Ambiente

Aumentano le bollette e Fratin punta a un futuro “nucleare”

Durante l’Italian Energy Summit il ministro ha ribadito la volontà di realizzare mini reattori. Nel frattempo, arrivano nuovi rincari per luce e gas
Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
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28 settembre 2023 Aggiornato alle 15:00

In un contesto sempre delicato relativo alle spese energetiche, e mentre è previsto un nuovo aumento delle bollette per luce e gas, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin continua la sua campagna pro nucleare, invocando ancora una volta l’idea di puntare su quello di nuova generazione e i mini reattori.

Oggi Arera ha reso noto l’aggiornamento delle tariffe elettriche sul mercato tutelato, per cui Nomisma prevede un rincaro a doppia cifra: si parla di un un aumento del 12% per la bolletta della luce per l’ultimo trimestre del 2023 e un aumento del 9% per la bolletta del gas di settembre.

Aumentando il pressing relativo ai costi, con i gasdotti chiusi e il mercato di gas e metano sempre più “volatile” come lo ha definito anche Eni, nel frattempo l’Italia tramite i suoi ministri, da Matteo Salvini a Pichetto Fratin, prova a spingere ancora una volta per un futuro basato sul nucleare.

Intervenendo all’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore il ministro dell’Ambiente ha ribadito in un video messaggio proprio l’idea, anche per aiutare l’industria, di puntare sull’energia atomica.

«L’apporto del nucleare potrebbe supportare la transizione dei sistemi energetici, il nostro obiettivo è facilitare il raggiungimento dei target comunitari. L’integrazione del nucleare nel nostro sistema industriale potrebbe rafforzare la filiera industriale. Non si tratta di proporre il ricorso in Italia alle vecchie centrali nucleari di grande taglia ma di valutare le nuove tecnologie più sicure, quali gli small e micro modular reactor, i reattori nucleari di quarta generazione allo studio», ha spiegato ribadendo però anche la volontà di un aumento delle energia rinnovabili che «accompagneranno il graduale phase out del carbone».

Poi Fratin ha sottolineato l’importanza della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile lanciata da poche settimane, una iniziativa che ha «l’obiettivo di definire in tempi certi un percorso finalizzato alla possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare nel nostro paese attraverso nuove tecnologie sostenibili in corso di studio».

Un nuovo capitolo, quello sul nucleare, che nonostante due referendum passati e in cui è stato bocciato l’utilizzo dell’energia atomica, e nonostante l’assenza ancora di un Deposito nazionale per le scorie nucleari (dato che nessuno dei 60 luoghi individuati lo vuole), sembra però oggi essere prioritario per i membri dell’esecutivo.

Altrove, il mondo continua a dividersi sull’uso di questa tecnologia, dalla Germania che ha optato per dire addio alla fissione alla Francia dove invece il nucleare garantisce il 60% dell’elettricità nazionale oppure negli Stati Uniti, dove un ultimo impianto è stato da poco inaugurato facendo emergere però costi e tempi eccessivi tali da far pensare a un freno allo sviluppo di nuove strutture.

Nel frattempo, rispetto al 2011, anno del disastro di Fukushima in Giappone, il prezzo dell’uranio è tornato a salire a livelli importanti (70 dollari per libbra) influenzato da una Cina che punta ancora sulla realizzazione di nuovi reattori.

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