Futuro

La dipendenza dai social è un affare di famiglia

Secondo un report del Pew Research Center, l’abuso di smartphone negli Stati Uniti è ormai comune a genitori e figli. E il tempo che si passa a casa davanti allo schermo è simile
Credit: Cup of Couple  

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29 aprile 2024 Aggiornato alle 10:00

Loro chiusi nella stanza, noi sul divano con il sottofondo della tv accesa e lo sguardo fisso sullo scroll del cellulare.

La dipendenza dai telefoni è ormai un “affare di famiglia”: genitori e figli sono vittime della stessa abbuffata di social, reel, chat, video di gatti divertenti e notizie last second più o meno fake sulla principessa Kate.

A certificare la fine del dialogo intergenerazionale (se mai ci fosse stato) e l’inizio dei litigi a suon di faccine imbufalite inviate da una camera all’altra è l’istituto di ricerca americano Pew Research Center, che ha condotto un’indagine su 1.453 adolescenti statunitensi tra i 13 e i 17 anni e sui loro genitori intitolata How Teens and Parents Approach Screen Time, ripresa anche dal Washington Post.

«Le nostre domande hanno esplorato le emozioni che gli adolescenti legano ai loro dispositivi, l’impatto degli smartphone sui giovani e le sfide che i genitori affrontano quando crescono i figli nell’era digitale», scrivono gli autori del report. Che sottolineano come il 95% dei teens abbia accesso a uno smartphone e il 60% di loro usa i social. Solo il 38% ammette però di passare troppo tempo sul proprio smartphone: le ragazze sono più sincere nel “confessarlo” rispetto ai coetanei (il 44% contro il 33% dei maschi).

Tra i risultati interessanti, colpisce anche questo: quasi la metà dei teenager afferma che mamma e papà “a volte” vengono distratti dai loro telefoni durante le conversazioni. Ma solo il 31% dei genitori è d’accordo e conferma questo dato. Segno che c’è una evidente discrepanza tra la percezione che si ha, in famiglia, dell’invasione della tecnologia nella privacy e nelle relazioni domestiche e affettive.

«Gli adolescenti provano una serie di emozioni quando non hanno i loro telefoni, ma abbiamo chiesto loro cinque specifiche» si legge nella relazione. Circa tre quarti dei giovani intervistati sostengono che spesso, o a volte, gli smartphone li fanno sentire felici (74%) o pacifici (72%). Altri si sentono ansiosi (44%), sconvolti (40%) e soli (39%) quando sono senza un device.

Sette su 10 affermano che gli smartphone forniscono più benefici che danni per le persone della loro età, mentre una quota più piccola (30%) è di parere opposto.

Tra gli aspetti positivi riscontrati, la facilità di coltivare hobby e interessi, di essere creativi, di andare bene a scuola. Tra le difficoltà, coltivare relazioni sane con gli amici e i conoscenti.

Come riporta il Washington Post, “le ragazze hanno più probabilità dei ragazzi di utilizzare una varietà di app di social media, sono anche più propense a riconoscere di passare troppo tempo sui loro telefoni, ad esprimere la solitudine quando non hanno i loro dispositivi e a dire che hanno preso provvedimenti per ridurre l’uso”.

La dipendenza dallo smartphone si riflette ovviamente anche sulle relazioni familiari, ponendo nuove difficoltà: i genitori americani di oggi, si chiede l’indagine del Pew Research Center, quanto monitorano l’uso del telefono dei figli?

Quanto tempo al giorno concedono l’uso? E quanto spesso si litiga a casa per i telefoni? Bè, le sorprese non mancano: circa il 50% degli adulti intervistati dichiara di guardare (o spiare) nei device dei teen, ma solo il 43% dei ragazzi e delle ragazze pensa che mamma e papà lo facciano davvero.

Solo un quarto dei genitori dichiara poi di non avere mai discussioni a causa dell’uso dello smartphone. Per tre quarti di loro, però, il monitoraggio del tempo che i figli passano sui social è una priorità, e il 47% limita effettivamente le ore di abbuffata web.

La ricerca sottolinea infine come i genitori, al pari dei figli adolescenti, siano molto più propensi a dire che passano troppo piuttosto che non abbastanza tempo al telefono. Circa la metà (47%) afferma di soffermarsi molto sul proprio smartphone. Solo il 5% pensa di dedicarci troppo poco. E il 45% crede di passare la giusta quantità.

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