Economia

Usa: record di dimissioni dei Ceo

Nel 2023, 1.425 amministratori delegati hanno lasciato il posto di lavoro; il settore tecnologico è stato il più colpito. Tra le cause: pensionamenti, nuove opportunità, richieste di cambiamenti da parte delle aziende
Credit: Moose Photos
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6 novembre 2023 Aggiornato alle 10:30

Il mese di settembre 2023 ha segnato una svolta nel settore industriale statunitense, che ha sperimentato un record di dimissioni di Ceo senza precedenti, proprio quando il fenomeno degli abbandoni da parte dei dipendenti iniziava a placarsi. Ben 164 amministratori delegati hanno deciso di dimettersi dalla propria carica, facendo registrare un aumento del 4,5% rispetto ad agosto (quando i Ceo dimissionari erano 157).

È quanto emerge dal rapporto della società Challenger, Gray & Christmas Inc., che segnala un aumento del 122% dei Ceo che hanno abbandonato la propria posizione rispetto a settembre 2022, quando solo (si fa per dire) 74 amministratori delegati avevano dato le dimissioni.

Anche il terzo trimestre del 2023 ha segnato il primato nel numero di dimissioni di Ceo, ben 518, raggiungendo un +5,9% rispetto al secondo trimestre 2023 e un +166% rispetto ai 195 amministratori delegati dimissionari del terzo trimestre 2022.

Non meno preoccupanti sono i dati che emergono considerando i primi 9 mesi del 2023: 1.425 Ceo hanno lasciato il loro lavoro, segnando un +47% rispetto al 2022 e, soprattutto, registrando il tasso più alto dal 2002.

Una pioggia di record per l’industria statunitense: un campanello d’allarme che getta luce sulla crescente instabilità della realtà aziendale Usa. Sebbene le dimissioni degli amministratori delegati non abbiamo risparmiato alcun settore, sono determinate industrie a subirne maggiormente gli effetti.

Il settore no-profit, solo nel mese di settembre, ha contato 28 dimissioni (+86% rispetto a un anno prima), per un totale annuo di 353. Gli ospedali, nello stesso periodo, hanno registrato 24 abbandoni ai piani alti (per un totale di 125, segnando un +67% rispetto al 2022), mentre il settore dei servizi ne ha contati 15, arrivando a un totale di 40 (è il 90% in più rispetto ai 21 leader che avevano dato le dimissioni un anno prima). Non è da meno il settore tecnologico, che a settembre ha registrato l’uscita di 12 amministratori delegati, contribuendo al totale di 141 nel 2023, in aumento del 45% rispetto all’anno precedente.

Ma, passando alle ragioni di fondo di questi cambiamenti ai vertici, le aziende non forniscono spiegazioni nel 31% dei casi (nel 2022 era il 24%). Il 22% degli abbandoni (pari a 318) sono rappresentati da pensionamenti, che nel 2022 avevano raggiunto il 24%. 45 amministratori delegati sono passati alla guida di un’altra divisione o ad altra sede della stessa società, mentre il 17% (pari a 241) si è spostato su altri ruoli di alto livello, nell’ambito della consulenza o nel consiglio di amministrazione.

Purtroppo, non sono mancati casi di dimissioni legate a gravi accuse di cattiva condotta professionale, con 8 Ceo che hanno lasciato la loro carica nel 2023. 2 di essi si sono dimessi a seguito di accuse di molestie sessuali, di cui una si è verificata a settembre. Ma, in altri casi, sono le aziende stesse a cercare nuovi leader che possano sostenere l’impresa in un ambiente sempre più competitivo. A dichiararlo, Andrew Challenger, esperto del lavoro e vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas, Inc., che sottolinea come questa tendenza aziendale sia legata alla condizione di incertezza economica, caratterizzata dall’incremento dei tassi di interesse e dei costi del lavoro.

Come il mondo degli affari si prepari ad affrontare un futuro economico tanto incerto, rimane un’incognita. Ma una cosa è certa: il 2023 ci riserverà ancora grandi sorprese sul fronte industriale.

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