Ambiente

Banca Mondiale rivoluziona il sistema di finanziamento di emergenza

I Paesi più esposti alla crisi climatica potranno accedere fino al 10% dei fondi non erogati dai prestiti di progetti esistenti o dalle strutture dedicate per rispondere alle emergenze
Credit: Christoph Reichwein/dpa 

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5 febbraio 2024 Aggiornato alle 09:00

L’intensificarsi della crisi climatica-ambientale su scala globale sta ponendo serie problematiche per i bilanci pubblici di numerose nazioni, chiamate a affrontare l’aumento dei disastri naturali e degli impatti dovuti agli eventi estremi. I Paesi più poveri, specialmente quelli africani e asiatici situati nelle zone equatoriali, stanno conoscendo un incremento dei disastri correlati al cambiamento climatico, senza avere adeguati fondi per fronteggiare le crisi in corso.

Di fronte alla necessità di contenere questi gravi problemi, la Banca Mondiale ha deciso di rivedere le sue procedure interne legate all’erogazione degli aiuti finanziari approvando una serie di nuove iniziative, che dovrebbero migliorare il supporto economico ai Paesi più in difficoltà.

Le Nazioni colpite da disastri naturali o da eventi legati alla crisi climatica potranno accedere più rapidamente ai fondi di emergenza della Banca Mondiale, attingendo fino al 10% dei capitali, non erogati, legati a un prestito per un progetto esistente o a un altro strumento finanziario dedicato alla gestione delle emergenze, quali uragani, terremoti o pandemie. «Sentiamo dire, cliente dopo cliente, dai Paesi a reddito molto basso a quelli a reddito medio “quando arriva una crisi, siamo impreparati finanziariamente e dobbiamo fare tutta una serie di terribili compromessi che non vorremmo fare”», ha dichiarato Anna Bjerde, Managing Director for Operations della Banca Mondiale.

Una seconda iniziativa riguarda l’allargamento degli accessi ai finanziamenti di emergenza, in modo da ampliare i prestiti da erogare e renderli più efficaci per i progetti di resilienza ambientale.

Mentre la terza opzione introdotta dall’organizzazione sovranazionale è quella dei prodotti assicurativi contro le catastrofi, strutturati per proteggersi dai disastri su larga scala. Il comitato esecutivo della Banca Mondiale ha approvato l’espansione di questo tipo di soluzione finanziaria, nella quale rientrano anche i catastrophe bond, che forniscono pagamenti assicurativi in caso di eventi climatici estremi che rientrano in determinati parametri.

La Giamaica, che è stata una delle nazioni fra le prime a usare i catastrophe bond, ha giudicato positivamente la decisione dell’organizzazione, sostenendo che questo tipo di misura finanziaria potrà contribuire a stabilizzare i bilanci dei Paesi più a rischio. Inoltre i fondi collegati a queste procedure potrebbero essere utilizzati per pagare le commissioni per la loro emissione, che fino a ora erano a carico dei singoli Stati.

Infine i funzionari della Banca Mondiale sono intenzionati ad accelerare drasticamente le procedure burocratiche legate all’approvazione, erogazione e gestione dei flussi finanziari, che per il momento riscontrano notevoli lentezze. Tendenzialmente una di queste pratiche, dall’avvio del progetto alla prima erogazione di un prestito, impiega 27 mesi, di cui circa 19 dedicati all’approvazione degli aiuti economici. Tempi troppo lunghi, che rischiano di causare notevoli danni alle finanze dei Paesi più deboli e di ritardare i progetti per salvaguardare le popolazioni locali.

Per questo motivo la Managing Director Anna Bjerde ha annunciato che entro il 30 giugno i tempi di approvazione verranno modificati cercando di diminuire nettamente le tempistiche, fino ad arrivare a dimezzarle entro la fine di giugno del 2025: «Voglio accelerare le erogazioni, perché se non si eroga, non si stanno eseguendo realmente i prestiti».

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