Bambini

I bambini sono sempre più connessi. Ma quali sono i rischi?

Save the Children nell’ultima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio racconta il rapporto dei giovanissimi con la rete, tra incremento dell’uso di device e scarse competenze digitali
Credit: Ron Lach 
Tempo di lettura 3 min lettura
2 dicembre 2023 Aggiornato alle 17:00

In un’epoca sempre più digitalizzata, i bambini si trovano a contatto con le tecnologie fin da piccolissimi. A testimoniarlo, l’ultima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, Tempi digitali, secondo il quale il 78% dei minori tra gli 11 e i 13 anni nel nostro Paese usa internet quotidianamente. Questo dato solleva questioni cruciali riguardanti le competenze digitali, l’accessibilità e la sicurezza online.

Il rapporto evidenzia un aumento significativo nell’uso di dispositivi mobili, in particolare tra i bambini di 6-10 anni, un fenomeno accelerato dalla pandemia di Covid-19.

L’accesso quotidiano al web, prevalentemente tramite smartphone, è diventato la norma per la maggior parte dei giovani, che a causa delle tecnologie hanno cambiato sostanzialmente le proprie abitudini e modalità di interazione sociale.

Nonostante questa crescente esposizione, l’Italia si colloca quart’ultima in Europa per quanto riguarda le competenze digitali tra i giovani tra i 16 e i 19 anni. Con solo il 27% degli italiani che possiede gli strumenti culturali per navigare consapevolmente in rete, il nostro Paese è significativamente indietro rispetto ad altri come Francia e Spagna.

Questo divario pone l’Italia di fronte a una sfida cruciale: come preparare efficacemente la prossima generazione a un mondo sempre più tecnologico?

Il rapporto sottolinea anche un marcato divario territoriale. Al Sud, oltre la metà dei giovani presenta scarse o nulle competenze digitali. Sebbene la connettività delle famiglie italiane sia migliorata, con il 52% che ha accesso alla banda ultra-larga, il nostro Paese rimane indietro rispetto agli altri stati membri dell’UE per quanto riguarda la digitalizzazione dell’economia e della società.

La scuola gioca un ruolo essenziale nell’alfabetizzazione digitale e nella prevenzione di problemi come il cyberbullismo, ma è necessario un miglioramento sostanziale nell’accesso alla tecnologia e nella formazione digitale per garantire che tutti i giovani siano equipaggiati per navigare online in sicurezza.

Internet offre infatti opportunità immense ma senza regole i bambini e gli adolescenti sono esposti a rischi significativi come il cyberbullismo e la sovraesposizione, che nei casi più gravi può dare origine a una vera e propria dipendenza.

Per provare ad arginarli, l’Agcom (Autorità Garante delle comunicazioni) ha introdotto nuove disposizioni volte a tutelare i minori dai pericoli della rete attraverso un sistema di parental control che consente ai genitori di intestare una sim ai propri figli, bloccando l’accesso a una serie di categorie di siti come quelli che forniscono informazioni sulle armi che o promuovono il gioco d’azzardo, la violenza, l’uso di armi, l’odio e le discriminazioni.

Affrontare le sfide della transizione digitale, migliorare la connettività, rafforzare le competenze digitali, e garantire un ambiente online sicuro per bambini e adolescenti sono quindi passi essenziali verso il futuro.

In tal senso, l’Italia è chiamata ad adottare un approccio proattivo per garantire che la generazione digitale emergente sia pronta ad affrontare le sfide e a sfruttare le opportunità del digitale, piuttosto che esserne fagocitata.

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