Culture

Cinema indipendente: uno sguardo sul mondo globalizzato che mette in scena le differenze

A New York in questi giorni si svolge il Chelsea Film Festival, che ospita produzioni internazionali che puntano a offrire una nuova chiave di lettura della contemporaneità
Credit: Jakob Owens 
Tempo di lettura 3 min lettura
14 ottobre 2023 Aggiornato alle 06:30

Nell’era della globalizzazione, siamo soliti essere connessi e informati quasi in tempo reale su cosa accade anche dall’altra parte del mondo.

I nostri occhi e le nostre orecchie vedono e ascoltano però quello che i mass media tendono a catturare attraverso la sensibilità di chi le informazioni le raccoglie ed elabora.

Al di là dei mezzi d’informazione, il cinema senz’altro costituisce uno degli strumenti attraverso i quali conosciamo luoghi, spesso anche vicini ma che non abbiamo saputo catturare con i nostri occhi (basti pensare alla Grande bellezza di Sorrentino), e apprendiamo abitudini e differenti modi di pensare.

Spesso un film può cambiare il nostro stesso modo di vestire e magari le nostre aspirazioni lavorative: pensate al primo Top Gun che rilanciò giubbotti in pelle e occhiali da sole a goccia e diede luogo a file di aspiranti piloti.

Una realtà comunque mediata o immaginata da chi sta dall’altra parte della cinepresa.

Da qui la valenza delle produzioni indipendenti spesso delocalizzate e volte a dare voce ai solisti e non solo a creare un coro. E l’importanza dei tanti festival del cinema indipendente o indie in varie parti del mondo.

Dal 12 al 15 ottobre, a esempio, a New York si svolge il Chelsea Film Festival, creato dalle attrici Ingrid e Sonia Jean-Baptiste (figlia e madre). La manifestazione vanta la partecipazione di produzioni da Israele, Taiwan e Messico tra le altre, è arrivata all’undicesima edizione e si può partecipare anche in streaming. L’anno scorso una produzione libanese è stata premiata dalla giuria e il firm ora è approdato su Netflix.

Come ci ha riportato la co-fondatrice Sonia ean-Baptiste «il cinema indipendente, rispetto a quello dominante, offre una prospettiva unica sulle complessità globali, a partire dai temi dell’immigrazione e dell’ambiente sino a giungere alle dinamiche famigliari e alle relazioni personali».

I film proposti ci introducono in mondi a noi non conosciuti, che ci danno chiavi di lettura diverse e spesso distanti dalla versione vulgata e, come ha detto il sindaco di New York Eric Leroy Adams, rappresentano «Un modo per dare voce agli inascoltati».

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