Economia

Cop29: i Paesi devono lavorare sui finanziamenti per ridurre le emissioni

Per ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 servirebbe un investimento, ogni anno, di circa 2,4 miliardi di dollari. La prossima Conferenza sul clima sarà una “finanziaria”
Credit: Peggy Anke  

Tempo di lettura 4 min lettura
20 marzo 2024 Aggiornato alle 11:00

A novembre del 2024 si terrà a Baku, in Azerbaijan, la ventinovesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La scelta di uno Stato chiave nel settore petrolifero come Paese di riferimento per la Cop29 ha aperto la strada a diverse critiche, alle quali si aggiunge la preoccupazione per la scarsissima attenzione dell’Azerbaijan verso il rispetto dei diritti umani.

Solo pochi mesi fa, infatti, il Parlamento europeo ha accusato lo Stato di “pulizia etnica” nei confronti della popolazione armena della regione del Nagorno-Karabakh.

Per il Paese, invece, la Cop29 potrebbe rappresentare un’occasione fondamentale capace di consacrarne ulteriormente la rilevanza nel contesto internazionale rendendolo un partner sempre più affidabile. Il conflitto russo-ucraino ha spinto l’Europa verso la necessità e l’urgenza di diversificare le proprie fonti per l’approvvigionamento di gas, un’esigenza che ha conseguentemente rafforzato la collaborazione con lo Stato orientale.

Un’ulteriore incognita sugli esiti della Cop29 potrebbe essere dettata dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti che si terranno nei primi giorni di novembre e che potrebbero modificare l’interesse e la volontà di operare di uno dei Paesi più potenti al mondo. L’ex presidente Donald Trump, in corsa per un nuovo mandato, già nel 2019 aveva dimostrato uno scarso interesse alle tematiche ambientali, avviando una procedura per ottenere l’uscita del Paese dall’accordo sul clima di Parigi.

Lo scorso 2 Febbraio, a Baku, Simon Stiell, Segretario esecutivo del Comitato delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici (Unfcc), ha aperto il suo discorso immaginandosi nel 2050 un mondo che è riuscito a contrastare il cambiamento climatico: la temperatura limite del riscaldamento globale è di 1,5 gradi e tutti i popoli di tutti i Paesi sono al sicuro dagli effetti devastanti di un clima in sofferenza. Uno scenario che, tuttavia, è ancora estremamente lontano dalla realtà in cui ci troviamo e che necessiterà di un impegno costante da parte di tutti gli Stati.

Per raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2030 bisognerà ridurre le emissioni globali del 43%. A tal fine, secondo l’High-Level Expert Group on Climate Finance, ogni anno dovrebbero essere investiti in totale 2,4 miliardi di dollari in energie rinnovabili.

La situazione è, come la definisce lo stesso Stiell, di make or break (ovvero di avere successo o fallire definitivamente). Per riuscire ad avere successo in questa missione vitale per l’intero Pianeta il Segretario esecutivo dell’Unfcc ha chiesto ai 200 Paesi che parteciperanno alla Cop29 di lavorare sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo sui propri finanziamenti per il clima.

A sottolineare il ruolo della finanza nella lotta al cambiamento climatico è anche Nigel Topping, High-Level Climate Action Champion del Regno Unito, che evidenzia l’esigenza di riferirsi da adesso in poi alla Cop come a una “Cop finanziaria”.

Per riuscire a fare tutto questo è, però, indispensabile che ci sia trasparenza nell’utilizzo dei fondi, un’adeguata valutazione dei rischi di investimento e la presenza di meccanismi creativi per affrontare gli oneri di debito.

Ad avere un ruolo chiave nei prossimi anni saranno anche le banche, che dovrebbero investire nella sostenibilità e guidare il mercato economico e finanziario verso un sistema più green.

Leggi anche
cambiamento climatico
di Martina Micciché 5 min lettura
Cambiamento climatico
di Francesco Carrubba 4 min lettura