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L’AI salverà San Francisco?

Pandemia e lockdown hanno danneggiato il tessuto sociale ed economico della seconda città più popolosa degli Usa. Ora sembra che le cose stiano cambiando, grazie al boom dell’intelligenza artificiale
Credit: Leo Korman
Tempo di lettura 4 min lettura
12 dicembre 2023 Aggiornato alle 07:00

A tre anni dalla pandemia di Coronavirus, una parte di San Francisco sembra non essersi mai ripresa, dice il Washington Post. La città è sempre stata sede di grandi e importanti aziende, come Airbnb, Redditi, X (ex Twitter), Uber e Mozilla. Eppure, con la sempre maggiore diffusione dello smart working, molte realtà hanno dovuto ridimensionare, e in certi casi stracciare, i contratti di locazione e a causa della tendenza a uscire sempre meno, molti ristoranti e bar hanno chiuso, così come alcuni rivenditori.

Ultimamente, però, il destino sembra essere più radioso per la città statunitense. Se da un lato bar e ristoranti chiudono, infatti, dall’altro centinaia di lavoratori nel settore dell’intelligenza artificiale hanno scelto il luogo simbolo della Silicon Valley come meta prediletta. C’è addirittura chi paragona questo momento all’era d’oro di internet tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000: in città «si respira un’eccitazione e un’energia palpabile intorno al tema dell’intelligenza artificiale», ha detto Dev RIshi, fondatore e amministratore delegato della start-up Predibase, al Wp.

Sempre più aziende e persone si stanno spostando verso San Francisco perché, spiega Angela Hoover, fondatrice e CEO della start-up di intelligenza artificiale Andi che a luglio si è trasferita da Miami «è qui che sta avvenendo tutto lo sviluppo dell’AI e noi dovevamo farne parte».

Mentre aziende come Facebook e Linkedin hanno drasticamente ridotto la loro presenza in città, Anthropic sta per concludere un contratto di locazione in uno spazio di 230.000 mq precedentemente occupato da Slack, Open Ai è in trattative per subaffittare 445.000 mq di spazio all’interno della sede di Uber e aziende più piccole prevedono di crescere molto in fretta: «siamo 25 persone» – ha detto Yashar Behzadi, fondatore e CEO di Synthesis AI «abbiamo un ufficio per circa una dozzina di persone e il prossimo anno raddoppieremo o triplicheremo il numero».

Secondo la società immobiliare JLL, le aziende operanti nel settore occuperanno circa 3 milioni di mq entro al fine dell’anno. Questo cambiamento non coinvolge solo chi investe nel settore della tecnologia ma anche società immobiliari e imprenditori che sperano di trarne vantaggio: il flusso di capitali di rischio verso società operanti nel settore dell’AI, infatti, ha raggiunto vette molto alte nel primo trimestre di quest’anno. Nello specifico si parla di 18,5 miliardi di dollari che, secondo la compagna finanziaria inglese PitchBokk, equivale a più dell’80% degli investimenti realizzati negli Stati Uniti nell’intero segmento.

Ovviamente, anche tutti gli eventi e le conferenze che gravitano intorno al settore sono in continua espansione. Il Moscone Convention Center, un famoso centro per convegni e conferenze a San Francisco, è ricco di eventi sul tema e secondo il San Francisco Travel, che gestisce il marketing e le vendite del Moscone, la tendenza continuerà anche nel prossimo anno. Lo scopo è quello di sfruttare il boom dell’intelligenza artificiale per attirare sempre più attività di questo tipo.

Secondo il Washington Post, la città può essere considerata un vero e proprio polo attrattivo per quanto riguarda l’AI, al punto che l’area ovest del centro è diventata nota come “Cerebral Valley”. E, in effetti, sembra che nella città davvero tuttә parlino di intelligenza artificiale: «sono a San Francisco da 23 anni e… non ho mai visto niente del genere – ha raccontato Vijay Karunamurthy, responsabile della tecnologia di Scale AI – puoi semplicemente incontrare clienti per strada mentre camminano verso l’ufficio o imbatterti in qualcuno che investe mentre prendi un caffè».

Nonostante il grande fermento intorno all’intelligenza artificiale e la rivitalizzazione che la città sta sperimentando, però, non mancano le zone d’ombra che ormai da molto tempo rappresentano l’altra faccia della medaglia, dal caro affitti al grande numero di persone senzatetto passando per l’elevato tasso di criminalità e l’uso di stupefacenti, che spesso fanno salire San Francisco in vetta alle classifiche e sulle prime pagine della cronaca nazionale e internazionale.

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