Ambiente

Firenze: l’aria del Duomo viene monitorata dai licheni

Al via il primo biomonitoraggio nella Cattedrale. La biologa ambientale Lisa Grifoni spiega a La Svolta: «sono centraline naturali»
Credit: Ana Bórquez
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27 settembre 2023 Aggiornato alle 19:00

Ci sono diversi licheni alla base degli affreschi del Duomo di Firenze, nella Cupola e dappertutto. Ma è tutt’altro che incuria.

Quei piccoli organismi stanno lavorando per noi.

L’aria della Cattedrale viene monitorata per la prima volta e, per giunta, in un modo particolare: sono proprio bio-trappole a base di licheni e filtri a esaminare per tre mesi il particolato atmosferico e a rilevare l’inquinamento.

Nel dettaglio nel Duomo e sulla sua facciata ma anche nella chiesa di Santa Reparata e sui ballatoi della Cupola, fra i 30 e i 50 metri d’altezza, sono collocati sia licheni sia filtri microbiologici sia piastre con terreni nutritivi per funghi e batteri.

Le analisi così condotte sveleranno la presenza di metalli inquinanti e di specie dannose per la salute e per il patrimonio artistico: la valenza dell’iniziativa scientifica infatti è doppia. Il particolato atmosferico, unito a determinati agenti biologici in arrivo dall’esterno e dispersi nell’aria, può accelerare il deterioramento degli affreschi e delle superfici delle sculture.

Lisa Grifoni, biologa ambientale e dottoranda dell’Università degli Studi di Siena, sta lavorando sul campo al biomonitoraggio del Duomo, un progetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, gli atenei di Firenze e Siena e l‘Accademia dei Lincei.

Come nasce l’idea di monitorare la qualità dell’aria del Duomo di Firenze con i licheni?

Sappiamo che il particolato atmosferico (PM) danneggia le superfici dei beni culturali, provocando lo “sporcamento”, cioè quei fenomeni di variazioni cromatiche nei manufatti causati dalla deposizione di particelle, in base alla loro composizione, forma e dimensione. I licheni sono delle “centraline naturali” ottimali per rilevare la presenza di inquinanti e PM aerodisperso: poterli esporre nel Duomo di Firenze, la mia città natale, è un vero privilegio.

Perché i licheni sono particolarmente adatti per operazioni come questa?

I licheni si prestano a questo tipo di monitoraggio poiché sono organismi che vivono assorbendo i nutrienti direttamente dall’aria e insieme a questi catturano o “bioaccumulano” anche particelle inquinanti.

Quali sono gli obiettivi generali della ricerca?

Gli obiettivi principali del nostro studio consistono nel rilevare la presenza di particolato metallico inquinante all’interno del Duomo di Firenze, abbinando tale monitoraggio alle analisi dei colleghi microbiologi dell’Università di Firenze, che si occuperanno di rilevare i microrganismi presenti in aria.

Come avvengono nello specifico le rilevazioni sul particolato?

I licheni vengono prelevati originariamente da zone non inquinate ed esposti per tre mesi nell’area di studio, per determinare l’accumulo di particolato metallico attraverso il confronto tra le proprietà chimiche e magnetiche prima e dopo l’esposizione. Dai parametri magnetici si ottengono informazioni sulla composizione e sulle dimensioni delle particelle metalliche solitamente associate ad attività antropiche. Le analisi magnetiche vengono poi confrontate con quelle chimiche, che permettono di individuare la concentrazione dei metalli inquinanti in traccia, spesso riconducibili a specifiche sorgenti emissive.

Quali informazioni utili se ne ricaveranno?

Le analisi chimiche, magnetiche e microbiologiche, una volta combinate, permetteranno di ottenere dati diagnostici sulla presenza e l’abbondanza di elementi chimici e di specie biologiche rilevati nell’aria del Duomo, potenzialmente dannosi ai fini del deterioramento delle opere d’arte lì contenute.

Come avviene materialmente l’applicazione di licheni, filtri e piastre sulle superfici del Duomo?

I licheni che utilizziamo sono specie che non crescono su superfici lapidee; quindi, non rappresentano un rischio; inoltre i trapianti sono appesi a supporti già presenti sul posto per non alterare in alcun modo i punti di esposizione. Le piastre Petri sono state appoggiate sulle superfici disponibili in situazione di sicurezza per 24 ore. L’applicazione e la successiva rimozione non richiedono mezzi particolari.

Perché il monitoraggio dell’aria è importante e perché è una strategia preventiva di conservazione del patrimonio culturale?

Il monitoraggio della qualità dell’aria assume un ruolo centrale nei musei collocati in aree urbane, dove l’inquinamento atmosferico può penetrare all’interno delle sale attraverso la circolazione dell’aria e gli impianti di riscaldamento e ventilazione. Pertanto, i dati di screening del PM e le indagini microbiologiche possono fornire informazioni analitiche di grande importanza nella conservazione preventiva delle opere, individuando gli inquinanti e i microrganismi presenti nell’aria che possono potenzialmente deteriorare affreschi, dipinti, statue e marmi del Duomo.

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