Bambini

Sempre più giovanissimi giocano d’azzardo

Secondo un rapporto realizzato dall’associazione Avviso Pubblico e BPER Banca, a crescere tra la Gen Z è soprattutto il gioco online, facilitato anche da leve social e del mondo gaming
Credit: Cullen Jones 
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
9 marzo 2024 Aggiornato alle 08:00

Forse dovremmo smettere di chiamarlo gioco e guardarlo - e trattarlo - davvero per quello che è: una dipendenza subdola che dilaga sempre più, in un silenzio di fondo pressoché totale. Eppure d’azzardo si può morire, e anche quando, come fortunatamente nella maggior parte dei casi, le persone che ne sono succubi rimangono in vita, la loro e quella di amici e familiari è un’esistenza spesso spezzata per sempre.

A lanciare l’allarme in merito a una situazione diventata nel nostro Paese ormai più che preoccupante sono l’associazione Avviso Pubblico e BPER Banca, che per il secondo anno consecutivo, hanno realizzato il progetto “La trappola dell’azzardo”, composto da diverse azioni volte ad aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica su questa piaga sociale, da tempo sottovalutata.

Secondo un report stilato per l’occasione, i miliardi spesi dagli italiani per il gioco d’azzardo sono in progressivo aumento da diversi anni. Nel corso della pandemia si era infatti assistito a un primo incremento, che poi è continuato, arrivando a cifre che sembrano incredibili: 111,7 miliardi spesi nel 2021, 136 nel 2022 e 150 nel 2023.

A preoccupare è soprattutto il gioco online, che oggi è il primo per diffusione. La sua ascesa era già iniziata nel quinquennio 2015-2019, ma durante i primi lockdown è accelerata, intercettando i giocatori seriali “offline” che hanno cercato nel web alternative casalinghe per sfogare la propria dipendenza; e gli annoiati che magari non avevano mai giocato prima, ma che hanno scelto quella come valvola di sfogo dalla routine forzatamente casalinga. Non riuscendo più a uscirne.

Un mix di fattori che proprio nel 2020 ha portato al sorpasso. In quell’anno, con oltre 49 miliardi di euro di raccolta, il gioco online ha superato di 10 miliardi di euro quello su rete fisica, segnando una tendenza che si è confermata anche in quelli successivi. Nel 2021 l’online ha determinato una spesa di 67 miliardi di euro, e nel 2022 di 73 miliardi.

E non è andata meglio l’anno scorso. Anche se dati definitivi non sono ancora disponibili, secondo quelli parziali diffusi da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nei primi tre trimestri del 2023 si è registrato un incremento del 10,3% di raccolta complessiva rispetto al corrispondente periodo del 2022.

Sul piano territoriale, nella raccolta online primeggia la Campania con oltre 9,7 miliardi di euro, seguita dalla Lombardia (che nel gioco fisico è, invece, prima per dati assoluti) con 8,6 miliardi di euro e poi da Sicilia e Lazio (queste ultime entrambe con valori superiori ai 7 miliardi di euro).

Ma chi sono i giocatori? Purtroppo molti ragazzi. Come testimoniato anche dal caso dei calciatori Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Niccolò Zaniolo scoppiato lo scorso autunno, sono sempre più i giovani e giovanissimi che si avvicinano a questo tipo di attività, facilitati da una maggiore attitudine delle nuove generazioni ai circuiti tecnologici.

I conti di gioco attivi nel 2022 ammontano, nel complesso, a oltre 17,2 milioni (+8,3% rispetto al 2021). Di questi quasi quattro su cinque sono utilizzati da uomini e a prevalere sono per lo più i giovani. Nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni si trovano, infatti, quasi 5 milioni di conti gioco e, in quella tra i 18 e i 24 anni oltre 3,5 milioni.

Dati confermati anche da un’indagine condotta da Nomisma, dalla quale è emerso che il 37% di ragazzi tra 14 e 19 anni ha giocato d’azzardo nell’ultimo anno. Il 64% gioca online, prediligendo le scommesse sportive (in 1 caso su 3) o relative ad altri eventi (26%).

Quasi la metà dichiara di giocare e scommettere perché lo fanno gli amici mentre 1 su 3 perché in famiglia si è sempre fatto. Il 14% è un frequent user, ossia gioca almeno una volta a settimana (+9% rispetto a quanto registrato nel 2021).

Per quanto riguarda le tipologie di gioco online, secondo Avviso Pubblico e BPER Banca anche nel 2022 la parte del leone la fanno i casinò games, ovvero poker, roulette e slot machines virtuali, che con oltre 53 miliardi di euro di raccolta sui 73 complessivi rappresentano più del 70% delle giocate online. Seguono le scommesse sportive con più di 12 miliardi di euro di raccolta nel 2022.

Ma parallelamente a queste forme d’azzardo conosciute e identificabili, si stanno facendo largo altre ben più subdole e che spesso sfuggono all’occhio degli adulti perché proliferano là dove a entrare è per lo più la Gen Z: i social network e il mondo gaming.

Un esempio piuttosto lampante e che dovrebbe preoccupare più di quanto non faccia, è il proliferare di influencer e creator spesso minorenni che dalle piattaforme social - TikTok soprattutto ma non solo - spingono altri minorenni o poco più che maggiorenni verso siti di scommesse online, con l’illusione di guadagni facili e veloci, perfetti per arrotondare la paghetta dei genitori e permettersi quell’accessorio firmato altrimenti inarrivabile.

Come se non bastasse, recentemente sta prendendo piede anche il fenomeno della gamblification (da gambling, ovvero gioco d’azzardo), che indica l’utilizzo di meccanismi tipici del gioco e in particolare del videogioco (punti, livelli, premi, beni virtuali, classifiche) in altri contesti, per rendere gli utenti o i potenziali clienti partecipi delle attività proposte e interessarli ai servizi offerti.

Gli elementi del gioco d’azzardo vengono inoltre introdotti nei videogiochi tramite le loot box, casse premio di cui non si conosce il contenuto che si possono comprare (con soldi veri) durante lo svolgimento di un videogioco. Il giocatore, anche in questo caso spesso giovanissimo, nella box può trovare oggetti di valore superiore a quello speso e utili al gioco ma molte altre no. Questo enigma, oltre a tenere incollati allo schermo, spinge a giocare sempre più soldi e anche se sembra meno grave di altre forme, secondo diversi studiosi della materia, è equiparabile all’azzardo perché assomiglia pericolosamente al meccanismo, a esempio, del gratta e vinci.

Di questo avviso sono Paesi come Belgio, Olanda e Australia, dove le norme che governano il gioco d’azzardo sono le stesse delle loot box, ma anche Regno Unito e Germania, nei quali i governi hanno vietato l’accesso alle loot box ai minorenni. In Italia, invece, l’argomento non è mai stato seriamente dibattuto in Parlamento.

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