Economia

Case green: quali novità?

Dopo mesi di trattative, Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici, stabilendo nuove regole per quelli esistenti e futuri
Credit: Dids 
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14 dicembre 2023 Aggiornato alle 10:00

Giovedì 7 dicembre il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia.

Con l’obiettivo di ridurre le emissioni delle abitazioni e la decarbonizzazione del patrimonio edilizio a livello europeo, la Epdb - Energy Performance of Buildings Directive fissa nuove regole e parametri per costruzioni esistenti e future.

Un po’ di contesto

Il 15 dicembre 2021 la Commissione aveva presentato al Parlamento europeo e al Consiglio una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. La direttiva, parte del pacchetto Pronti per il 55%, vorrebbe creare un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

La proposta è particolarmente importante dato che a livello europeo gli edifici sono responsabili per il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia.

Cosa si propone?

Durante l’incontro dello scorso 12 ottobre si era arrivati all’idea di eliminare la norma che imponeva l’obbligo di intervenire sugli immobili entro una determinata scadenza, mentre nell’incontro del 7 dicembre, sono stati pensati obiettivi più precisi per il risparmio di energia nell’intero patrimonio edilizio dei Paesi membri.

Gli Stati appartenenti all’Ue dovranno garantire che gli edifici residenziali più inquinanti riducano il consumo energetico medio del 16% entro il 2030 e del 20 - 22% entro il 2035, lasciando una certa flessibilità di azione alle singole situazioni territoriali.

Nello specifico, si prevede che i singoli Paesi possano prendere in considerazione quale tipologia di edifici e quali misure adottare, sempre che il 55% della riduzione dei consumi energetici complessivi passi attraverso l’efficientamento degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori.

Inoltre, le nuove indicazioni prevedono, per il momento, la possibilità di escludere dagli interventi di efficientamento gli immobili agricoli, storici, di culto e quelli coperti da particolari vincoli architettonici.

Ecobonus al 50 e 65% per le caldaie

Fino almeno al 31 dicembre 2024 resta in vigore l’Ecobonus al 50% per le caldaie a condensazione con efficienza minima pari alla classe A e al 65% per gli impianti dotati di sistemi di termoregolazione evoluti. Questo significa che a partire dal 2025 non si potranno più introdurre incentivi per le caldaie autonome alimentate da combustibili fossili, ma sarà possibile sostenere il passaggio a sistemi ibridi.

Lo stop ufficiale alle caldaie a gas viene spostato al 2040 e non riguarderà chi ha già una caldaia a gas in casa, ma solo chi deve comprare un nuovo sistema di riscaldamento.

Energia solare negli edifici

La direttiva conferma la possibilità di incentivi per l’installazione di sistemi di riscaldamento ibrido che operano con una quota di energie rinnovabili, come per esempio una caldaia con il solare o con le pompe di calore.

Inoltre si è raggiunto l’accordo che garantirà la diffusione di impianti di energia solare adeguati negli edifici di nuova costruzione, negli edifici pubblici e in quelli non residenziali esistenti sottoposti a ristrutturazione. Entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici l’obbligo scatterà dal 2028.

Questo accordo provvisorio deve ora essere approvato e formalmente adottato dal Parlamento e Consiglio europeo. Il prossimo 23 gennaio verrà votato dalla Commissione Itre (Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo).

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