Diritti

Ferragni: dopo i pandori, le uova di Pasqua?

Sul Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli spiega che “ci sono 2 operazioni precedenti molto simili” al caso Balocco. Inoltre, secondo Stefano Feltri nemmeno i conti di Fedez nel mondo della charity sembrano quadrare

Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
19 dicembre 2023 Aggiornato alle 15:10

«Un errore di comunicazione». «Non ho vigilato abbastanza». «Equivoci». Secondo la difesa di Chiara Ferragni (affidata a un video Instagram che rispetta tutti i criteri della Celebrity Apology Video Aestethic in cui racconta la sua versione dei fatti), l’affaire Balocco per cui l’influencer è stata multata per 1 milione di euro dall’Agcom è stato nient’altro che questo. Un progetto il cui «fine ultimo è buono» ma su cui «non c’è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione». Sbagliare è umano, ci ricorda Ferragni, ma da questo errore in buona fede vuole che si «generi qualcosa di costruttivo e di positivo».

A interrompere questo racconto edificante di caduta e rinascita, però, è arrivato un nuovo articolo di Selvaggia Lucarelli (che per prima già un anno fa aveva portato alla luce le irregolarità dell’operazione Pandori, venendo subissata da critiche e insulti), che sul Fatto Quotidiano spiega che “ci sono infatti due operazioni precedenti molto simili sia nel 2021 che nel 2022, per cui la distrazione era recidiva”.

Lucarelli fa riferimento alle 2 campagne con cui, nel febbraio 2021 e nel febbraio 2022, l’influencer ha presentato le sue uova di Pasqua in collaborazione con Dolci Preziosi. Uova che, spiega il sito Blonde Salad, “sosterranno il progetto benefico I Bambini delle Fate”, un’associazione che si occupa di progetti di inclusione sociale per bambini e ragazzi con autismo e disabilità.

I post di Ferragni (tutti corredati dall’hashtag #adv) sembravano confermare la portata benefica dell’iniziativa (“Ci tengo molto a questo progetto perché sostiene ‘I bambini delle fate’”; “Anche quest’anno Chiara Ferragni e Dolci Preziosi sostengono ‘I Bambini delle Fate’ con delle nuove uova”) rilanciata, e mai smentita, da tantissime testate.

Peccato che «assolutamente non c’è stata correlazione tra le vendite delle uova e la donazione a “I Bambini delle Fate”. Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto», ha detto Franco Cannillo, proprietario di Dolci Preziosi a Lucarelli. Ferragni sarebbe stata pagata «a memoria 500.000 euro nel 2021 e 700.000 circa nel secondo anno, poi ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto».

E i cartoncini che, sulle uova, annunciavano “Sosteniamo ‘I Bambini delle fate’”? «È quel che abbiamo fatto, “sosteniamo” non vuol dire che se compri vai a sostenere la beneficenza. Significa che noi abbiamo fatto una donazione e lo comunichiamo. Sensibilizziamo!».

Il termine non sarebbe casuale e, anzi, sarebbe frutto di una contrattazione con l’associazione destinataria della donazione, che ha detto a Lucarelli di essersi opposta a promuovere la donazione come legata alle vendite. Donazione che stata di 12.000 euro un anno e 24.000 l’altro, a fronte di un cachet percepito da Ferragni 33 volte più alto e di un’operazione commerciale “di grande successo” per Dolci Preziosi.

Intanto, i post che promuovevano l’iniziativa sono stati rimossi dal profilo Instagram di Chiara Ferragni, ma sono ancora visibili in alcuni repost di Dolci Preziosi, nella search di Google e in un tweet sul profilo X di Lucarelli.

A giocare sul confine tra operazione commerciale e beneficenza, però, non sarebbero solo i pandori e le uova rosa firmati da Ferragni. “L’errore di comunicazione era di fatto un modus operandi nella famiglia Ferragnez - ha scritto Lucarelli in un altro post - Anche Fedez lanciò le sue belle uova col cartoncino ‘sosteniamo la fondazione Tog’ e finché non ne scrissi io sul Fatto si guardò bene dallo spiegare che lui guadagnava un cachet e pure la percentuale sul venduto. Naturalmente, beccato con le mai nella marmellata anche lui, cercò di aggiustare qualcosa in corsa, ma di fatto era sempre un’operazione commerciale con il tema beneficenza aggiunto lì con un’intenzione molto chiara”.

«Sono stato additato come truffatore, tutto quello che faccio nel mondo della charity con la mia fondazione è stato definito opaco, fumoso, ecco, ci tengo a dire che sono due cose differenti - mia moglie è mia moglie e io sono io - e ho una fondazione che ha un bilancio sociale che è pubblico e rimango perplesso che si metta in discussione tutto quello che ho fatto nel mondo della charity», aveva detto qualche giorno fa Fedez in un video.

Secondo Stefano Feltri, però, nei bilanci pubblici della sua fondazione “ci sono cifre molto diverse da quelle che Fedez elenca nel video come risultati di raccolte fondi milionarie”. Non solo i “3 milioni, 7 milioni” di cui parla nel video sono stati raccolti su una piattaforma (GoFundMe) poi oggetto di contestazioni sempre dall’Antitrust perché imponeva ai donatori delle “mance” alla piattaforma che aumentavano anche del 10% il costo della donazione.

Se guardiamo alle cifre della Fondazione Fedez Ets, “le cifre in ballo sono molto, molto più basse. La sua fondazione nel 2022 ha raccolto soltanto 342.000 euro, 180.000 dei quali versati dallo stesso Fedez. Quindi l’intera attività di raccolta dal pubblico si limita a 152.000 euro da singoli individui e 13.000 circa da aziende”. Nel complesso, dice Feltri nella sua newsletter Appunti, bilancio alla mano, “l’attività benefica della fondazione Fedez è di 500.000 euro in due anni. Sono tanti? Sono pochi? Ognuno può farsi la sua idea, di certo non sono cifre enormi per Fedez, la sua società Zedef nel 2022 ha registrato un utile di 3,9 milioni di euro, nel 2021 di 2,3 milioni”. Tra queste la donazione fatta da Fedez in persona, che “su 180.000 euro donati dovrebbe recuperarne 30.000 in minori tasse sul reddito”.

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