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I 146 giorni in cui Hollywood ha smesso di girare (in tutti i sensi)

Il 24 settembre, il lungo sciopero degli sceneggiatori che durava da oltre 5 mesi è giunto al termine. Con la vittoria in pugno
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30 settembre 2023 Aggiornato alle 09:00

Hollywood è un quartiere di Los Angeles, che è una città della California, che è uno dei 50 Stati degli Stati Uniti d’America. Ma Hollywood non è solo un quartiere di Los Angeles, è un po’ il centro del mondo del cinema e della televisione.

In effetti, è a Los Angeles che molti dei film e dei programmi televisivi più famosi al mondo vengono scritti, girati e trasmessi.

Da maggio e fino a domenica scorsa, per 146 lunghissimi giorni, Hollywood ha smesso di girare, in tutti i sensi. Non si giravano più film, serie e programmi Tv. E se a Hollywood non si gira, il mondo smette di girare! 146 giorni fa, infatti, gli sceneggiatori hanno incrociato le braccia e hanno detto “basta”.

Il lavoro degli sceneggiatori e delle sceneggiatrici è quello di scrivere i copioni dei film, delle serie ma anche dei programmi Tv. Quasi tutto quello che vedi su piccolo e grande schermo, infatti, è stato scritto da qualcuno.

Gli scrittori e le scrittrici statunitensi però hanno smesso di scrivere. Hanno fatto, come si dice, uno sciopero. Uno sciopero è quando una categoria di persone - sceneggiatori, ma anche autisti, ferrotranvieri, professori, infermieri, ecc. - smette di lavorare per denunciare le sue condizioni di lavoro e chiedere che siano migliorate.

A maggio gli sceneggiatori e le sceneggiatrici statunitensi sono entrati in sciopero e, a luglio, sono stati raggiunti dagli attori e dalle attrici. Uno sciopero così grande di queste due categorie non si vedeva dal 1960, quando l’avvento della televisione aveva reso più fragili i mestieri di chi lavorava finora solo nel cinema.

Grazie allo sciopero del 1960, gli attori e gli sceneggiatori erano riusciti a ottenere un importante diritto: ogni volta che un film o un programma veniva diffuso in Tv, loro ricevevano un piccolo guadagno, più o meno grande a seconda del numero di telespettatori. Era ed è tuttora un modo di non rimanere senza un centesimo tra un progetto e l’altro, ché attori e sceneggiatori non ricevono uno stipendio tutti i mesi ma solo ogni volta che realizzano un progetto.

Ora, oltre al cinema e alla televisione, si sono aggiunte le piattaforme di streaming, quelle che ti permettono di vedere i film e i cartoni a qualunque ora, anche sul computer o sul telefono. Queste piattaforme guadagnano tantissimi soldi con gli abbonamenti ma, finora, se li tenevano tutti per sé. Ad attori e sceneggiatori versavano un piccolissimo compenso, anche quando le serie o i film venivano visualizzati milioni di volte.

Gli attori e gli sceneggiatori volevano ottenere una parte più importante e giusta di guadagni, come succede con la televisione. Inoltre, chiedevano di mettere dei limiti all’uso dell’intelligenza artificiale. Gli sceneggiatori hanno chiesto che nessun computer possa scrivere al posto loro e gli attori, invece, vogliono che il loro corpo e la loro voce non venga copiata per far dire loro o far fare loro cose che non sono vere.

Nessuno credeva che questo sciopero avrebbe avuto successo. Troppo grandi e potenti, le piattaforme. Troppo piccoli e spiantati, gli scrittori e le scrittrici. E invece, piccoli, spiantati ma agguerritissimi e, soprattutto, molto uniti, gli scrittori hanno convinto gli attori, prima, il mondo poi e, per finire, gli studios.

Dopo 146 giorni il sindacato degli sceneggiatori, che si chiama Writers Guild of America, ha finalmente trovato un accordo con l’Amtpt, l’alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, e un grande contratto fitto fitto verrà firmato settimana prossima. Gli sceneggiatori hanno vinto la loro battaglia e sembra che gli attori vinceranno presto la loro.

Gli scrittori e le scrittrici, che nessuno vede e di cui nessuno si accorge perché le loro parole vengono dette da altri, si sono fatti sentire proprio tenendosi le parole per sé. Per mesi, la televisione americana ha trasmesso programmi vecchi o noiosissimi e si dice che lo sciopero sia costato circa 5 miliardi di dollari a causa di tutti i film non realizzati.

Gli scioperi sono noiosi, è vero. È una gran seccatura quando si fermano i treni, quando le scuole non aprono e quando non possiamo più andare al cinema perché non c’è niente da vedere. Ma è proprio grazie alle cose che non possiamo più fare che ci rendiamo conto di quanto sono importanti e di quanto è importante lottare per le cose importanti.

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