Diritti

Papilloma virus: i vaccini per gli over 25 sono quasi impossibili da trovare

Sembra essere sempre più difficile vaccinarsi contro l’Hpv quando si hanno più di 25 anni: ma perché? La Svolta ha provato a prenotare un appuntamento a Milano e in provincia (senza successo)
Credit: Kristine Wook 
Tempo di lettura 6 min lettura
22 febbraio 2024 Aggiornato alle 19:00

In queste settimane, il canale 9 della televisione italiana ha mandato in onda una pubblicità in cui bambini, bambine, ragazzi e ragazze, ma anche donne e uomini adulti sostengono di non aver bisogno del vaccino contro l’Hpv (Human papilloma virus). Un messaggio che, però, si oppone a quello di un’esperta che precisa subito quanto i protagonisti dello spot si stiano sbagliando, chiarendo come il papilloma virus colpisca 4 persone su 5 “senza distinzione di età o di genere”, terminando con una call to action finale che invita a prenotare subito un appuntamento per la vaccinazione “per proteggere il nostro futuro e quello dei nostri figli a partire dagli 11 anni”.

Un claim che riprende la campagna di informazione Proteggi il loro futuro con la quale, nel 2022, il ministero della Salute italiano ha sensibilizzato giovani ragazze e ragazzi a fare la vaccinazione contro il papilloma virus. Parliamo di un virus infettivo con oltre 200 varianti (sierotipi), di cui alcune possono causare verruche e condilomi, mentre altre ancora possono essere associate a tumori, principalmente dell’apparato riproduttivo femminile e maschile. Ogni anno, infatti, nel nostro Paese quasi 6.500 casi di cancro sono riconducibili proprio all’Hpv: 2.365 alla cervice uterina, 1.900 all’orofaringe, 1.200 alla vulva, 500 al pene, 300 all’ano e 200 alla vagina.

In Italia, la vaccinazione anti-Hpv è raccomandata e offerta gratuitamente a ragazze e ragazzi a partire dagli 11 di età e viene somministrata in due dosi a distanza di 6 mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre. I vaccini proteggono contro i 9 sierotipi di Hpv più pericolosi e possono prevenire oltre il 90% delle forme tumorali associate. Infatti, evitando l’infezione da parte dei ceppi del virus contro cui sono diretti, prevengono anche la formazione di lesioni precancerose che, nel tempo, potrebbero progredire in un tumore.

Sul sito del ministero della Salute si legge che “La vaccinazione gratuita contro l’Hpv è su chiamata attiva tramite l’invio di una lettera dal centro vaccinale della tua Asl. Informati sulle modalità di adesione e prenotazione presso il centro vaccinale più vicino. Per saperne di più consulta le pagine informative della tua Regione”.

Se, però, andiamo sulla pagina informativa della Regione Lombardia, per esempio, si legge: “Il vaccino anti-papillomavirus viene offerto attivamente alle ragazze e ai ragazzi all’età di 11 anni. Oltre questa età, la vaccinazione può essere ancora richiesta gratuitamente. Le ragazze non vaccinate in adolescenza possono richiederla fino a 25 anni compiuti (nel 2023 anche per le nate nel 1997) e i ragazzi non vaccinati, a partire dai nati nel 2006, fino a quando avranno 18 anni (compiuti)”.

Quindi, la domanda che sorge spontanea è: oltre i 25 anni, non ha senso fare il vaccino? Diverse ricerche hanno dimostrato, soprattutto nelle donne adulte, l’efficacia e la sicurezza della vaccinazione per tutta la durata della vita fertile, evidenziando la prevalenza di un primo picco di positività a 5-10 anni dal debutto sessuale e un secondo picco in donne tra i 45 e i 55 anni.

I dati evidenziano inoltre che circa il 70% delle donne, oltre i 25 anni di età, possono essere Hpv negative e, pertanto, suscettibili all’infezione con ceppi Hpv oncogeni, mentre le donne positive, normalmente lo sono per un solo tipo di Hpv: ne segue quindi che si possono infettare con gli altri tipi oncogeni.

Alla luce di queste prove, la vaccinazione anti-Hpv nelle donne over 25 può prevenire, nei soggetti precedentemente positivi, nuove infezioni da tipi di Hpv a cui la donna non era stata ancora esposta. Studi clinici hanno mostrato, inoltre, un’efficacia significativa anche quando le analisi non sono state condotte esclusivamente nelle donne Hpv negative, o sono state condotte in donne precedentemente positive.

Numerosi studi dimostrano, infine, che tutti i vaccini anti-Hpv sono sicuri e immunogenicamente validi fino a 55 anni; soprattutto nelle donne naïve al virus, risulta, quindi, importante la vaccinazione, che rimane la forma più efficace di prevenzione primaria nei confronti di un possibile tumore molto aggressivo.

La conferma arriva anche continuando a leggere sul sito della Regione Lombardia: “Dato che il vaccino ha lo scopo di prevenire l’infezione, è utile che venga effettuato prima dell’esposizione al virus, quindi preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale, per avere la massima efficacia. Tuttavia, si è dimostrato efficace anche oltre l’inizio dell’attività sessuale: per questo motivo, aver già iniziato l’attività sessuale non è una controindicazione alla vaccinazione”.

Si precisa, però che “La vaccinazione viene offerta gratuitamente per particolari condizioni di rischio (Infezione da Hiv, donne con diagnosi recente di patologia della cervice uterina di grado uguale o superiore a Cin 2) o per comportamenti a rischio (uomini che fanno sesso con uomini), senza limiti di età”.

Questo mese La Svolta ha provato a prenotare dal sito prenotasalute.regione.lombardia.it una vaccinazione nella città metropolitana di Milano per una donna over 25 anni. Nel corso della prima ricerca il portale non ha trovato alcuna data disponibile per una prenotazione priva di ricetta medica. Al secondo tentativo la prima data utile fornita è stata a ottobre 2024.

Cambiando l’area della vaccinazione in “Milano provincia” è stato semplice trovare, nell’immediato, una disponibilità, ma una volta giunti in sede è stato riferito che il centro vaccinale non era ancora operativo e che il nostro caso rappresentava l’ennesimo di una serie di errori che il sistema sanitario regionale commetteva nell’indicare quella sede come attiva per vaccinazioni anti-Hpv e che, la cosa migliore da fare, sarebbe stata recarsi in un altro centro sanitario, a Vimercate.

Arrivati a Vimercate, però, la possibilità di vaccinarsi è stata ancora una volta negata. L’addetta alla reception ha spiegato che la vaccinazione contro il papilloma virus può essere somministrata gratuitamente solo a bambini e bambine. A questo punto, La Svolta ha tentato di prenotare telefonicamente, ma la risposta è stata sempre che, se non si è contratto il virus, se non si hanno lesioni al collo dell’utero, se non si corre il rischio di rapporti promiscui e, soprattutto, se l’età supera i 25 anni, non ha assolutamente senso proteggersi dall’ Hpv; è stato anche detto che, senza impegnativa del medico, sarebbe stato impossibile fare un vaccino di questo tipo, a meno che non avessimo voluto aspettare il 2025.

Insomma, se la prevenzione delle malattie e dei contagi viene descritta come urgente e necessaria dai media, non sarebbe il caso di non scoraggiare la singola persona e non procrastinare date e appuntamenti?

Leggi anche