Ambiente

Il mare? Che diventi personalità giuridica

Ieri, 11 aprile, si è celebrata la Giornata Nazionale del Mare, ricorrenza importante che ha tuttavia pochi effetti in termini di tutela. Si può osare di più. Ecco come
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12 aprile 2024 Aggiornato alle 17:00

Dal 2018, ovvero dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 229/2017, in Italia l’11 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Nazionale del Mare.

La ricorrenza è stata istituita con l’obiettivo di diffondere consapevolezza sull’importanza della grande distesa blu a livello di risorsa economica, culturale, scientifica e ricreativa, ma soprattutto per incoraggiarne la tutela promuovendo comportamenti virtuosi da parte della collettività.

Un’occasione, insomma, per invitare in particolare i più giovani, a famigliarizzare con questo straordinario bacino di vita che, lo ricordiamo, è la principale fonte di ossigeno del nostro pianeta e fornisce sussistenza alimentare per oltre 3 miliardi di persone.

In occasione della Giornata del Mare, vengono organizzate in tutto il territorio nazionale diverse iniziative tra cui attività didattiche nelle scuole, conferenze, seminari, azioni di pulizia delle spiagge e fondali, promozione del turismo sostenibile, mostre, eventi culturali, etc.

Nonostante ciò, anche nel nostro paese, questo prezioso ecosistema è costantemente minacciato da inquinamento, microplastiche, pesca intensiva e attività estrattive.

Insomma, una data cerchiata in rosso sul calendario ha la sua utilità, ma non basta. Bisognerebbe osare di più, e pretendere, almeno per le acque territoriali di nostra competenza, l’attribuzione di personalità giuridica.

È stato fatto nel 2017 in Nuova Zelanda col fiume Whanganui, nel 2018 in Colombia col Rio delle Amazzoni e l’Amazzonia, nel 2019 col Golfo dell’Uruguay, nel 2021 in Canada per il fiume Magpie e lo stesso si sta tentando di fare in Messico col Mare di Cortez.

È vero, in Italia esistono già leggi e regolamenti che tutelano l’ambiente marino tra cui il Codice dell’ambiente (D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152), la legge quadro sulla Protezione dell’ambiente marino (n. 979 del 18 dicembre 2001), la Normativa sulla zona economica esclusiva, più regolamenti specifici sulla pesca, sull’acquacoltura e piani di gestione del mare e delle zone costiere.

Ma un conto è stabilire norme di protezione di un determinato contesto ambientale, un altro sancirne diritti fondamentali quali per esempio la tutela e la salute.

Col riconoscimento del mare come personalità giuridica questo avrebbe rappresentanza legale in tribunale, sarebbe cioè possibile intentare azioni legali e chiedere danni, emettere ordini restrittivi o procedimenti penali in caso di violazioni gravi, nonché disporre ingiunzioni e ordinanze per fermare immediatamente le attività che lo danneggiano.

In sintesi si otterrebbe un riconoscimento legale più forte e specifico, garantendo di conseguenza una maggiore protezione rispetto alle leggi convenzionali.

Una soluzione di questo tipo, poi, aprirebbe la strada a nuove forme di innovazione legale e sociale tra cui lo sviluppo di strumenti giuridici e istituzionali per la sua tutela, nonché a modelli di gestione sostenibile a salvaguardia del suo ecosistema e della biodiversità.

Lo sappiamo bene, il nostro idealismo appare sconfinato, eppure ne siamo certi, l’unica strada per garantire un futuro del nostro Pianeta è riconoscerlo almeno come nostro pari.

I francesi chiamano il mare, la mer, al femminile, come fosse la genitrice da cui tutti dipendiamo. Privereste vostra madre dei suoi diritti fondamentali?

Buon vento!

*L’articolo originale su Bolina.it

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