Ambiente

Vancouver sfrutta le acque reflue per decarbonizzare l’energia

In un distretto della città canadese recentemente riqualificato la False Creek Neighbourhood Energy Utility sta sviluppando un piano per utilizzate fonti di calore completamente rinnovabili entro il 2030
Credit: Mark Platz  

Tempo di lettura 4 min lettura
6 febbraio 2024 Aggiornato alle 09:00

In un momento piuttosto delicato a livello ambientale (soprattutto a seguito delle questioni emerse durante la Cop28), c’è chi si impegna per sfruttare al meglio il ricircolo, ottenendo la propria energia da fonti rinnovabili. Ne è un esempio False Creek, un quartiere recentemente riqualificato di Vancouver, sulla costa occidentale del Canada. In questo distretto gli abitanti sfruttano il calore delle acque reflue che provengono dagli scarichi per decarbonizzare le proprie reti energetiche.

Il calore che viene generato, per esempio, dalla lavastoviglie o da una doccia calda si dirige sottoterra e nei sistemi fognari e viene quindi tendenzialmente “sprecato” una volta che lascia lo scarico. Con i sistemi che sfruttano le acque reflue si favorisce invece la sua rigenerazione: il calore scorre lungo i tubi finendo in un impianto di trattamento dove viene pulito e trattato chimicamente, biologicamente e meccanicamente, pronto per essere nuovamente messo in circolo.

Come riporta un articolo della Bbc, secondo un rapporto del 2023 pubblicato dalla società di ingegneria globale Danfoss, il calore in eccesso è la più grande fonte di energia non sfruttata al mondo. Lo studio evidenzia come quello prodotto negli Stati Uniti, rilasciato dalle reti di trasporto, dalle fabbriche e dai sistemi fognari, potrebbe fornire energia a quasi l’intera regione se sfruttato in modo efficace.

A False Creek, una volta che il calore scorre attraverso i tubi fognari viene recuperato dalle pompe di calore, una rete di tubi lunga 5 miglia (8,3 km) nota come rete termica, che distribuisce l’energia ai 44 edifici presenti. «In ogni edificio gli scambiatori di calore trasferiscono il calore dal sistema idrico a circuito chiuso al sistema di riscaldamento dell’edificio e ai tubi dell’acqua calda sanitaria, quindi l’acqua fredda ricircola nell’impianto energetico», ha spiegato un portavoce alla Bbc.

Come si legge nell’articolo, attualmente sono anche in corso i lavori di ampliamento del sistema di recupero del calore delle acque reflue: la capacità della pompa di calore verrà triplicata da 3 megawatt a oltre 9 megawatt. La conferma dei buoni risultati di questa tecnologia è l’esplosione di sistemi energetici distrettuali in tutta la regione di Vancouver: molti utilizzano o stanno pianificando di sfruttare il calore delle acque reflue come fonte primaria di energia.

La False Creek Neighborhood Energy Utility, di proprietà e gestita dalla città, sta sviluppando una tabella di marcia affinché vengano utilizzate fonti di calore completamente rinnovabili entro il 2030. Per quel momento, si prevede che la maggior parte dei sistemi utilizzerà una combinazione di calore di scarto, accumulo termico e altre fonti rinnovabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

Negli Stati Uniti gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico. Il riscaldamento, il raffrescamento e l’acqua calda sanitaria rappresentano l’80% dell’energia che si consuma. A Vancouver, come emerge dall’articolo della Bbc, gli edifici sono responsabili di oltre il 50% delle emissioni di gas serra della città, perché il modo principale tramite cui la città riscalda i suoi edifici e produce acqua calda è bruciando gas naturale. Ogni anno gli americani buttano nello scarico circa 350 TWh di energia, l’equivalente del riscaldamento di 30 milioni di case all’anno. L’utilizzo del calore di scarto è quindi uno degli strumenti per ridurre le emissioni su scala di quartiere, soprattutto nelle aree densamente popolate.

Nel caso del Regno Unito, nel 2020, gli esperti della London South Bank University hanno stimato che l’energia proveniente dai 16 miliardi di litri giornalieri di acque reflue dello Stato potrebbe fornire più di 20 TWh di energia termica all’anno, sufficienti per fornire riscaldamento degli ambienti e acqua calda a 1,6 milioni di case.

Secondo Semida Silveira, Professoressa di Ingegneria dei sistemi presso la Cornell University negli Stati Uniti, sfruttare il calore delle acque reflue è un’occasione persa: «Buttiamo via molto calore e oggi abbiamo un’alta inefficienza energetica», ha spiegato alla Bbc, aggiungendo che l’efficienza energetica è trascurata perché invisibile, nonostante sia considerata dall’Agenzia internazionale per l’energia, l’autorità globale per il settore energetico, come “il primo combustibile”: un modo semplice ed economico per ridurre la domanda e rafforzare la sicurezza energetica.

Leggi anche
Transizione energetica
di Giacomo Talignani 4 min lettura
Energia pulita
di Sara Lo Bue 3 min lettura