Ambiente

Sabotaggio del gruppo Vulkan alla fabbrica Tesla in Germania. Musk: “Eco-terroristi più stupidi della Terra”

Bloccata la produzione dopo l’incendio a un traliccio. Presa di mira la gigafactory che per gli attivisti non è “né ecologica né sostenibile”. Furia di Musk e del ministro dell’Interno Michael Stübgen
Credit: EPA/FILIP SINGER  

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6 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

Senza troppi giri di parole Elon Musk li ha definiti «gli eco-terroristi più stupidi sulla Terra».

Il messaggio è diretto agli attivisti del gruppo Vulkan, quelli che all’alba di martedì hanno sabotato un traliccio dell’elettricità tedesco, dandogli fuoco, in modo da danneggiare la rete elettrica vicino a Berlino e causare lo stop alla produzione della fabbrica Tesla di Grünheide.

Lo stesso gruppo di estrema sinistra ha rivendicato il sabotaggio con un messaggio di 2.500 parole in cui ha spiegato i motivi dell’azione affermando che la fabbrica, che produce circa 500.000 auto elettriche all’anno, non opera in maniera sostenibile visto l’elevatissimo consumo di acqua e risorse naturali e la produzione per Vulkan “non è ecologica e sostenibile”.

Ovviamente l’atto - non il primo contro la Tesla, dato che nel 2021 fu attaccata la fornitura elettrica del cantiere - ha fatto infuriare Elon Musk che su X e altri canali si è sfogato contro quelli che definisce “burattini di coloro che non hanno buoni obiettivi ambientali. Interrompere la produzione di veicoli elettrici, piuttosto che di veicoli a combustibile fossile, è estremamente stupido”, ha detto Musk, scrivendo “estremamente stupido” direttamente in tedesco.

Nel frattempo anche il ministro degli Interni di Brandeburgo Michael Stübgen ha parlato di “perfido attacco” alle infrastrutture elettriche e la polizia ha subito specificato la natura dolosa dell’incendio alle infrastrutture.

Nonostante il chiaro intento di trasformare il comparto dei trasporti e automobilistico in un settore meno impattante e più ecologico attraverso la transizione elettrica, le auto elettriche di recente sono state oggetto di più attacchi e dubbi a causa di una produzione che comporta comunque elevate emissioni: ci sono stati casi, in Europa e proprio in Germania, di pneumatici di auto elettriche tagliati per protesta oppure sgonfiati.

Uno dei punti di contesa è per esempio il gigantesco uso dell’acqua, così come le foreste abbattute nell’area in cui è sorta la fabbrica Tesla tedesca. Proprio nella zona della gigafactory Tesla diversi attivisti si sono accampati in alcune case sugli alberi nel tentativo di fermare gli abbattimenti e i piani di espansione: attivisti però, quelli che oggi proteggono le chiome, che hanno preso le distanze dall’atto incendiario.

In una conferenza stampa la stessa Tesla ha parlato di danni che “ammontano a centinaia di milioni di euro” e probabilmente causeranno lo stop alle attività fino alla fine della settimana.

Netta anche la risposta del ministro degli Interni di Brandeburgo che parla di “pene severe” in arrivo per i responsabili del sabotaggio.

«Se i risultati iniziali saranno confermati, si tratterà di un perfido attacco alla nostra infrastruttura elettrica», ha detto il ministro Michael Stübgen parlando anche di pericoli per la sicurezza di migliaia di persone.

Quello tedesco è l’unico grande stabilimento di Tesla in Europa e in due anni ha dato lavoro a circa 12.000 persone. La fabbrica mirava a espandersi ulteriormente ma un referendum locale del mese scorso - che però non è giuridicamente vincolante - ha per ora respinto gli attuali piani di espansione che prevedevano anche la costruzione di un asilo per i figli dei lavoratori, il miglioramento delle strade per lo stabilimento e la costruzione di un deposito merci.

La Tesla tenterà ora una mediazione con la comunità locale per capire come proseguire.

Infine, mentre continuano le indagini per scovare gli autori del gesto, che hanno firmato un documento di rivendicazione come “Água De Pau”, zona rappresentata da un complesso vulcanico delle Azzorre (e da qui il collegamento con il gruppo Vulkan), le azioni Tesla dopo l’attacco hanno perso il 2,8% nella Borsa di Francoforte.

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