Diritti

Uk: l’accesso ai percorsi pedonali dipende da etnia e reddito

La ricerca dell’associazione di escursionisti Rambler mostra come i cittadini inglesi anziani, bianchi, ricchi e in salute abbiano a disposizione più chilometri di aree verdi e sentieri dove camminare
Credit: Clem Onojeghuo
Tempo di lettura 3 min lettura
26 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

Dagli anni ‘70 nel Regno Unito è diminuita la presenza di marciapiedi e percorsi pedonali: in media, la loro concentrazione è più bassa nei quartieri poveri del Paese. In particolare, i cittadini con redditi inferiori alle 15.000 sterline l’anno hanno meno accesso a spazi verdi dove andare a camminare e molte aree urbane a basso reddito coincidono con quelle maggiormente multietniche.

L’associazione di escursionisti Rambler ha svolto una ricerca su oltre 225.000 chilometri di percorsi pedonali in tutto il Paese rilevando che il loro accesso è sbilanciato: sono soprattutto cittadini anziani, bianchi, ricchi e sani a vivere in prossimità di aree verdi e sentieri dove poter camminare in sicurezza all’aria aperta (144% in più rispetto ai quartieri multietnici). Le comunità più povere ed esposte a problemi di salute vivono invece in aree dove i marciapiedi scarseggiano e i parchi sono più lontani. Il problema, segnala l’associazione, non è solo lo scarso accesso ai percorsi pedonali, ma anche gli effetti negativi per il benessere fisico e mentale che ne deriva.

Secondo lo studio, se negli ultimi 80 anni fosse stato garantito maggiore accesso ai percorsi pedonali nelle città (e se quelli esistenti fossero stati tutelati), ogni comunità urbana nel Regno Unito avrebbe in media il 38% in più di percorsi pubblici locali rispetto a oggi e i cittadini più poveri in Inghilterra e Galles beneficerebbero di circa il 63% in più di questi spazi nel loro territorio.

Il diritto a un accesso sicuro nella natura e a percorrere i sentieri extra-urbani è regolato dall’Highways Act dal 1980. Questa norma assegna alle autorità autostradali il dovere di “garantire e proteggere i diritti del pubblico all’uso e al godimento” dei sentieri nella propria area circostante. Le autorità autostradali in Regno Unito sono quindi legalmente responsabili della manutenzione della superficie dei sentieri, compresi i ponti. In città come nelle aree extra-urbane, però, la mancanza di un’adeguata tutela di questi luoghi ha contribuito nel tempo a aumentare le disuguaglianze di accesso ai percorsi pedonali. Il 56% delle persone con disabilità, per esempio, ha affermato di non utilizzare i marciapiedi a causa di barriere fisiche.

Mentre i complessi residenziali moderni sono più isolati rispetto alle abitazioni degli anni ‘90, che erano inseriti all’interno di una rete più fitta di percorsi pedonali, secondo Rambler esiste una correlazione tra i luoghi dove i percorsi sono quasi del tutto assenti e il cattivo stato di salute dei residenti.

Che l’attività fisica nella natura faccia bene alla salute è d’altra parte sostenuto da numerosi studi. Diverse ricerche hanno dimostrato che il tempo trascorso all’interno di aree verdi presenti in città ha un impatto benefico su specifiche condizioni di salute, come le malattie cardiovascolari e respiratorie e il diabete. Altri studi hanno collegato la maggiore offerta di spazi verdi locali a migliori risultati sugli indicatori di benessere soggettivo delle persone, come la felicità e la soddisfazione di vita.

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