Ambiente

Serre indoor e vertical farm: quanto consumano?

Le due nuove pratiche agricole sono sempre più diffuse ma sollevano il tema dei consumi energetici necessari alla produzione
Credit: Zhu Xudong/Xinhua via ZUMA Wire  

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15 aprile 2024 Aggiornato alle 11:00

Le moderne serre high-tech e le vertical farm, sempre più diffuse soprattutto se piccole, sono in grado di ricreare ambienti adatti all’agricoltura in qualsiasi situazione.

Queste strutture sembrano capaci di aggirare ogni problema, compreso l’aumento delle conseguenze dei cambiamenti climatici, come siccità e inondazioni e anche le infestazioni di parassiti non hanno importanza.

Tutto bene, dunque? No. «Alcuni coltivatori stanno strappando il controllo delle loro colture alla natura», scrive Anna Phillips in un articolo sul Washington Post. Queste pratiche infatti hanno un inevitabile costo ambientale, dovuto principalmente al grosso dispendio di energia necessaria ad alimentare la produzione, generata nella maggior parte dei casi attraverso combustibili fossili.

Secondo alcuni attivisti dell’ambiente, solitamente si tratta delle stesse tecnologie per il comfort umano che si vedono anche negli uffici e nelle abitazioni ma che in questi casi sono applicate su larga scala alle piante, soprattutto per velocizzare la loro crescita: appositi sistemi di illuminazione, raffreddamento e deumidificazione, efficienti impianti idrici, che richiedono grandi quantità di energia, in sostituzione della luce solare.

Basti pensare alle zone dove per esempio fa più freddo: qui gli agricoltori riscaldano le loro serre indoor con gas naturale o propano, ovvero le opzioni più economiche.

Tutto questo costituisce un bel problema perché il settore è in crescita. Dall’ultimo censimento ufficiale dell’agricoltura negli Stati Uniti è emerso che tra il 2017 e il 2022 i terreni utilizzati per coltivare ortaggi ed erbe aromatiche nelle serre sono aumentati di quasi 2 milioni di metri quadrati, con un balzo in avanti del 18%.

«Sebbene le colture coltivate nelle fattorie indoor siano ancora una piccola percentuale di ciò che si trova sugli scaffali dei supermercati, si stanno facendo strada in alcune parti del Paese - aggiunge il Wp - Oggi, nel New England, circa il 20% delle verdure a foglia verde in vendita proviene da aziende agricole in ambiente controllato».

E così si torna al problema del consumo di energia nel comparto, che varia molto a seconda delle dimensioni delle realtà in questione. Uno studio condotto su 12 fattorie indoor dall’organizzazione no-profit Resource Innovation Institute ha rilevato che cinque tra queste utilizzavano tanta energia per metro quadrato quanto un ospedale. Una vertical farm, in particolare, consumava tanta energia per metro quadrato quanto un data center.

In conclusione, da un lato queste attività agricole possono promuovere prodotti più sicuri, nutrienti e freschi, rispetto alle classiche coltivazioni da campo, perché non si servono di pesticidi e spesso sono a chilometro zero. Inoltre vantano un minore spreco di acqua. Dall’altro lato, però, il “problema energia” continua a porsi.

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