Ambiente

La difficile convivenza tra persone ed elefanti nello Sri Lanka

I disboscamenti e la crisi climatica acuiscono le tensioni, portando a un aumento delle vittime: 176 esseri umani e 470 pachidermi solo nel 2023
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Asif pav 

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21 marzo 2024 Aggiornato alle 09:00

La coesistenza tra cittadini ed elefanti nelle località dello Sri Lanka può assumere forme molto conflittuali: 176 persone sono morte negli incontri con questi animali mentre sull’altro fronte sono stati uccisi 470 pachidermi, più del doppio rispetto al 2010. Sono le cifre del “bollettino di guerra” del 2023, in costante peggioramento per via sia della deriva ambientale sia della crisi climatica, come conferma ora la scienza.

Le caratteristiche geografiche del Paese hanno naturalmente il loro peso. Si tratta, va ricordato, di una grande isola dell’Oceano Indiano formata da villaggi collocati tra foreste pluviali, pianure, altipiani e spiagge.

È in questo contesto che gli esseri umani e la fauna devono convivere ma una tendenza è davvero evidente: le morti degli elefanti sono passate da oltre 200 all’anno a partire dal 2010 a più di 400 nel 2020. Siamo quindi di fronte a un netto raddoppio nell’arco di un decennio.

Il numero delle vittime dunque continua a crescere, senza volersi arrestare. Anzi, negli ultimi quattro anni lo Sri Lanka ha stabilito un nuovo primato negativo, diventando ufficialmente il peggior Paese al mondo dal punto di vista del conflitto tra persone ed elefanti. È un primo posto in una classifica veramente triste.

Le difficoltà di un rapporto difficile tra umanità e natura si sono qui acuite con la complicità di diverse cause: la perdita di habitat, la deforestazione, la “competizione” per la terra e la riduzione delle risorse. Sono tutti fattori che hanno contribuito ad alimentare le tensioni nell’ambito di una convivenza già parecchio complicata di per sé.

La questione ambientale d’altra parte presenta dati allarmanti. Secondo le informazioni a disposizione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, se nel 1997 le foreste del Paese coprivano quasi 20.000 chilometri quadrati, corrispondenti a ben il 30% della sua superficie totale, nel 2022 risultavano già persi 2.100 chilometri quadrati di copertura arborea.

Nel frattempo un nuovo studio ha analizzato le conseguenze del clima, dell’uso del suolo e dei cambiamenti demografici delle popolazioni sul “conflitto uomo-elefante” in Asia e Africa, dove gli esemplari in effetti migrano e varcano i confini in cerca di cibo per colpa del climate change, con un tasso di mortalità causato dallo stress per il caldo del 10,5%.

Ad ogni modo i risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences, dicono chiaramente che gli scontri tra persone e animali si intensificheranno con l’aggravarsi della crisi climatica.

Prithiviraj Fernando, il presidente del Centro per la conservazione e la ricerca dello Sri Lanka, ha detto al Guardian: «La terra fertile per la produzione alimentare sta diminuendo. Con i fiumi che si prosciugano e i modelli delle precipitazioni che diventano più irregolari, anche l’acqua è diventata una questione controversa».

«Se le cose continuano così, fino al 70% degli elefanti dello Sri Lanka andrà perduto», ha aggiunto il professore che studia i pachidermi da più di 30 anni.

Cosa succede in sostanza sul campo? Mentre gli habitat degli elefanti vengono gradualmente disboscati - spesso illegalmente -, soprattutto al fine di lasciare spazio all’agricoltura, questi grandi animali si ritrovano costretti a camminare attraverso gli insediamenti umani per accedere a cibo e acqua. Sono attratti di frequente dalle colture e dal grano immagazzinato nelle fattorie che incontrano, ma al contempo sono spaventati dalle luci.

Recentemente migliaia di ettari di foresta sono stati disboscati in maniera irregolare a esempio a Nakolagane, dove i terreni sono stati affittati per progetti di costruzione o di coltivazioni commerciali. Questo fenomeno ostruisce “corridoi” fondamentali per gli elefanti.

In conclusione, di sicuro si è registrato un aumento delle razzie nei giardini e nei campi dei villaggi. Ma quando va male ci scappa anche il morto, da una parte o dall’altra. L’uccisione di un elefante nello Sri Lanka è punibile con la reclusione ma, in genere, viene emessa solamente una sentenza o una multa piuttosto clemente.

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