Ambiente

Cedu: è legittimo vietare la macellazione kosher e halal

Per la Corte europea dei diritti dell’uomo, vietare la pratica di macellazione rituale senza stordimento, come hanno fatto due regioni del Belgio, non viola la libertà di religione di ebrei e musulmani
Credit: Kylee Alons 

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21 febbraio 2024 Aggiornato alle 08:00

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) si è espressa sulla macellazione rituale degli animali senza stordimento: una pratica molto diffusa nelle comunità ebraiche e musulmane che seguono la tradizione della macellazione kosher e halal.

La Corte, composta da 7 giudici, ha concluso all’unanimità che vietare tale pratica, come è stato fatto nelle due regioni del Belgio della Vallonia e delle Fiandre, non viola la libertà di religione e il divieto di discriminazione di ebrei e musulmani.

Il caso è stato portato davanti ai giudici di Strasburgo da 13 persone di nazionalità belga e 7 organizzazioni che rappresentano le comunità ebraiche e musulmane. T

ra questi anche l’Esecutivo dei musulmani del Belgio e il rabbino capo di Bruxelles. La loro pretesa era che i divieti, introdotti nelle due regioni tra il 2017 e il 2018 in risposta alle pressioni degli attivisti per i diritti degli animali, fossero in realtà contrari alla libera espressione della propria fede religiosa. Per entrambi i gruppi religiosi sarebbe molto difficile, se non impossibile, ottenere la carne degli animali secondo i precetti della propria religione.

Nella sentenza la Corte ha concluso che “la protezione della morale pubblica (una delle ragioni di limitazione alla libertà religiosa sancite dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, Ndr) non va intesa soltanto come protezione della dignità umana nella sfera delle relazioni interpersonali”, ma comprende anche la tutela degli animali dalla sofferenza.

La Corte ha riconosciuto, infatti, che la protezione del benessere degli animali è “un valore etico a cui le società democratiche contemporanee associano un’importanza crescente”, allineandosi così a una precedente decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2020 che era giunta alla stessa conclusione.

Soddisfatto del verdetto Ben Weyts, ministro responsabile del benessere degli animali delle Fiandre del partito nazionalista Nuova Alleanza Fiamminga, secondo il quale: «Ora si apre la porta per un divieto di macellazione rituale non soltanto a Bruxelles, ma nell’intera Europa».

La macellazione senza stordimento preventivo è già stata vietata in Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda, Svizzera, Slovenia e in Grecia. Mentre in altri Paesi è obbligatorio lo stordimento subito dopo il taglio delle vene giugulari (Austria, Estonia, Lituania e Slovacchia) o contestualmente (in Finlandia).

Il presidente di Gaia (associazione belga per la protezione degli animali) Michel Vandenbosch ha dichiarato che l’organizzazione continuerà a combattere per una riforma anche nella regione di Bruxelles, l’unica a non aver introdotto un simile divieto in Belgio. Una proposta di legge di questo tipo non aveva raggiunto la maggioranza parlamentare a giugno 2022.

Di tutt’altro avviso, invece, le organizzazioni religiose che hanno visto le proprie ragioni negate dalla Cedu. Il presidente della federazione delle organizzazioni ebraiche del Belgio, Yohan Benizri si è detto sconvolto, perché «è la prima volta che la Cedu decide che la protezione degli animali è una materia di morale pubblica che può prevalere sui diritti delle minoranze». Ebrei e musulmani temono che l’introduzione di divieti simili a quelli delle Fiandre e della Vallonia sia in realtà un pretesto per la diffusione di sentimenti ostili agli immigrati da parte dei partiti nazionalisti.

A complicare ulteriormente la questione, uno studio di Eurogroup for Animals (che riunisce 98 organizzazioni animaliste a livello europeo) ha evidenziato che le pratiche di stordimento che vengono usate in molti Paesi dell’Unione europea espongono gli animali a sofferenze. Per esempio, la maggior parte dei maiali viene stordita con un’elevata concentrazione di anidride carbonica, che ha diversi vantaggi sul piano dei costi e dell’efficienza, ma provoca sofferenza nell’animale che non perde coscienza immediatamente.

Dopo l’entrata in vigore della legislazione europea sull’abbattimento degli animali nel 2013, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha elaborato diversi criteri per migliorare le tecniche di stordimento in modo da ridurre al minimo la sofferenza degli animali.

Dalla Commissione europea ci si attendeva una riforma delle norme relative macellazione nell’ambito di una più ampia revisione degli standard di benessere degli animali che è stata discussa l’anno scorso.

Nulla di fatto: alla fine, l’esecutivo Ue ha proposto soltanto nuove regole per migliorarne le condizioni di trasporto.

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