Diritti

Chi è Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma?

Considerato uno degli esponenti più importanti della destra, è tornato nell’agone politico con un nuovo movimento, alleandosi con Marco Rizzo, presidente onorario del Partito comunista
Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
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7 dicembre 2023 Aggiornato alle 13:00

Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e volto storico della destra italiana, ha lanciato la scorsa settimana il suo nuovo movimento politico “Indipendenza!” insieme a un partner di eccezione, il leader del Partito comunista Marco Rizzo. Un’ alleanza che può stupire per molti versi e che ora potrebbe riportare al centro della scena politica uno degli esponenti più importanti dell’ultimo trentennio della destra.

Classe 1958, Gianni Alemanno (all’anagrafe Giovanni) nasce a Bari, ma da lì a poco si trasferisce in diverse città italiane a causa del lavoro del padre che è ufficiale dell’esercito. All’inizio degli anni Settanta Alemanno si stabilisce con il resto della famiglia a Roma. Qui nasce la sua passione politica: diventa uno dei leader della gioventù missina.

Sono anni turbolenti e Alemanno è in prima linea. Colleziona diverse accuse di violenza politica. Da molte esce assolto. Ma in due casi viene condannato: si tratta del lancio di bottiglie molotov contro l’ambasciata dell’Unione sovietica e delle proteste contro la visita dell’allora presidente americano George Bush al cimitero militare americano.

In quest’ultima occasione Alemanno organizza una contromanifestazione non autorizzata per ricordare i combattenti della Repubblica di Salò.

L’impegno politico di Alemanno è legato alla figura di Pino Rauti, storico dirigente missino e padre di Isabella, attuale parlamentare di Fdi e sua, ormai ex, moglie.

Nel 1988 Alemanno diventa segretario del Fronte della gioventù. La sua gestione della giovanile dell’Msi è di matrice movimentista e strizza l’occhio anche agli ambientalisti. Alemanno è un amante della natura anche a livello personale: è appassionato di scalata sulle montagne e nel 2004 guiderà una spedizione italiana sul K2.

Successivamente all’incarico nel Fronte, segue Gianfranco Fini, divenuto nel frattempo leader dell’Msi, nella fondazione di Alleanza nazionale, il nuovo soggetto politico che punta a rendere più moderata e rassicurante la destra italiana. Gli anni Novanta vedono la discesa in campo di Silvio Berlusconi che punta a mettere d’accordo Lega e An. Una visione che non piace molto ad Alemanno che nel 1991 si presenta a Catania per protestare contro un comizio del fondatore del Carroccio Umberto Bossi.

I mal di pancia però passano presto e nel 1994 Alemanno viene eletto per la prima volta in Parlamento nelle fila del centrodestra. Nel 2001 diventa anche ministro dell’Agricoltura. La sua gestione sembra piacere più agli ambientalisti che ai suoi alleati. Tanto che nel 2023 Libero gli rimprovererà ancora le sue posizioni contrarie al nucleare e da “gretino”.

La vera esperienza che lo rende celebre a livello nazionale è però quella da sindaco di Roma: nel 2008 diventa primo cittadino della Capitale sconfiggendo Francesco Rutelli. Durante la sua gestione cerca di staccarsi dalle accuse di essere ancora legato al fascismo e promuove la creazione di un Museo della Shoah. Nel frattempo però finisce sotto accusa per aver affidato molti incarichi a ex esponenti del mondo dell’estrema destra. Cerca di aumentare la sicurezza nella Capitale richiedendo più volte l’intervento dell’esercito. Tanto che il comico Max Paiella mette in scena una sua imitazione in cui per ogni problema ripete: «Chiamo l’esercito».

Nel 2013 si ricandida alle Comunali, ma perde contro il candidato del centrosinistra Ignazio Marino. Il suo periodo da sindaco non giova alla sua popolarità e nel corso degli anni la sua carriera politica si avvia verso il declino. Anche a causa dei guai giudiziari: nel 2023 arriva la condanna definitiva per traffico di influenze in uno dei filoni della maxi indagine “Mondo di mezzo”.

Nel corso degli ultimi anni si è avvicinato più volte a Fratelli d’Italia, ma ha lasciato definitivamente il partito nel 2022 perché non intenzionato a sostenere militarmente l’Ucraina in quella che a suo dire «è una guerra che vede semplicemente contrapposti la Nato e la Russia».

Le sue posizioni a favore di una destra sociale, pacifista e antiatlantista lo portano a dialogare anche con i comunisti di Rizzo e a criticare aspramente Giorgia Meloni che, spiega a Tpi, «è troppo disponibile ai diktat europei».

Ecco allora la nascita di un nuovo movimento politico, “Indipendenza!”. Sarà l’ultima vetta?

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