Diritti

Usa, stupro studentessa Virginia: le scuole sono responsabili?

A 11 anni, B.R. (oggi 24enne) è stata molestata sessualmente alla Rachel Carson Middle School da alcuni coetanei. Nel 2019 ha avviato una causa contro gli istituti pubblici della contea di Fairfax per non essere “riusciti a fornirle un ambiente di apprendimento sicuro”
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Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 aprile 2024 Aggiornato alle 10:00

B.R. aveva 11 anni quando alcuni studenti della Rachel Carson Middle School hanno iniziato a maltrattarla e molestarla sessualmente. A 12, secondo la sua testimonianza, le molestie si sono trasformate in stupri, ripetuti, alla fermata dell’autobus e nei boschi vicini.

Nel 2019 ha intentato una causa alle scuole pubbliche della contea di Fairfax, che “non sono riuscite a fornirle un ambiente di apprendimento sicuro”. La vicenda, sostiene, è una una violazione dei suoi diritti ai sensi del Titolo IX, la legge federale sui diritti civili che vieta la discriminazione basata sul sesso (compresi gravidanza, orientamento sessuale e identità di genere) in qualsiasi programma o attività educativa che riceva finanziamenti federali.

Oggi ha 24 anni e chiede un risarcimento dei danni per i problemi di salute mentale e fisica che sarebbero legati a un disturbo da stress post-traumatico dovuto agli eventi che avrebbe vissuto in seconda media. La domanda a cui deve rispondere il tribunale non è tanto (o non solo) cosa sia accaduto nel 2011, ma soprattutto cosa sapesse la scuola e quali azioni avesse intrapreso per gestire la situazione.

Secondo l’istituto, all’epoca è stato fatto tutto il necessario: in una dichiarazione, un portavoce della Fairfax County Public Schools (Fcps) ha affermato che «Più di 10 anni fa, amministratori, consulenti, insegnanti e personale dedicati hanno aiutato questa ex studentessa e hanno affrontato le sue preoccupazioni». La difesa non solo sostiene che nessuno stupro è mai stato denunciato, ma ha messo in dubbio (in modo “aggressivo”, ha scritto Karina Elwood sul Washington Post) la credibilità della donna.

A novembre, il consiglio scolastico della contea di Fairfax aveva presentato una mozione chiedendo di archiviare la causa, affermando di avere prove che l’ex studentessa avesse inventato le accuse. Il giudice aveva respinto la richiesta.

Il verdetto dovrebbe arrivare questo mese. In ballo, però, c’è una questione che va al di là della vicenda di B.R. Secondo Elwood, infatti, questo caso “solleva interrogativi critici sulla misura in cui le scuole possono essere ritenute legalmente responsabili per ciò che accade sia nel campus che dopo la scuola tra gli studenti”. Un tema che in Virginia negli ultimi anni è stato particolarmente caldo: nel 2022, secondo il Fairfax Youth Survey, oltre il 16% delle studentesse dai 13 ai 17 anni ha dichiarato di essere stato molestato sessualmente nell’ultimo anno almeno una volta e ogni anno i casi di aggressione denunciati sono centinaia (senza contare l’enorme sommerso che rimane nascosto).

Il problema è (anche, e soprattutto) l’atteggiamento delle amministrazioni scolastiche. Che, come nel caso dello studente che dopo aver commesso una violenza sessuale è stato trasferito in un altro campus, dove ha aggredito un’altra ragazza, sono finite in tribunale (o hanno pagato fior di milioni in avvocati) per la cattiva gestione dei casi di violenza e molestie.

Nel 2022, un rapporto del gran Jury ha condannato il modo in cui le scuole di Loundon hanno gestito le aggressioni sessuali. Nel febbraio del 2023, il consiglio scolastico della contea ha votato per mantenere privati ​​i risultati di un rapporto indipendente sulle aggressioni sessuali e pochi mesi dopo la famiglia di una delle due adolescenti ha fatto causa per 30 milioni di dollari per non aver seguito il protocollo del Titolo IX.

«1 ragazza su 4 e 1 ragazzo su 6 subiscono abusi sessuali prima di diplomarsi alla scuola superiore. Questo è inaccettabile - ha detto Alex Prout, co-fondatore dell’organizzazione I Have the Right To e padre di una survivor di violenza sessuale - Ma ciò che è ancora più inaccettabile è che le nostre scuole o istituzioni spendano milioni di dollari per mettere a tacere le vittime di violenza sessuale».

Quello di B.R. non è il primo caso in cui il sistema scolastico di Fairfax finisce sotto accusa. Una querelante identificata come Jane Doe aveva accusato l’amministrazione scolastica di non aver risposto adeguatamente alle sue denunce, in cui riportava un’aggressione sessuale durante un viaggio d’istruzione. Nel luglio dello scorso anno Rachna Sizemore Heizer, presidente del consiglio scolastico della contea di Fairfax, ha firmato un accordo accettando di pagare 587.500 dollari per chiudere la una causa civile.

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