Bambini

Liceo del Made In Italy: quale sarà il suo futuro?

Da fine gennaio è possibile iscriversi al nuovo indirizzo. Informazioni lacunose e perplessità da parte di molti dirigenti scolastici, hanno però spinto diversi Istituti a non aggiungerlo alla propria offerta formativa
Credit: Katerina Holmes 
Tempo di lettura 4 min lettura
10 febbraio 2024 Aggiornato alle 08:00

Il 23 gennaio sulla piattaforma Unica sono state aperte le iscrizioni a un nuovo indirizzo scolastico per l’anno scolastico 2024/2025: il Liceo del Made In Italy, istituito all’interno della legge n. 206 del 27 dicembre 2023 con lo scopo di promuovere la “ valorizzazione, la promozione e la tutela del nostro territorio”.

In virtù di quanto stabilito dalla legge, le scuole paritarie e statali che gestiscono il Liceo delle Scienze Umane a indirizzo economico-sociale (LES), hanno avuto la possibilità di fare domanda per aggiungere il nuovo percorso entro il 15 gennaio, ma i non pochi dubbi sollevati da molti dirigenti scolastici hanno spinto diversi Istituti a rimandare l’adozione effettiva del nuovo iter formativo all’anno scolastico 2025/2026.

L’esistenza dell’attuale liceo LES, secondo la nota del 28 dicembre scorso pubblicata dal Ministero dell’università e della ricerca (MUR), potrebbe cessare dalla prossima stagione se non raggiungerà il medesimo numero di iscritti dell’anno scolastico 2023-2024.

In tal caso, si arriverà alla coesistenza tra i due indirizzi liceali.

Le iscrizioni al Liceo del Made in Italy sono partite 6 giorni dopo rispetto alla data stabilita per tutti gli altri percorsi, consentendo ai licei delle scienze umane di richiedere l’attivazione del nuovo indirizzo di studi, possibile però a condizione che, come espressamente citato nella nota, “il numero complessivo di classi prime non sia superiore a quello delle classi prime funzionanti nel corrente anno scolastico”. Al contrario, qualora la situazione sopra riportata non si presentasse, il Liceo delle scienze umane potrà essere sostituito dal nuovo percorso di studi. Le classi già avviate e successive alle prime diventeranno a esaurimento e si estingueranno poi del tutto.

Per quanto riguarda il programma, quello del Liceo del made in Italy multiforme perché comprenderà materie umanistiche ma darà anche particolare enfasi alle materie Stem. Le 891 ore complessive annuali saranno così distribuite: 132 di Lingua e Letteratura Italiana; 99 di Storia e Geografia, Diritto, Economia Politica, Lingua e Cultura Straniera, Matematica con Informatica; 66 di Seconda Lingua e Cultura Straniera, Scienze Naturali (Biologia, Chimica, Scienze della Terra) e Scienze Motorie e Sportive; 33 di Storia dell’Arte, Religione Cattolica o altre attività messe a disposizione alle studentesse e agli studenti.

Il progetto non si configurerà quindi come un’alternativa, ma risulta essere un Istituto liceale comparabile agli altri di carattere artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico e delle scienze umane.

Lo scopo principale del Liceo del Made in Italy è mettere in luce, sostenere e tutelare l’unicità dei prodotti italiani (anche su scala internazionale) nei settori dell’agroalimentare, dell’arte, della moda, del design e dell’imprenditoria.

Secondo il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara «valorizzare e promuovere le eccellenze italiane è una parte qualificante della nostra riforma della scuola che avvicina l’istruzione e il mondo del lavoro».

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy aggiunge che il nuovo liceo «coniuga tradizione e innovazione, ed è strettamente connesso al mondo imprenditoriale per formare i talenti e i futuri motori della nostra economia che saranno chiamati a valorizzare al meglio la qualità che caratterizza il nostro Made in Italy».

In base alla preparazione che questo percorso di studi offre, sono molteplici le strade che i ragazzi e le ragazze una volte conseguito il diploma potranno intraprendere, dall’iscrizione a un corso di Laurea in Economia a quello in Comunicazione, Giurisprudenza ma non solo. Per questo, Paola Frassinetti, sottosegretaria di Stato al Ministero dell’istruzione e del merito, si dichiara molto soddisfatta del progetto.

Tuttavia, al momento diversi dirigenti scolastici e presidi temporeggiano. Sta succedendo a esempio a Sondrio, dove si è scelto di aspettare un prospetto più chiaro e trasparente, rimandando la messa in opera del percorso scolastico all’anno scolastico 2025-2026. Lo stesso vale per Brescia, Mestre e Palermo. Le ragioni sono diverse: carenza di organico e libri di testo, tempistiche tecniche molto ristrette per le procedure di richiesta ed effettiva attivazione, poca chiarezza del progetto che appare dettagliato solamente per il biennio, turbamenti tra i docenti.

Leggi anche
Scuola
di Giunio Panarelli 4 min lettura