Bambini

Bush Kindy: tutti a scuola nella natura

La Nuova Zelanda si fa portavoce di un metodo di apprendimento alternativo, ora adottato anche da alcune città italiane, che consente ai bambini di imparare connettendosi con la natura
Credit: Greg Rosenke 
Tempo di lettura 5 min lettura
13 gennaio 2024 Aggiornato alle 13:00

Ci sono scuole in cui le aule non hanno muri e il tetto è solo il cielo, dove i bambini e le bambine imparano facendo esperienza e apprendono nozioni immersi nella natura: sono le scuole naturalistiche, note anche come Bush Kindy o Forest School. Qui gli alunni varcano ogni recinzione scolastica per immergersi nell’ambiente circostante e ricercare in esso stimoli, sfide e avventure divertenti ma straordinariamente educative.

Il gioco all’aperto e immerso nella natura, infatti, per i bambini in età scolare è strettamente collegato allo sviluppo di competenze fondamentali, tra le quali la risoluzione dei problemi e il ragionamento, la creatività, la curiosità, l’identificazione del rischio, l’autoregolamentazione e l’apprendimento sociale ed emotivo.

Così, nelle scuole naturalistiche, i più piccoli imparano il senso dell’equilibrio camminando sui tronchi o arrampicandosi sugli alberi, mantenendo alta la soglia dell’attenzione per non cadere ed esplorando il senso del rischio e della fiducia; i più grandi, invece, osservano e sviluppano pensiero critico e capacità di problem solving facendo quello che farebbero ogni giorno davanti a tanti stimoli sempre nuovi: ponendo domande.

Tutti insieme lavorano su immaginazione e creatività attraverso le enormi risorse rese disponibili dalla natura per creare, costruire e comporre liberamente.

A puntare sulle Bush Kindy sono ormai molti Stati, ma è soprattutto in Nuova Zelanda che questi istituti sono sempre più diffuse e frequentate dai piccoli studenti. Nel Paese si contano, ormai, infatti più di 80 scuole naturalistiche, con una comunità di circa 2000 educatori.

Qui la struttura formale di una classe tradizionale viene messa da parte, a favore del gioco e dell’apprendimento autodiretto che, secondo alcune ricerche condotte da studiosi del campo, si rivelano gli strumenti migliori per aumentare la resilienza, il benessere e la creatività nei bambini, oltre che per costruire un forte senso di responsabilità nei confronti della natura che li circonda.

«Da una prospettiva del benessere collettivo, i bambini che frequentano programmi sulla natura crescono con una predisposizione a prendersi cura del loro ambiente» ha dichiarato al The Guardian Jenny Ritchie, professoressa di educazione alla Victoria University di Wellington.

«Da quando hanno iniziato a frequentare la scuola naturalistica, i miei figli girano per le strade e raccolgono la spazzatura e insistono nel convincerci che dovremmo utilizzare solo una macchina per gli spostamenti», conferma la mamma di uno dei piccoli studenti della Boush Sprouts, una delle scuole naturalistiche della Nuova Zelanda.

I bambini, infatti, imparano a rispettare il mondo naturale quando viene data loro l’opportunità di esserne circondati e a prendersi cura degli animali e delle piante, stringendo un profondo legame con la terra.

Anche in Italia le Bush Kindy stanno facendo timidamente capolino. In provincia di Bergamo, nella scuola primaria Giovanni Pascoli di Scanzorosciate, per esempio, c’è un’aula speciale: è Aula Natura d’Italia, realizzata in collaborazione con l’Oasi Wwf Valpredina. Uno spazio senza banchi, ma con uno stagno, tante piante, una casetta di legno e un “condominio” per insetti. L’aula è aperta tutto l’anno alle curiosità degli alunni, affinché possano conoscere la natura, i suoi ritmi, le sue leggi, e imparare a capirla vivendola in prima persona.

I 18 plessi scolastici dell’IC Valle Versa (8 scuole d’infanzia, 6 primarie, 4 secondarie di primo grado), nell’Oltrepò Pavese, hanno abbracciato, invece, l’idea di fare lezione tra parchi e boschi, con qualsiasi condizione meteorologica: con il sole ci si gode la giornata e se piove si ricorre a portici, strutture estive riconvertite, tensostrutture fornite dagli Alpini e tettoie.

Una scuola immersa nella natura in cui si fa esperienza diretta delle materie studiate sui libri: si conoscono gli animali studiati a lezione di scienze e si osservano i paesaggi spiegati dalla maestra di geografia. In questo modo, i bambini apprendono più rapidamente e con maggiore entusiasmo.

A Nettuno, un comune a sud di Roma, le dirigenti scolastiche dell’IC Nettuno 1 e del Circolo Didattico di Nettuno, hanno pensato che fosse sprecato rinchiudere i ragazzi tra le quattro mura delle aule e che fosse invece un’idea straordinaria quella di portarli a conoscere ed esplorare le tante bellezze naturalistiche della zona. È così che anche qui le lezioni hanno iniziato a svolgersi tra cortili, boschi e spiagge.

Un metodo di apprendimento alternativo, quello delle scuole naturalistiche, dunque, che incoraggia i bambini a esplorare, a fare scoperte, a porsi domande e trovare risposte. Un nuovo modo di fare scuola che li connette con la natura, insegna ad amarla e rispettarla e consente di imparare in modo innovativo e divertente, attraverso nozioni che nessuno potrà mai insegnare, se non loro stessi, guidati dalla curiosità verso il mondo.

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