Futuro

San Francisco: perché i robotaxi non possono più circolare?

La città californiana ha ospitato la sperimentazione delle auto driverless ma, dopo la morte di un pedone, sono stati bloccati i veicoli che ora non possono più circolare se non con una persona in grado di intervenire
Credit: Cruise 
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7 novembre 2023 Aggiornato alle 11:10

Per qualche settimana, San Francisco è stata una “città-laboratorio” dove sono stati testati gli effetti dell’intelligenza artificiale applicata alla mobilità urbana: dall’inizio di agosto e fino a pochi giorni fa, guidando tra le vie della grande città californiana, era possibile imbattersi in strane automobili con volanti che giravano da sole, con i sedili del conducente vuoti. Li chiamano robotaxi e sono le auto a guida autonoma delle società Alphabet, Waymo e Cruise.

Non si tratta di una novità assoluta nello Stato americano: già nel 2018, infatti, le società avevano ricevuto una prima autorizzazione a far circolare le loro navette driverless per le via californiane, a patto di rispettare alcuni vincoli e limitazioni. Tra questi, per esempio, l’obbligo della presenza a bordo di un guidatore esperto, pronto a intervenire in caso di emergenza, e la possibilità di essere operative solo tra le 22:00 e le 6:00.

Il 10 agosto 2023, qualcosa è cambiato. Quel giorno, la California Public Utilities Commission (l’agenzia che regola i servizi pubblici come la mobilità) ha annunciato l’autorizzazione del trasporto di persone su robotaxi senza conducente, 24 ore al giorno e in tutta la città senza vincoli particolari, ma solo con banali regole a seconda della società produttrice. Le auto Waymo, per esempio, potevano viaggiare fino a 65 miglia l’ora (circa 100 km/h) e in condizioni meteorologiche avverse, mentre Cruise era costretta a limitare la velocità dei suoi taxi autonomi a 35 miglia l’ora (meno di 60 km/h) e non era autorizzata a erogare il servizio quando le condizioni meteorologiche non lo consentivano.

Piccole accortezze che non hanno frenato l’entusiasmo delle società per i riscontri positivi ottenuti in una prospettiva di una “mobilità del futuro”: in poche settimane, infatti, si è arrivati a più di 500 i mezzi robotizzati e senza conducente che si aggiravano sulle strade di San Francisco.

Ma perché ne parliamo al passato? Perché da qualche giorno le autorità californiane hanno messo in standby tutti i robotaxi, ora considerati troppo pericolosi per continuare a girare nel traffico della metropoli. Mentre l’industria automotive aveva da subito accolto positivamente la notizia, a manifestare qualche perplessità sono stati i cittadini insieme agli agenti polizia e ai vigili del fuoco che avevano sollevato più di qualche preoccupazione legata alla sicurezza stradale.

E non avevano torto: d’altronde, secondo la San Francisco Municipal Transportation Agency, solo dalla primavera del 2022 (quando la sperimentazione sui robotaxi era già avviata) sono stati registrati quasi 600 incidenti che hanno visto coinvolti a vario titolo veicoli driverless. Dalla formazione di ingorghi, all’uccisione di un cane, dalla fine corsa all’interno di cantieri stradali all’essere d’intralcio ai mezzi di emergenza: le navette senza conducente hanno causato troppi problemi per essere ritenute ancora idonee alla circolazione.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha costretto il dipartimento della motorizzazione della California a sospendere la circolazione delle navette a guida autonoma è stata la morte di un pedone in seguito a un grave incidente causato da un taxi tradizionale.

Cosa centrano, dunque, i robotaxi in tutto questo?

Secondo la dinamica dell’incidente, un abituale taxi con conducente ha investito una donna mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, sbalzandola sulla corsia destinata ai robotaxi, dove, colpita da un mezzo a guida autonoma appartenente alla Cruise, sarebbe rimasta incastrata sotto la carrozzeria.

Subito dopo l’urto, il robotaxi (addestrato anche nell’evenienza di tamponamenti e incidenti) avrebbe eseguito in automatico una manovra di emergenza che prevede l’accostamento al bordo della strada, noncurante della presenza della donna sotto la scocca, che è morta poco dopo, a causa delle ferite riportate.

In seguito al tragico episodio, l’autorità californiana ha iniziato a sollevare le prime grandi perplessità in merito all’applicazione dell’intelligenza artificiale alla mobilità urbana, fino a raggiungere la consapevolezza che i taxi senza conducente non hanno ancora la capacità di agire in modo corretto e sicuro in caso di incidente con un pedone.

È per questo motivo che la California Public Utilities Commission ha ritenuto necessaria un’immediata sospensione della licenza per tutti i mezzi driverless operativi a San Francisco che, ora, non possono più circolare, se non con a bordo un guidatore umano in grado di intervenire tempestivamente e correttamente in caso di emergenza.

E allora: robotaxi sì o robotaxi no? Robotaxi forse.

Da una parte la tecnologia avanzata per il futuro della mobilità, dall’altra la certezza di una guida tradizionale e controllata. Nella ricerca di un giusto equilibrio nell’avanguardia, per ora i robot restano in standby: a quanto pare, c’è ancora tanta strada da percorrere e, almeno per ora, si continuerà a “viaggiare” sotto la guida di esseri umani al volante.

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