Ambiente

Siccità: l’India ha sete e teme le ondate di calore estive

L’emergenza idrica nel Paese preoccupa cittadini e Governo: a marzo la disponibilità di acqua potabile nei principali bacini ha toccato i livelli più bassi degli ultimi 5 anni
Credit: Prabhat Kumar Verma via ZUMA Wire  
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22 marzo 2024 Aggiornato alle 11:00

L’India ha sete. Le disponibilità di acqua potabile nei principali bacini del Paese nel mese di marzo hanno toccato i livelli più bassi degli ultimi 5 anni. I dati del Governo indicano una preoccupante, possibile, ulteriore riduzione della disponibilità idrica ed elettrica in vista della prossima estate.

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, oggi, 22 marzo, il Dipartimento meteorologico indiano (Imd) ha avvertito la popolazione: la bella stagione quest’anno sarà ancora più calda e secca.

Nel dettaglio, 150 bacini idrici forniscono acqua potabile per le persone e per l’irrigazione. Non solo: rappresentano la principale fonte di energia idroelettrica nazionale; ma secondo le informazioni in possesso del Governo federale, sono stati riempiti solo fino al 40% della capacità rispetto alla scorsa settimana.

La situazione appare critica in diverse aree, tra cui la cosiddetta “Silicon Valley” indiana di Bangalore, sede di aziende come Google, dove l’approvvigionamento di acqua è stato ridotto e i residenti sono stati invitati sia a fare meno docce sia a utilizzare posate usa e getta.

Questa città strategica fa parte di un’altra regione in grosse difficoltà: lo Stato meridionale del Karnataka, dove il serbatoio principale è sceso fino al 16% della capacità, sta affrontando la peggiore siccità da oltre 4 decenni.

Inoltre in altri Stati industrializzati come il Maharashtra, l’Andhra Pradesh, l’Uttar Pradesh e il Punjab i livelli di acqua sono al di sotto delle medie degli ultimi 10 anni.

Nel complesso in queste settimane le riserve idriche hanno raggiunto le soglie minime dal 2019, quando la capacità dei bacini è scesa al 35% e ha visto le città del sud come Chennai restare senza acqua.

Tra i vari allarmi, poi, c’è quello relativo alle ondate di caldo estremo che di solito, in aprile e maggio, colpiscono i centri urbani centrali e meridionali e che in questa situazione potrebbero aggravare l’emergenza.

Normalmente le risorse idriche dell’India vengono reintegrate solo intorno a giugno attraverso le piogge pre-monsoniche e monsoniche, anche se l’anno scorso quest’ultime sono state le più “leggere” dal 2018 (complice El Niño che ha reso l’agosto del 2023 il più secco da più di un secolo), contribuendo tra l’altro alla crisi idrica.

Il coordinatore della Coalizione per la sicurezza idrica Sandeep Anirudhan, riporta Reuters, ha lanciato un allarme di un certo peso: «A lungo termine, c’è il rischio di guerre per l’acqua se i Governi non agiscono ora».

In un momento così difficile, il tema della produzione idroelettrica dell’India passa in secondo piano anche agli occhi e nelle intenzioni del Governo ma, naturalmente, non è secondario “in assoluto” visto che in 10 mesi (a partire dall’aprile del 2023) si è registrato un calo del 17%, nonostante la forte domanda di elettricità.

In generale, la produzione di energia idroelettrica in Asia è crollata a un ritmo più veloce negli ultimi decenni, a causa dei forti cali rilevati in Cina e proprio in India.

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