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Castelfranco: le case si alimentano a idrogeno

Nel comune in provincia di Modena la sperimentazione per la distribuzione energetica domestica che sostituirà progressivamente il gas naturale riguarderà 40 abitazioni
Credit: Pantone
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5 gennaio 2024 Aggiornato alle 12:00

Il gruppo Hera sta conducendo una sperimentazione che potrebbe cambiare i consumi energetici di numerosi concittadini.

Attraverso la sua divisione Inrete Distribuzione Energia ha compiuto il primo passo verso la distribuzione domestica dell’idrogeno, rifornendo 40 abitazioni nel comune di Castelfranco (Modena), con l’idrogeno e riducendo il gas naturale.

Dopo aver installato una centrale temporanea e realizzato gli allacci alla rete, l’energia è stata portata ai fornelli e ai boiler delle case prescelte.

Se dovesse aver un successo duraturo, questa alternativa alle fonti fossili potrebbe cambiare il mercato energetico italiano: «Sperimentiamo, primi in Italia, una miscela di idrogeno e gas naturale nelle reti di distribuzione esistenti. L’iniziativa coinvolge tutti gli operatori della filiera del gas, dal trasporto ai costruttori di equipment tecnologici, fino ai produttori di apparecchi domestici per riscaldamento e cottura. La supervisione di ogni aspetto di sicurezza è affidata a enti riconosciuti a livello internazionale», ha dichiarato Federico Bronzini, amministratore delegato di Inrete.

Un’opinione condivisa anche dal sindaco Giovanni Gargano, di Castelfranco, che ha ribadito di aver «accettato la sfida a essere la prima amministrazione comunale ad appoggiare un piano così all’avanguardia e di potenziale grande impatto rispetto ai temi della decarbonizzazione».

L’importanza dell’implementazione di questa soluzione deriva dal fatto che l’idrogeno non produce sostanzialmente gas alteranti, ma principalmente vapore acqueo. Il dispiegamento del suo utilizzo su larga scala potrebbe accelerare la decarbonizzazione del settore energetico e l’abbattimento delle emissioni italiane di CO2. Inoltre è possibile produrlo a livello locale tramite una serie di processi industriali nazionali che consentirebbero di diventare meno dipendenti a livello energetico da altri Paesi e dai loro rifornimenti legati alle risorse fossili.

Le speranze poste nel successo di questa fonte energetica hanno portato le società Hera e Snam a investire 20 milioni di euro per realizzare un nuovo polo industriale, intitolato IdrogeMo, che genererà fino a 400 tonnellate di idrogeno per usi civili, con possibilità di ulteriori espansioni della produzione: «L’area ospiterà un parco fotovoltaico di 6 MW di potenza collegato a un elettrolizzatore – un dispositivo progettato per estrarre idrogeno dall’acqua attraverso il processo dell’elettrolisi – che, grazie all’utilizzo dell’energia elettrica fornita dal campo fotovoltaico, arriverà a produrre l’idrogeno. Per alimentare anche nelle ore notturne l’elettrolizzatore, il polo sarà completato da una batteria per lo stoccaggio dell’energia elettrica», ha spiegato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Vernier.

Iniziative industriali legate all’utilizzo dell’idrogeno si stanno vedendo anche in altre regioni, come in Lombardia, dove è nata negli ultimi mesi la prima filiera dell’idrogeno verde d’Italia.

Circa 35 aziende si sono coordinate con università ed enti di ricerca, sotto l’impulso delle autorità regionali. Infatti la Lombardia è una delle 14 regioni dove si svilupperanno le cosiddette Hydrogen Valleys, attraverso un investimento lombardo complessivo di 33,5 milioni di euro inquadrato nei progetti del Pnrr, su proposta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Con queste sperimentazioni e progetti l’‘Italia punta a inserirsi in un mercato globale che, secondo la società di consulenza Deloitte, supererà il valore del commercio di gas naturale liquido entro il 2030 e crescerà fino 1.400 miliardi di dollari entro il 2050.

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