Economia

Bollette dell’acqua, quasi il 18% più care del 2019

Il costo medio del sistema idrico è arrivato a toccare 478 euro nel solo 2023. Emergenze idriche, tubature malconce e abitudini di consumo sbagliate hanno contribuito a un aumento del 4% rispetto ai livelli di spesa dell’anno scorso
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22 marzo 2024 Aggiornato alle 08:00

I dati nell’ultimo Rapporto di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato, organizzazione a tutela dei diritti e della cura del bene comune fondata nel 1978, ha dato luce a uno scenario problematico ed estremamente rilevante per la vita e la salute di tutti.

L’emergenza idrica nel nostro Paese avanza ogni giorno senza sosta, costringendo sei province siciliane al razionamento dell’acqua potabile fino alla fine dell’anno nel timore che questa estate i campi soffrano ancora di più per colpa della siccità.

Ampliando la visuale, l’Italia svetta fra i Paesi europei con il maggiore prelievo di acqua dolce per uso potabile, anche se non riesce a utilizzarne il 42% per colpa di un sistema idrico in pessime condizioni, che disperde nell’ambiente circa 3,4 miliardi di metri cubi di acqua.

I dati più recenti dell’Istat raccolti dal rapporto dicono che la dispersione idrica nei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2%, con Belluno e Latina in testa, con sprechi anche superiori al 70%, e la Basilicata prima fra le regioni (62% di risorse perdute).

Di fronte a questi livelli di sprechi ed emergenze, tristemente in occasione della Giornata mondiale dell’acqua il 22 marzo, i numeri raccolti dal report fanno emergere un aumento vertiginoso del costo dell’acqua.

Si aggira intorno ai 478 euro la cifra media spesa per la bolletta idrica da una famiglia tipo composta da 3 persone nel solo 2023 basandosi su un consumo annuo di 182 metri cubi. Un aumento del 4% rispetto all’anno precedente e del 17,7% se confrontato ai livelli degli ultimi cinque anni, dove la voce che ha maggiormente subito rialzi è stata quella relativa all’acquedotto, sulla quale è calcolata una quota variabile della bolletta in modo proporzionale al consumo effettivo, a cui vengono poi aggiunte altre voci di spesa come la quota fissa, l’Iva e una serie di costi applicati per finanziarie attività di interesse generale (copertura degli aiuti per le popolazioni colpite dal sisma, Fondo garanzia per le opere idriche ecc.).

Le rilevazioni dell’Osservatorio spaccano l’Italia in diverse zone. Mentre al punto più basso della classifica c’è il Molise con i suoi 226 euro annui (in aumento di oltre il 50% sul 2019), sono le regioni del centro a dominare la classifica delle aree geografiche più costose.

Su tutte, la Toscana arriva a toccare i 732 euro con il 2,5% in più rispetto al 2022, con Grosseto e Siena sul podio dei comuni (con entrambi 807 euro), seguito subito dopo da Pisa (801 euro), Livorno (782 euro) e Arezzo (766 euro).

Nonostante gli “appena” 583 euro annui di bolletta, è il Lazio a presentare il comune più costoso d’Italia, dato che a Frosinone la spesa media è salita fino a 867 euro nell’anno passato. Viceversa, Milano (184), Cosenza (184) e Trento (211) sono i capoluoghi con le bollette più leggere, seppure in aumento di alcune decine di euro rispetto al 2022.

Nonostante l’inflazione e le perdite idriche, alla base dell’aumento dei costi si pongono come sempre le abitudini di consumo dei cittadini, i quali sempre più spesso si dimostrano poco consapevoli.

Gli oltre 3.000 italiani intervistati da Cittadinanzattiva, infatti, affermano di utilizzare molta meno acqua rispetto al consumo medio indicato dall’Istat (215 litri al giorno), mentre circa uno su tre ignora l’identità del proprio fornitore e ben il 43% di loro non conosce l’esistenza di bonus sociali e integrativi messi a disposizione dai rispettivi comuni per far fronte al caro bollette.

La conoscenza di questi elementi rappresenta il primo passo verso una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’acqua per la nostra vita, e di conseguenza per stimolarne, attraverso piccoli gesti quotidiani, un consumo più attento e rispettoso.

Lo si percepisce immediatamente osservando le bollette che si otterrebbero a seguito di un utilizzo più accorto (pari a 150 mc annui invece che 182), che permetterebbe a una famiglia media di risparmiare circa il 27% di quanto già paga, fino a scendere di 183 euro in meno nelle zone toscane più costose.

A fronte degli incrementi registrati, l’associazione torna a evidenziare la necessità di rafforzare gli strumenti a supporto delle fasce più deboli della popolazione, grazie anche alla nuova direttiva europea 825/2024 sulla Responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che può essere un primo importante passo per informazioni più veritiere su cui basare nuove abitudini di consumo.

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