Economia

Il Regno Unito fa marcia indietro nella lotta al cambiamento climatico?

Il governo britannico offre quote extra di emissione alle industrie inquinanti. Questo riduce il prezzo dell’elettricità ma potrebbe incentivare l’uso di combustibili fossili
Credit: Vuk Valcic/ZUMA Press Wire
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7 agosto 2023 Aggiornato alle 11:00

Il Regno Unito, da tempo in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico, ha recentemente adottato una serie di modifiche al sistema di scambio di carbonio, sollevando interrogativi sul suo concreto impegno verso la sostenibilità ambientale.

Silenziosamente, il governo ha apportato cambiamenti alle politiche di incentivazione per l’industria finalizzate alla riduzione delle emissioni, diminuendo di fatto i costi dell’inquinamento e scoraggiando gli investimenti verdi. Nel concreto ha deciso di fornire gratis quote extra di emissione alle industrie inquinanti, con la previsione di arrivare a 53,5 milioni di tonnellate tra il 2024 e il 2027.

Il sistema di scambio di quote di inquinamento era stato introdotto nel Regno Unito nel 2021, prevedendo l’imposizione di un prezzo alle emissioni di carbonio, con l’obiettivo di incentivare le aziende ad abbattere le proprie emissioni anziché acquistare quote aggiuntive.

Inoltre, il mercato delle emissioni di CO2 è arrivato a offrire alle aziende operanti nel Regno Unito un prezzo inferiore del 40% rispetto all’Europa: solo 47 sterline per tonnellata, nettamente inferiore agli 88,50 € europei, secondo il Financial Times.

Un forte calo del prezzo del carbonio che rende più economico per l’industria inquinare sul suolo britannico rispetto all’Unione Europea, e che secondo Dave Dalton, presidente dell’Energy Intensive Users Group, potrebbe essere solo temporaneo, poiché legato alle dinamiche del mercato.

Se da un lato ciò ha portato a una riduzione del prezzo dell’elettricità, dall’altro rischia di frenare gli impegni assunti dall’Uk per raggiungere le zero emissioni di carbonio entro il 2050, poiché aumenterebbe i rischi di un maggiore utilizzo di combustibili fossili.

Il recente annuncio del governo britannico apre così la strada a una serie di domande sull’efficacia del sistema di scambio di quote, portando a chiedersi se la lotta contro il cambiamento climatico rappresenti ancora una priorità per il Regno Unito.

Gli analisti, preoccupati per le possibili conseguenze di questa decisione, avvertono che la Uk potrebbe attrarre sempre meno investimenti in progetti a basse emissioni di carbonio, riducendo la propria competitività a livello internazionale, e rendendo ancora più difficile raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti.

Gli esperti del Dipartimento per l’Energia e il Cambiamento Climatico suggeriscono che, in un contesto politico in cui le pressioni economiche possono essere elevate, il governo sta cercando di offrire alle industrie il tempo di adattarsi gradualmente alla transizione, bilanciando le esigenze industriali con le aspettative ambientali.

Le opinioni degli esperti a riguardo sono discordanti, ma tutti convengono sul fatto che la sostenibilità del sistema a lungo termine richieda politiche più chiare e coese, e un impegno coerente e continuo da parte di tutte le nazioni.

Mentre alcune industrie potrebbero trarre vantaggio dai prezzi del carbonio più bassi nel breve termine, il rischio è quello di perdere di vista e rendere sempre più difficile il raggiungimento degli obiettivi climatici a lungo termine.

È necessario quindi che il governo britannico affronti con urgenza le contraddizioni nella sua agenda climatica e valuti attentamente gli impatti delle decisioni prese. Solo con politiche mirate e orientate alla salvaguardia dell’ambiente sarà possibile raggiungere la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio, per garantire un Pianeta più sostenibile per le generazioni future.

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