, l’acqua del Colorado diventerà molto preziosa – ha spiegato a The Guardian Rhett Larson, professore di diritto dell’acqua all’Arizona State University – Chiunque capisca questa dinamica pensa: “Se potessi acquistare i diritti sull’acqua del fiume, sarebbe più prezioso che possedere petrolio”».

Così ha fatto per esempio una società privata in una piccola località sul Colorado, Cibola, 200 anime all’estremo ovest dello Stato: qui la Greenstone Resource Partners LLC ha acquistato circa 200 ettari di terreno agricolo, di cui ha rivenduto i diritto idrici a Queen Creek, un sobborgo di Phoenix oltre 300 chilometri più a est, dai cui rubinetti esce ora acqua prima usata per irrigare i campi di Cibola.

Il guadagno lordo dell’operazione, per Greenstone, è stato di 14 milioni di dollari.

Secondo molti, casi come questi potrebbero diventare sempre più frequenti, e a farne le spese sarebbero le piccole comunità rurali, in una lotta tra città e campagne per l’acqua. Servirebbero risposte sul piano della legislazione, che ha troppe zone grigie, in cui hanno gioco facile a muoversi gli investitori più spregiudicati, come l’azienda saudita Fondomonte, che in assenza di chiari limiti allo sfruttamento delle falde ha pompato per anni nelle sue fattorie grandissime quantità di acqua.

Lacune riconosciute dalla governatrice Hobbs, che nel suo discorso sullo “stato dello Stato” di inizio gennaio ha promesso di aggiornare le regole sull’uso delle acque sotterranee. «Non possiamo continuare a lasciare che individui e aziende sfruttino queste lacune e ci derubino del futuro dell’acqua», ha detto.

L’Arizona attende, nella speranza, magari, che di siccità si parli anche nell’imminente campagna per la presidenza tra Trump e Biden.

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