Culture

Perché il regalo alle maestre è un rito sacro

Secondo alcuni è inutile, è un retaggio contadino o convenzione borghese. Io penso il contrario: le maestre sono esseri sacri, vere e proprie divinità. E alle divinità si portano doni (belli)
Credit: Kira auf der Heide 

In questi giorni mi è capitato di leggere un articolo secondo cui il regalo di Natale alle maestre sarebbe un retaggio contadino - alla stregua dei quattro capponi di Renzo - o una inutile convenzione borghese.

Tanto che, si argomentava in nell’articolo Anche gli insegnanti odiano i regali di classe a Natale pubblicato su Il Post, il regalo alle maestre non piacerebbe neanche alle stesse maestre.

Un rito sacro. Che necessita di doni belli

Leggendo il pezzo sono saltata sulla sedia, incredula.

Perché per me il regalo alle maestre, in particolare quello di Natale, oltre che di fine anno, è un rito assolutamente intoccabile. E lo è per un motivo molto semplice: le maestre sono creature sacre, divine, che io venero in maniera assoluta.

Infatti, svolgono uno dei lavori più importanti dell’universo, formano la mente e il cuore dei miei figli e di tutti i bambini e ragazzini dei quali sono maestre, e per questo mestiere letteralmente sacro e fondamentale sono pagate pochissimo, diciamo praticamente nulla rispetto all’importanza che rivestono.

Dunque il regalo, di Natale o di fine anno, è una tappa fondamentale che non può essere saltata.

Per esprimere quanto siamo grati e grate, quanto sono importanti per noi.

Concordo però con l’autrice del pezzo pubblicato su Il Post quando dice che la penna, o il pandoro magari neanche troppo di marca, insomma l’oggetto che finisce nel secchio oppure non è neanche gradito, è qualcosa di poco sensato.

Però non sono d’accordo nel dire che i soldi dovrebbero essere devoluti per cose di cui ha bisogno la classe: quella si chiama colletta, non regalo alle maestre.

Quel regalo folle del primo anno di scuola

Ho una sorella che fa l’insegnante e ogni Natale o fine anno faccio con lei un gioco, mandandole un po’ malignamente i regali che noi facciamo alle insegnanti, perché lei, invece, regolarmente, riceve appunto una penna, un pupazzetto, oppure oggetti brutti e sbagliati.

Mi spiace per lei e soprattutto per le madri dei suoi alunni. Perché qui viene il bello.

Il regalo alle maestre non solo è sacro, ma è anche una sfida divertente. Bisogna infatti comprare cose belle, molto belle, che tocchino il cuore e raccontino valori ed emozioni. E per questo bisogna spendere un pochino di soldi - ma anche mettendo 10-12 euro a testa tutti insieme si crea una bella cifra - ma soprattutto impiegare tempo e metterci molto pensiero.

Vi racconto allora qualcuno dei nostri regali, almeno di quelli che io, che ho da anni ufficialmente questo compito assolutamente fondamentale pur non retribuito, ho fatto per la classe, talvolta insieme ad altre mamme. Partendo dal primo, che fu una esperienza assolutamente folle.

Per me era il primo anno di scuola della mia vita di mamma, infatti avevo messo mio figlio in un nido privato a tre mesi e dieci giorni, tanto credo nella scuola.

Ero quindi ancora nella fase un po’ invasata da primi-mesi-del-primo-figlio e adoravo quell’asilo colorato dove spesso mi sarei trattenuta io volentieri per la giornata.

Non si trattava in verità del regalo di Natale ma della fine dell’anno, ma per darvi un’idea: non so come, riuscii a estorcere ai genitori una cifra folle, tipo 30 euro, e con quella comprammo un seggiolone di una marca svedese per una maestra incinta e tre airpod della Apple per sentire la musica di tanti colori diversi per le altre maestre. Non solo.

Comprai anche dei palloncini enormi, uno a forma di cicogna da legare al seggiolone e uno a forma di bottiglia di spumante per gli airpod.

Ricordo che la direttrice dell’asilo era senza parole, mi disse “Non ho mai visto una cosa così”.

Ci fu anche una discussione non troppo simpatica sul fatto che alcune delle insegnanti erano arrivate gli ultimi mesi e non era giusto avessero lo stesso un airpod come le altre.

Ma per me se anche fai un mese o due come maestra, già diventi semi-sacra. E dunque ricordo che fui irremovibile.

Non solo maestre, a scuola regali per tutti

Ovviamente negli anni successivi non è più capitata una cosa così pazza. Ma non siamo rimasti con le mani in mano: delle cose che mi ricordo, ne ho fatti così tanti ormai, abbiamo regalato, oltre ai classici cesti con cose buone da mangiare pensate una a una, anche delle lampade prese in un bellissimo negozio con dei fiori incastonati dentro, oppure due ulivi meravigliosi dentro vasi di coccio con sopra la targhetta con il nome della classe, oppure - per esempio quest’anno - regali solidali di Medici Senza frontiere.

Cose belle, tante, messe dentro una busta di stoffa sempre della Ong. E sempre con un biglietto personalizzato, creativo, a sua volta spesso un oggetto (come una piccola scatola verde a forma di albero con dentro un cuore di stoffa), spesso una filastrocca in rima.

Non solo: quando a scuola si fanno i regali, si fanno alle maestre principali ma anche alle “secondarie”, all’insegnante di sport e anche ai collaboratori e uscieri, almeno quelli con cui ovviamente si interagisce. E se anche il regalo è minore, come una buona bottiglia di vino, è sempre un modo per dire che non è scontato il loro lavoro, che siamo grati anche per quello.

La scuola, ripeto, è un luogo talmente importante per me che tutti quelli che ci lavorano assumono un valore speciale.

Il regalo: un modo per dire “So che ci sei e che fatichi”

In generale, comunque fare regali è una gran bella cosa e soprattutto un’arte. Certo, in un epoca di orrendo consumismo, perché alimentare una pratica che fa solo male all’ambiente?

Beh, detto fra noi, io comincerei prima a tagliare su altro, prima che su regali fatti a persone che svolgono un lavoro importante. E poi, se è vero che il regalo alle maestre deve essere bello e ricco, non ci piove, in generale anche piccoli regali simbolici, la mia passione, dati a persone che non se lo aspettano per niente, sono un modo molto bello per dire “So che ci sei. So che fai questo lavoro, questa cosa, magari faticosa”.

Da questo punto di vista trovo sbagliata l’espressione “È solo un pensiero”.

Invece il regalo è proprio questo, un modo dire che quella persona è stata pensata. Altro che “solo”! È tantissimo.

Insomma, un modo per trasmettere un sentimento di empatia e affetto. Penso che sia questo, un po’ lo spirito del Natale.

Per questo suggerisco di fare meno regali a chi se li aspetta e più a chi non se li aspetta per niente. Ma, soprattutto, non provate a risparmiare sul regalo alle maestre (e se c’è un bambino i cui genitori hanno pochi soldi metteteli voi che li avete). Ripeto: le maestre – e i maestri dove ci sono! - sono sacre, e alle divinità si portano doni. Non è forse così?