Ambiente

I pulcini hanno bisogno di più tutele

Il Governo ha approvato il decreto che vieta l’abbattimento selettivo dei pulcini maschi entro dicembre 2026, ma le troppe deroghe previste rischiano di vanificare il provvedimento
Credit: Popular Science 
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8 ottobre 2023 Aggiornato alle 06:30

Per salvare i pulcini maschi che muoiono nell’industria delle uova, purtroppo, il decreto da poco emanato dal Governo non basta. Si è fatto attendere per un anno e ora che è arrivato vieta sì la triturazione dei pulcini, ma ammette anche ampie deroghe che rischiano di compromettere questo divieto. Si tratta di un passo storico per i diritti degli animali, insomma, ma solo a metà.

Considerati veri e propri scarti di produzione dall’industria delle uova, ogni anno in Italia circa 40 milioni di pulcini maschi vengono uccisi per triturazione o soffocamento, pratiche dolorose che questi animali subiscono entro le loro prime 24 ore di vita.

Ora che il decreto per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento CE n.1099/2009 Sulla protezione degli animali durante l’abbattimento è arrivato, questa terribile realtà si avvia al capolinea, anche se non completamente.

La legge votata dal Parlamento ad agosto 2022 vieta finalmente l’abbattimento selettivo dei pulcini entro dicembre 2026. Tuttavia le deroghe che il decreto attuativo ammette rischiano di agevolare l’industria nel continuare a ucciderli per un ritorno puramente economico.

In particolare, il decreto ammette deroghe al divieto di abbattimento selettivo in caso di errori di sessaggio, blocco o malfunzionamento delle macchine di ovosessaggio, per necessità di depopolamento, per necessità di salute pubblica e in caso di abbattimento dei pulcini per fini scientifici.

Come Animal Equality, insieme a tante altre associazioni per la protezione degli animali allevati, chiediamo che queste deroghe aggiuntive rispetto a quelle già previste dalle disposizioni europee siano messe da parte.

Il decreto prevede al contempo l’implementazione e la promozione delle tecnologie di ovosessaggio, in grado di rilevare il sesso del pulcino quando è ancora un embrione ed evitarne così l’uccisione dopo la schiusa se dovesse essere maschio. È previsto però che l’ovosessaggio possa avvenire fino al 14° giorno di incubazione dell’uovo, il doppio rispetto a quanto indicato da Animal Equality e dalle altre organizzazioni sulla base delle ricerche più autorevoli e condivise dalla comunità scientifica, secondo le quali due settimane sarebbero un arco di tempo eccessivo per il riconoscimento del sesso dell’animale, che potrebbe quindi provare dolore.

Per questo, chiediamo che l’ovosessaggio sia fatto entro il limite massimo del 7° giorno, considerato più sicuro e indolore. Ma anche che l’obbligo di sessaggio sia esteso a tutti i tipi di uova attraverso la scelta di adeguate tecnologie, visto che al momento verrebbe applicato di fatto solo a quelle provenienti da galline marroni, un’ulteriore deroga che limita il raggio di azione della legge ed esclude le uova prodotte da galline bianche.

Nel frattempo abbiamo scritto ai parlamentari delle commissioni competenti per spiegare loro che il decreto, allo stato attuale, non salva davvero i pulcini e rischia di compromettere un divieto fondamentale per risparmiare la vita di milioni di animali.

La politica è chiamata a fare la sua parte, ma ognuno di noi può fare la differenza per i pulcini e gli altri animali sfruttati nell’industria delle uova ogni giorno, per esempio scegliendo alternative vegetali e contribuendo a ridurre progressivamente la sofferenza di questi individui.

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