Futuro

Industria musicale, stop all’utilizzo dell’AI: la richiesta di cantanti e artisti

“Chiediamo agli sviluppatori di intelligenza artificiale di non creare o implementare tecnologie che minino o sostituiscano l’abilità umana o neghino il giusto compenso per il nostro lavoro”, si legge nella lettera aperta della Artist Rights Alliance firmata da oltre 200 celebrità
Credit: 愚木混株 cdd20 
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 aprile 2024 Aggiornato alle 15:00

“Chiediamo a tutti gli sviluppatori di intelligenza artificiale, alle aziende tecnologiche, alle piattaforme e ai servizi di musica digitale di impegnarsi a non sviluppare o implementare tecnologie, contenuti o strumenti di generazione musicale basati sull’intelligenza artificiale che minino o sostituiscano l’abilità artistica umana di cantautori e artisti o ci neghino un giusto compenso per il nostro lavoro”.

È questo l’appello di oltre 200 artisti (tra cui Billie Eilish, Imagine Dragons, Nicki Minaj, Camila Cabello, Jonas Brothers, Sam Smith, Katy Perry, Zayn Malik) firmatari della lettera aperta lanciata dalla Artist Rights Alliance. La richiesta è semplice: smettere di creare o rafforzare tutte quelle tecnologie capaci di “sostituire” e svalutare il lavoro dei musicisti.

In realtà, si legge nella lettera, i firmatari non chiedono di vietare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella produzione e creazione delle canzoni: credono infatti nel potenziale dell’AI che, se utilizzata correttamente e responsabilmente, potrebbe essere un valido strumento e supporto per gli artisti.

“Sfortunatamente, alcune piattaforme e sviluppatori utilizzano l’intelligenza artificiale per sabotare la creatività e indebolire artisti, cantautori, musicisti e titolari dei diritti (delle opere musicali, ndr). Se utilizzata in modo irresponsabile, l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia enorme per la nostra capacità di proteggere la privacy, le identità, la musica e i nostri mezzi di sussistenza”. Il rischio più grande, in particolare, è per tutti quegli artisti emergenti che stanno tentando di farsi strada nel mondo della musica.

Il direttore esecutivo della Artist Rights Alliance ha evidenziato come già le condizioni di cantanti e musicisti siano precarie in un’era dominata dall’ascolto in streaming: ora, all’elenco delle preoccupazioni, c’è da aggiungere anche l’AI. Proprio qualche giorno fa, OpenAI ha presentato Voice Engine, un nuovo tool capace di imitare le voci umane usando brevi clip di 15 secondi; tuttavia, ha spiegato l’azienda madre di ChatGPT, questo nuovo strumento non è ancora pronto per il lancio sul mercato, a causa di possibili usi impropri (soprattutto in vista delle presidenziali negli Stati Uniti).

L’abuso dell’intelligenza artificiale non è un problema solo delle etichette discografiche e dei musicisti. Infatti, gli attori e gli sceneggiatori che nel 2023 hanno scioperato per più di 100 giorni chiedevano, tra le altre cose, anche di mettere un freno all’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo del cinema e della tv.

Il testo della lettera

Noi, sottoscritti membri della comunità di artisti e cantautori, invitiamo gli sviluppatori, le società tecnologiche, le piattaforme e i servizi digitali di musica di interrompere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per violare e svalutare i diritti degli artisti umani.

Non cadiamo in errore: noi crediamo che, quando usata responsabilmente, l’AI abbia un enorme potenziale per promuovere la creatività umana in modo tale da consentire lo sviluppo e la crescita di nuove ed entusiasmanti esperienze per gli appassionati di musica di tutto il mondo.

Sfortunatamente, alcune piattaforme e sviluppatori utilizzano l’intelligenza artificiale per sabotare la creatività e indebolire artisti, cantautori, musicisti e titolari dei diritti.

Se utilizzata irresponsabilmente, l’intelligenza artificiale è una minaccia enorme per la nostra capacità di proteggere la nostra privacy, le nostre identità, la nostra musica e i nostri mezzi di sussistenza. Alcune delle più grandi e più potenti aziende stanno, senza permesso, utilizzando il nostro lavoro per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Questi sforzi puntano a sostituire il lavoro degli artisti umani con “suoni” e “immagini” create dall’intelligenza artificiale che diminuiscono sostanzialmente le royalties pagate agli artisti. Per molti musicisti, artisti e cantautori che cercano di affermarsi, questo sarebbe catastrofico.

Senza un controllo, l’Al metterà in moto una corsa al ribasso che indebolirà il valore del nostro lavoro e ci impedirà di essere equamente ricompensati.

Questo attacco alla creatività umana deve essere fermato. Dobbiamo proteggerci dall’uso predatorio dell’intelligenza artificiale per rubare voci e sembianze di artisti professionisti e violare i diritti dei creatori e distruggere l’ecosistema musicale.

Leggi anche
elezioni
di Ilaria Marciano 3 min lettura