Storie

Laura Dalla Ragione: «Ognuno ha bisogno di un luogo che curi la sua anima»

Psichiatra e psicoterapeuta, da vent’anni tratta i Disturbi del comportamento alimentare come patologie sì psichiatriche, ma anche dell’anima. La sua #storiadisvolta inizia nel 2003, con la creazione della prima struttura di cura “innovativa” extra ospedaliera
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17 marzo 2022 Aggiornato alle 22:00

Tra gli anni Novanta e il 2000 in Italia scoppia un’epidemia. Non si tratta di coronavirus, né dell’influenza aviaria, ma di qualcosa che colpisce i giovani. E, dal quel momento, non si è mai più arrestata.

Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, all’epoca ha quarant’anni e lavora in ospedale. Si occupa di malattie mentali giovanili come la schizofrenia e altre patologie gravi legate all’area psicotica. Quando arrivano i primi casi di Disturbi del Comportamento Alimentare, vengono trattati nei reparti psichiatrici degli ospedali, negli ambulatori e in corsia: «Quegli spazi di cura non erano adatti a queste patologie che sono sì psichiatriche, ma anche dell’anima». Ragazze e ragazzi ricoverati erano (e sono) molto giovani, difficili da portare nei reparti di psichiatria: Laura si occupa anche di bambini e bambine, dai 10 anni in su.

È un incontro in Toscana a farle capire quello che deve fare: quando la psicologa canadese Peggy Claude-Pierre le mostra il video della sua struttura, a Victoria. Si tratta di una casa per pazienti gravi con disturbi alimentari, che assomiglia a tutto tranne che a un ospedale. Laura decide che è arrivato il momento di creare, anche in Italia, uno spazio di cura alternativo.

A differenza di Claude-Pierre, che aveva riempito la struttura di personale volontario e non specializzato, Dalla Ragione decide di accogliere medici, psicologi, nutrizionisti, terapisti di ogni tipo: «Ho mantenuto l’idea di creare uno spazio che assomigliasse a una casa, che fosse accogliente. Mi chiedevo: “Perché una persona che sta male non può stare in un posto caldo, bello e nutriente?”. Ragazze e ragazzi ci entrano più volentieri». E così prende forma, nel 2003, la prima struttura residenziale pubblica extra-ospedaliera dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, con un approccio terapeutico innovativo.

Si trova a Todi, tra le colline del perugino, all’interno di Palazzo Francisci. Lì i pazienti sono circondati da un parco di alberi secolari. Chi li cura non indossa le divise e mancano anche specchi, bilance e psicofarmaci. Curando mente, corpo e anima ci si affida a poeti e filosofi: «Usiamo la letteratura, le arti espressive, tutto quello che può aiutare ragazze e ragazzi a ritrovare la gioia di vivere, la voglia di ritrovare l’armonia mente/corpo».

C’è una frase di Plotino che Dalla Ragione ha messo in tutte le strutture che ha aperto nel corso degli anni – una in Basilicata, una a Varese, un’altra a Malta -, dopo l’iniziale opposizione da parte del mondo accademico e dei professionisti italiani che non si fidavano del metodo e poi si sono ricreduti: “L’anima ha bisogno di un luogo”. «Per questo credo che ognuno debba trovare un proprio spazio, una dimora dove si possa sentire accolto, amato e accudito. Che possa rappresentare il suo mondo interno».

La storia di Dalla Ragione può ricordare quella di Patch Adams, che si impegnò a creare cliniche che curassero soprattutto il cuore e mettessero a proprio agio i pazienti. Visto il successo del metodo, vorrebbe ampliare il discorso anche ad altre forme di disagio giovanile: Perché «se funziona per i disturbi alimentari, può funzionare anche per altre patologie come i disturbi della personalità o la depressione».