Culture

Emma e il giaguaro nero: al cinema il fascino del rapporto tra esseri umani e natura

Il film diretto da Gilles de Maistre racconta la purezza e la voglia di conoscenza della protagonista e aiuta gli spettatori a superare paure e pregiudizi verso gli animali selvatici
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17 marzo 2024 Aggiornato alle 09:00

“Nel profondo della foresta amazzonica, un magnifico giaguaro dal mantello nero cammina su un tronco caduto. I raggi del sole filtrano tra le foglie verde intenso, lo scroscio leggero di una cascata accompagna i suoi passi. Lanimale si ferma a contemplare brevemente la giungla, il suo regno. Non abbassa la guardia, però: un pericolo minaccia non solo lui, bensì tutta la fauna e la flora di questa terra affascinante, tanto grande ma tanto fragile”.

Inizia così il romanzo Emma e il giaguaro nero, la cui trasposizione omonima cinematografica diretta da Gilles de Maistre ci fa catapultare subito in un’atmosfera unica, che crea un contrasto molto realistico: la foresta amazzonica e la metropoli di New York.

La protagonista, Emma (Airam Camacho la interpreta da piccola, Lumi Pollack da adolescente), è una giovane ragazza della Grande Mela che, contro la propria volontà, si ritrova con la sua agorafobica insegnante di biologia, Anja (Emily Bett Rickards), nella foresta amazzonica per salvare il giaguaro nero con cui è cresciuta.

Il film è stato girato con due esemplari veri di giaguaro femmina, che sono cresciuti insieme: Gem e Hope. La vera protagonista doveva essere la prima, ma crescendo è diventata pericolosa e così le riprese sono proseguite con Hope. Questo particolare non è da poco ma rende perfettamente l’idea di come il regista, avendo un background da documentarista, nonostante stesse girando di un film di finzione, abbia voluto mantenere un approccio vero di contatto con la natura e gli animali che la abitano.

Lumi Pollack ha cominciato il suo lavoro, durato un anno, nel dicembre 2021: ha trascorso ben dieci mesi nella giungla messicana per un processo di imprinting con un giaguaro con cui doveva legare. Le riprese sono state programmate in due fasi: la prima nel gennaio 2022, la seconda da settembre a dicembre 2022, in varie località tra Playa del Carmen in Messico e Montréal in Canada.

Il lungometraggio ci mostra anche come l’esempio degli adulti sia essenziale nell’introduzione di questioni sempre più stringenti. La madre di Emma, infatti, è un’attivista. lotta contro il bracconaggio in Amazzonia al fianco del marito Saul (Paul Greene). Durante l’adolescenza Emma, anche se a chilometri di distanza, non ha dimenticato il cucciolo di giaguaro a cui si era affezionata da piccola, anzi, quando scopre che, da adulto, l’animale è in serio pericolo decide di fare ritorno nella giungla con l’intento di salvarlo.

Se avete amato Mia e il leone bianco, diretto sempre da Gilles de Maistre, non potete non vedere Emma e il giaguaro nero in cui ancora una volta il regista restituisce la bellezza e i tanti legami che possono crearsi tra l’uomo e la natura. Siamo contrari agli spoiler, ma ci teniamo a sottolineare come questa storia che arriva dritta al cuore riesca a veicolare le questioni del traffico di animali e come in Amazzonia l’equilibrio naturale tra predatori e prede sia ormai distrutto, il che comporta forti conseguenze sulle popolazioni locali.

A un tratto ascolterete i versi di un brano, El pueblo unido jamas serà vencido, che anni fa divenne il simbolo della lotta contro una dittatura sanguinaria. La speranza, pensando all’impegno di Greta Thunberg, è riposta nelle giovani generazioni che stanno dimostrando sensibilità e consapevolezza verso le tematiche ambientali, e cercando di spiegare a tutti come sia importante salvare il mondo ora (per ciò che si può fare).

L’ideale sarebbe recarsi in sala con tutta la famiglia o portati da un’insegnate insieme ai compagni di classe, per poi approfondire i temi trattati creando dialogo tra le generazioni.

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