Ambiente

Francia: arriva il “bonus rammendo”

Da ottobre, chi sceglierà di far riparare i propri abiti o calzature presso rivenditori convenzionati invece di ricomprarli riceverà un incentivo economico da 6 a 25 euro
Credit: Clem Onojeghuo
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
13 luglio 2023 Aggiornato alle 15:00

Rammendare è meglio che ricomprare. Una regola semplice, eppure troppo spesso dimenticata, se pensiamo che l’87% degli abiti finisce in discarica dopo pochi utilizzi (e che nel nostro Paese solo il 12% dei rifiuti tessili viene riciclato, l’1% in Ue). Una regola che dovremmo imparare a riscoprire, in un mondo seppellito sotto tonnellate di rifiuti, in cui l’abbigliamento ha un peso (letteralmente e metaforicamente) importante: più di 92 milioni di tonnellate l’anno, secondo le stime.

Senza contare che il mercato del tessile è un settore ad altissima necessità idrica, che mangia acqua e terreni da coltura: secondo il Parlamento Europeo, infatti, “nel 2015 l’industria globale del tessile e dell’abbigliamento abbia utilizzato 79 miliardi di metri cubi di acqua, con il fabbisogno idrico dell’intera economia europea nel 2017 pari a 266 miliardi di metri cubi. […] La produzione di una singola maglietta di cotone richiede 2.700 litri di acqua dolce, che è quella che una persona beve in 2,5 anni”.

Ma non finisce qui: l’industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali di CO2, oltre che dell’accumulo di oltre 14 milioni di tonnellate di microplastiche sul fondo degli oceani.

Ora, la Francia prova a cambiare le cose e a far imparare (di nuovo) questa regola ai propri cittadini grazie a un incentivo economico. Da ottobre 2023, infatti, il Governo introdurrà il “bonus réparation” per i prodotti tessili. Chi deciderà di riparare abiti e scarpe invece di gettarli e ricomprarli avrà un aiuto tra 6 e 25 euro nei negozi convenzionati con Refashion, l’eco-organizzazione del settore tessile abbigliamento: 7 euro per rifare un tacco, a esempio, ma anche tra i 10 e i 25 euro per una fodera, sconti che saranno applicati direttamente in fattura.

Lo ha confermato la ministra della Transizione Ecologica Bérangère Couillard durante una visita alla Caserne, l’acceleratore dedicato alla transizione ecologica della moda, dopo un tweet che aveva annunciato la misura la scorsa settimana. “Cambiamo il doppio dei vestiti rispetto a trent’anni fa. Se continuiamo così, il tessile rappresenterà un quarto delle emissioni di gas serra. Sta a noi creare un’economia circolare in cui i prodotti durino più a lungo”, ha spiegato, mentre sul suo profilo Twitter ha annunciato: “Il @governoFr si impegna nella lotta alla #fastfashion incoraggiando i consumatori ad acquistare ➕ prodotti virtuosi e riparare piuttosto che acquistarne di nuovi”.

In arrivo, quindi, 154 milioni di euro di investimento in sei anni, per aumentare del 35% il numero di prodotti tessili e calzature riparati. L’incentivo – sul modello del bonus riparazione elettrodomestici – fa parte di una vasta riforma del settore tessile, una delle industrie più inquinanti del pianeta, intrapresa dal Governo francese dalla fine del 2022.

La misura coinvolgerà artigiani con uno o più negozi, reti di franchising, oltre operatori digitali. Ma il sistema riguarderà anche marchi e distributori, che stanno gradualmente estendendo i loro servizi di modifica e riparazione. Sul portale Refashion è disponibile una pagina dedicata alla certificazione di chi vorrà ricevere la convenzione.

Refashion, che è finanziata da marchi e operatori di marketing per gestire la fine del ciclo di vita dei prodotti, ha infatti una serie di criteri che prevarranno per l’etichettatura dei riparatori convenzionati, tra cui criteri amministrativi – che riguarderanno la ragione sociale e il legale rappresentante delle strutture – e criteri di competenza.

“Tutti i calzolai, i laboratori e i marchi devono aderire a questa etichetta proposta da Refashion”, ha detto Couillard, per il quale il dispositivo potrebbe indirizzare un afflusso di consumatori verso gli artigiani.

“L’idea è di poter portare questa offerta su tutto il territorio, e che i francesi non debbano percorrere 50 o 100 chilometri per le riparazioni, altrimenti sarà inutile”.

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