Diritti

Londra: le donne della City subiscono livelli “scioccanti” di molestie sessuali

Il rapporto Sexism in the City del Comitato del Tesoro rivela una mancanza di progressi nel contrastare il sessismo e garantire protezione alle lavoratrici del distretto finanziario
Credit: Cottonbro studio
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 marzo 2024 Aggiornato alle 13:00

“Nonostante gli sforzi di alcuni, i progressi sono stati troppo pochi e persistono gravi problemi che avrebbero dovuto essere eliminati”. Il nuovo rapporto del comitato del Tesoro britannico sulla parità di genere nei servizi finanziari ha rilevato solo “miglioramenti incrementali” nella percentuale di donne che ricoprono ruoli senior nelle società di servizi finanziari a Londra. Tuttavia, “Sexism in the City” rivela una prevalenza “scioccante” di molestie sessuali e bullismo contro le donne nel settore del Regno Unito, che come riporta il Guardian impiega circa 2,5 milioni di persone e rappresenta circa 278 miliardi di sterline, ovvero il 12% della produzione economica del Paese.

In seguito a un rapporto pubblicato nel 2018, il Comitato del Tesoro ha cercato di capire quali sviluppi fossero emersi nell’arco di cinque anni: gli sforzi per contrastare il divario retributivo medio di genere, “più ampio di qualsiasi altro settore” nei servizi finanziari, si stanno muovendo a “ritmo di lumaca”. I parlamentari hanno avviato l’indagine dopo che il Financial Times ha rivelato che 13 donne avevano accusato Crispin Odey, imprenditore e gestore di hedge fund della City, di aver perpetrato abusi o molestie su di loro per decenni. Il rapporto chiede la fine dell’“era dell’impunità” che “blocca le donne” nella loro carriera e nuove leggi che vietino alle aziende della City gli accordi di non divulgazione per “mettere a tacere le vittime” di molestie alle aziende che li prevedono.

Questi accordi hanno l’effetto di di costringerle a lasciare l’organizzazione, proteggendo invece gli autori e lasciandoli liberi di continuare la loro carriera e di continuare ad abusare di altri. Da quel che emerge, molte aziende trattano ancora la diversità e l’inclusione come un esercizio “da spuntare” piuttosto che come una priorità aziendale fondamentale. I team delle risorse umane darebbero priorità alla reputazione di un’azienda rispetto al benessere dei suoi dipendenti: le prove, secondo il comitato, dimostrano che il 70% delle whistleblower all’interno dei servizi finanziari sono state “vittimizzate, licenziate o hanno ritenuto che le dimissioni fossero l’unica opzione a loro disposizione”.

Se, da una parte, sono stati registrati miglioramenti nella percentuale di donne che ricoprono ruoli dirigenziali nelle imprese di servizi finanziari, mentre alcuni settori non hanno mostrato alcun miglioramento, dall’altra c’è stata solo una piccola riduzione del divario retributivo medio tra i sessi nei servizi finanziari, che rimane il più grande divario retributivo tra i sessi di qualsiasi altro settore dell’economia britannica.

Inoltre, il comitato ha definito “scioccante sentire quanto siano ancora diffuse nei servizi finanziari le molestie sessuali e il bullismo, fino a gravi aggressioni sessuali e stupri, e quanto le aziende gestiscano male le accuse di tali comportamenti”. “Come nel 2018, il problema generale che sta alla base di tutte queste questioni è quello dell’impunità degli autori e della cultura, e gli scarsi progressi compiuti dal 2018 possono essere in gran parte attribuiti alla mancanza di un cambiamento culturale nel settore”. Il rapporto sottolinea che la colpa è del “deficit culturale che permette a tutti questi problemi di persistere. La cultura è anche l’area più difficile da riformare”.

Discutendo la Women in Finance Charter, in cui le aziende si impegnano volontariamente a raggiungere obiettivi su misura per aumentare il numero di donne nei ruoli di vertice, il rapporto ha rilevato che la percentuale media di donne che ricoprono ruoli dirigenziali è aumentata dal 27% nel 2016 al 35% entro il 2022, ma si tratta di un ritmo “di poco più di un punto percentuale all’anno, la lentezza è frustrante”.

“La stessa commissione ha osservato che è chiaramente dimostrato che le imprese diversificate ottengono risultati migliori. E noi continuiamo a credere che una maggiore diversità e inclusione all’interno delle imprese da noi regolamentate possa migliorare la governance interna, il processo decisionale e la gestione del rischio”. Il rapporto invita i firmatari della Carta a creare un legame più forte tra la retribuzione dei dirigenti e i progressi nel miglioramento del divario di genere.

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