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Abbracciamoci!

Oggi, 21 gennaio, si celebra la Giornata Mondiale dell’abbraccio, un gesto tanto semplice quanto importante, che dovremmo fare più spesso, come spiega a La Svolta la psicoterapeuta Giovanna Crespi
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21 gennaio 2024 Aggiornato alle 14:00

Diamo spesso tutto per scontato nella nostra quotidianità, anche un gesto che, prima della pandemia, era considerato così semplice ma che in realtà è denso di significati. L’abbraccio è una delle prime manifestazioni d’affetto che fin da bambini impariamo a dare o ricevere, non tutti lo amano ma sicuramente a volte può essere più incisivo e disarmante di qualsiasi parola.

Per celebrarne l’importanza, il 21 gennaio di ogni anno si festeggia la Giornata Mondiale dell’abbraccio. A lanciare l’idea fu il reverendo e terapeuta americano Kevin Zaborney. Il giorno non fu scelto a caso ma tenendo conto che nella seconda metà di gennaio, con la fine delle festività natalizie, le persone potessero sentirsi più sole, tristi e bisognose di calore umano.

La Giornata mondiale dell’abbraccio vuole diffondere un messaggio di amore e affetto, superando le barriere culturali e linguistiche e creando un legame emozionale, in grado di lenire anche il senso di solitudine che colpisce molte persone, acutizzatosi soprattutto dopo la pandemia.

L’importanza di un abbraccio

L’atto dell’abbraccio ha origini antiche ed è diffuso nelle culture di tutto il mondo perché rappresenta un simbolo universale di amore, affetto, conforto e sostegno. «L’abbraccio è un gesto potentemente umano che va oltre la semplice azione fisica. È un modo di comunicare emozioni e di stabilire connessioni profonde con gli altri - afferma a La Svolta Giovanna Crespi, psichiatra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Anna e Luigi Ravizza - perché non solo ha un impatto emotivo e psicologico, ma anche un effetto fisiologico sul corpo. Attraverso un abbraccio, si trasmettono emozioni positive e si rafforza il legame emotivo tra le persone: spesso, gli abbracci possono comunicare molto più di quanto le parole possano fare. Abbracciare può creare un senso di sicurezza e appartenenza».

I benefici sulla salute

L’abbraccio comporta molti benefici per la salute mentale e fisica. Oltre a ridurre lo stress, abbassa la pressione del sangue, rinforza il sistema immunitario e aumenta il senso di felicità. «Una risposta neurofisiologica a questo fenomeno chiama in causa la produzione di ossitocina ed endorfine, neurotrasmettitori che consentono al cervello di produrre sensazioni di soddisfazione - continua Giovanna Crespi - diminuendo ansia, paura e stress e promuovendo una sensazione di benessere. In particolare l’ossitocina, conosciuta come l’ormone dell’amore, che contribuisce a ridurre l’ansia e a promuovere un senso di sicurezza e benessere emotivo».

Ma da dove partono queste sensazioni di benessere? Un ruolo fondamentale per la ricezione degli abbracci è ricoperto proprio dalla nostra pelle e dai recettori cutanei che trasmettono al cervello segnali positivi. «Tramite questo gesto si attiva il sistema nervoso parasimpatico che contrasta il sistema nervoso simpatico, coinvolto nella risposta di “combatti o fuggi” al pericolo. Il contatto fisico può indurre una risposta rilassante nel sistema nervoso, portando a una diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna e contribuendo così a ridurre lo stress. Secondo uno studio - dichiara la psicoterapeuta - dieci secondi di abbracci al giorno inducono reazioni biochimiche e fisiologiche nel corpo, in grado di migliorare notevolmente la salute. Questo significa minor rischio di malattie cardiache, riduzione dello stress, diminuzione della stanchezza, rafforzamento del sistema immunitario, diminuzione delle infezioni e minor rischio di depressione».

La terapia dell’abbraccio

Negli anni ci sono state varie interpretazioni di questo gesto, c’è chi a Londra nel 2010 è entrato nel Guinness dei Primati partecipando al più grande abbraccio di gruppo fatto da 10.554 persone, o chi ne fa oggetto di studi scientifici come la terapia dell’abbraccio. «Negli anni 80 si è diffusa negli Usa la Hug Therapy, che tuttavia non è universalmente riconosciuta come terapia convenzionale. Si tratta di sessioni strutturate in cui gli individui ricevono abbracci da parte di un professionista addestrato. L’obiettivo è creare un ambiente sicuro e di sostegno in cui il contatto fisico, possa favorire il rilascio di endorfine e ossitocina, promuovendo il benessere emotivo».

L’abbraccio nel mondo virtuale

Nel mondo di oggi dove il virtuale spesso supera il reale, è ancora così importante abbracciarsi? Sembra di sì, al punto che sono stati sviluppati anche modi per inviare abbracci virtuali attraverso applicazioni e dispositivi che consentono di simulare la sensazione di un abbraccio attraverso feedback tattili. «È importante mantenere un equilibrio sano tra mondo virtuale e mondo reale. Gli abbracci sono in grado di fornire un senso di sicurezza e appartenenza. Per i giovani in particolare, - conclude Crespi -che stanno ancora sviluppando le proprie capacità sociali e emotive, incoraggiare esperienze fisiche come gli abbracci può contribuire positivamente alla costruzione di relazioni significative. La mancanza di queste esperienze potrebbe avere invece diverse implicazioni per il loro benessere emotivo e psicologico».

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