Storie

Alessio Gallo: «Mia madre mi ha dato le ali per volare»

Da un piccolo paesino di Asti al centro di Milano: la #storiadisvolta di un ragazzo che in settimana studia Fashion Design nella città della moda, e nel week-end si dedica all’arte del drag
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18 marzo 2022 Aggiornato alle 22:30

Ventinove anni, nato e cresciuto nella provincia di Asti, in un paesino di 400 abitanti. Andare a vivere a Milano, a partire da un posto così piccolo, non è un cambiamento da poco. Ma la svolta di Alessio Gallo ha radici più profonde, riguarda l’accettazione di sé. Un percorso denso di impegno e difficoltà, che comincia quando Alessio è ancora adolescente e decide di mettersi a dieta: «Pesavo 140 kg, ho capito che se non l’avessi fatto per me stesso, non l’avrei fatto mai».

La sua forma fisica cambia, e con essa la sua voglia di cambiare aria, spostarsi dal piccolo centro abitato e crearsi il proprio futuro: «Ero la pecora nera, laggiù, gay dichiarato e pieno di piercing, di tatuaggi, ma la chiusura che inevitabilmente caratterizza i paesini mi ha aiutato a vivere e sopravvivere». Non è facile lasciare mamma e nonna di 92 anni e trasferirsi in un monolocale in mezzo a una città da più di un milione di abitanti.

Ma Alessio è dinamico, vuole spingersi oltre e la sua energia vince su tutto. Non lo porta solo nella capitale della moda, ma lo spinge a cambiare anche professione. Dopo aver studiato e lavorato come parrucchiere, decide di frequentare un’accademia di trucco: un’esperienza che lo mette in contatto con diverse produzioni televisive. Poi, il mondo del fashion lo travolge e la combinazione con il suo desiderio di non accontentarsi mai, fa il resto: frequenta lo Ied, l’Istituto europeo di design, dove studia Fashion Design, appunto.

«Hai presente la sensazione che provi quando vuoi trovare lo sport che ti piace, adatto a te, che ti farà eccellere? Io, nel mio piccolo, cercavo il mio sfogo d’arte. E l’ho trovato grazie a un amico che, una sera, mi ha mostrato questo programma, RuPaul’s Drag Race». Si tratta di un talent show dedicato alle drag queen, le persone che si esibiscono in spettacoli di varietà estremizzando trucco e abbigliamento. «In una notte ho guardato tutti gli episodi della stagione che stavano trasmettendo in America, e mi sono innamorato. Ho capito che anche io volevo esprimere così la mia arte». Alessio incontra una realtà molto inclusiva in un locale di Torino, il Qimanji, in cui i sabati notte sono dedicati alla comunità LGBTQ+ sabauda e non solo. E inizia a lavorarci come drag queen.

Con l’esperienza accumulata nell’arte del trucco e dell’acconciatura, Alessio pensa da sé ai vestiti da indossare durante le esibizioni, al make-up che arricchisce il suo viso e i suoi lineamenti. «Non è una passeggiata fare avanti e indietro da Milano, cucire i tessuti da solo, fare i cambi d’abito, lavorare nei week-end. Ma quando vado su quel palco mi sento vivo. E ho la fortuna di essere libero. È stata mia madre a darmi le ali per volare via. Lei mi ha dato la forza di essere me stesso agli occhi del mondo».