Diritti

Onu: lo Stato Islamico ha reclutato persone dall’Asia centrale

Secondo le Nazioni Unite, il gruppo che ha rivendicato l’attacco che ha provocato la morte di almeno 139 cittadini in una sala concerto a Mosca ha arruolato militanti di altri gruppi terroristici
Un fermo immagine tratto da un video fornito dal servizio stampa del Comitato Investigativo Russo mostra i soccorritori al lavoro all'interno della sala concerti Crocus City Hall bruciata in seguito a un attacco terroristico a Krasnogorsk, fuori Mosca, Russia, 23 marzo 2024. 
Un fermo immagine tratto da un video fornito dal servizio stampa del Comitato Investigativo Russo mostra i soccorritori al lavoro all'interno della sala concerti Crocus City Hall bruciata in seguito a un attacco terroristico a Krasnogorsk, fuori Mosca, Russia, 23 marzo 2024.  Credit: EPA/RUSSIAN INVESTIGATIVE COMMITEE
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
26 marzo 2024 Aggiornato alle 12:00

Venerdì sera circa 6.000 spettatori stavano aspettando l’inizio di un concerto della rock band Picnic in una sala all’interno del Crocus City Hall di Mosca, quando alcuni aggressori hanno fatto irruzione e hanno iniziato a sparare. Il bilancio, ancora provvisorio, è di almeno 139 vittime. Poco dopo l’attacco, lo Stato islamico l’ha rivendicato e ha pubblicato prove video per dimostrare il proprio coinvolgimento.

Quattro uomini sono stati arrestati e accusati di essere gli esecutori della sparatoria: le autorità russe li hanno identificati come Dalerdzhon Mirzoyev, Saidakrami Murodali Rachabalizoda, Shamsidin Fariduni e Muhammadsobir Fayzov. Sarebbero tutti cittadini del Tagikistan o di origine tagika, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa statale russa Tass.

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu a gennaio e ripreso dal Guardian e dal New York Times in questi giorni, l’anno scorso lo Stato Islamico avrebbe promosso un’importante campagna di reclutamento rivolta ai militanti del Tagikistan e di altri paesi dell’Asia centrale, e in particolare a membri esperti di gruppi con una lunga storia di attacchi terroristici alle spalle. Secondo il documento, “il reclutamento di afghani nell’ISIL-K è stato consistente” e “gli afghani sono stati spesso utilizzati per le operazioni”. L’Isil-K, o Isis-K, o ISKP, o ancora Stato islamico del Khorasan, attivo in Asia meridionale e centrale, è ritenuto da alcuni analisti la più forte affiliata dello Stato islamico al di fuori dell’Africa.

Secondo quanto dichiarato dai servizi di intelligence occidentali e non, nel 2023 lo Stato Islamico avrebbe lanciato una campagna di reclutamento rivolta a militanti provenienti dall’Asia centrale, cercando in particolare di arruolare membri esperti di gruppi già esistenti con una lunga storia di attacchi terroristici. Quando ha rivendicato l’attacco, lo Stato Islamico l’ha definito “un potente colpo contro la Russia” e si è vantato di aver ucciso dei cristiani. Tuttavia, fin da subito e senza alcuna prova, i funzionari russi hanno accusato l’Ucraina di essere la vera responsabile dell’attentato.

Lunedì 25 marzo, per la prima volta dall’attentato, il presidente Vladimir Putin ha ammesso che gli attacchi sono stati commessi dallo Stato Islamico, come rivendicato dall’Isis-K, ma ha aggiunto che i funzionari russi non sanno chi sia stato a «ordinare» la strage, insinuando ancora un coinvolgimento dell’Ucraina. L’attentato, ha detto Putin, «è un atto di intimidazione da parte dell’Ucraina», parte di «una serie di tentativi da parte di coloro che dal 2014 sono in guerra con il nostro Paese per mano del regime neonazista di Kyiv di seminare panico e discordia». Kyiv nega fermamente.

Secondo il rapporto dell’Onu, la Turchia sarebbe l’hub logistico per le operazioni dell’Isis-K in Europa. Il gruppo avrebbe creato un canale Telegram e utilizzato diverse altre piattaforme di social media per trasmettere propaganda rivolta ai tagiki e ad altri nella regione. “Nonostante la diminuzione del numero di attacchi perpetrati dall’Isis-K [ISKP] e la sua recente perdita di territorio, le perdite e l’alto tasso di abbandono tra le figure dirigenziali di alto e medio livello… il gruppo [è visto] come la più grande minaccia all’interno dell’Afghanistan, con la capacità di proiettare una minaccia nella regione e oltre”, spiega il documento. Il gruppo “ha adottato una strategia di reclutamento più inclusiva, anche concentrandosi sull’attrazione dei Talebani disillusi e dei combattenti stranieri”.

Lo stesso gruppo sarebbe responsabile di un attentato in Iran risalente a gennaio, in cui circa 100 persone sono morte mentre si trovavano a una cerimonia di commemorazione. Inoltre, “gli Stati membri hanno rilevato l’esistenza di complotti operativi in Stati europei pianificati o condotti dall’Isis-K [ISKP]”, con membri tagiki, turkmeni e kirghisi legati all’Isis-K [ISKP] arrestati quest’estate “in Germania, mentre progettavano di condurre attacchi terroristici ad alto impatto per i quali stavano ottenendo armi e possibili obiettivi”. Martedì, riporta il Guardian, le autorità tedesche hanno arrestato due presunti estremisti afghani che si ritiene stessero pianificando un attacco al Parlamento svedese. Uno dei due avrebbe viaggiato dalla Germania per unirsi all’ISKP.

Negli ultimi anni, i tagiki sarebbero stati coinvolti in numerosi altri attentati in Europa e in Turchia. Da quando l’Isis-K è stato fondato 8 anni fa, ha lanciato centinaia di attacchi contro obiettivi civili e forze di sicurezza, anche occidentali, soprattutto in Afghanistan. Il passaggio a obiettivi internazionali, spiega il Guardian, potrebbe essere stato indotto dalle direttive dei vertici dello Stato islamico in Iraq e Siria, dove il gruppo ha subito perdite significative. La guerra a Gaza, in questo contesto, potrebbe aver fornito una potenziale opportunità di reclutamento per i gruppi estremisti islamici. Il rapporto conclude che ci sono “complotti operativi in corso e non conclusi sul suolo europeo condotti dall’Isis-K”.

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